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Milan cerca la vittoria scacciacrisi contro il Torino e tra i convocati si riaffaccia un certo Ibra

Il Milan ha bisogno come il pane di una vittoria dopo un periodo nerissimo che lo ha fatto precipitare fuori dalla zona Champions – La speranza è che Ibra ridia fiducia a un ambiente depresso ma il Toro venderà cara la pelle

Milan cerca la vittoria scacciacrisi contro il Torino e tra i convocati si riaffaccia un certo Ibra

Una vittoria per rivedere la luce. Tre punti contro il Torino, infatti, non autorizzerebbero il Milan a sentirsi fuori dalla crisi, ma di certo sarebbero il primo passo verso l’uscita di un tunnel tanto lungo quanto pericoloso. L’otto gennaio scorso il Diavolo era a meno 5 dal Napoli e in piena corsa per Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa, poi è arrivato il pareggio con la Roma e tutto è cambiato radicalmente. Da allora i rossoneri non hanno più vinto una partita, raccogliendo un punto solo con il Lecce, a fronte delle sconfitte con Torino, Inter (due volte), Lazio e Sassuolo. Un’emorragia di risultati clamorosa, che ha azzerato entusiasmo e certezze con la forza di un tornado, facendo precipitare la squadra dal secondo al sesto posto, oltre che fuori dalle coppe nazionali. Ecco perché questa sera, in un San Siro che si annuncia pieno (e la cosa, in tempi di magra, può anche trasformarsi in un problema), la vittoria serve più di ogni altra cosa, a prescindere da come verrà ottenuta.

Milan–Torino (ore 20.45, Dazn)

Sotto accusa sono finiti un po’ tutti, da una proprietà latitante (sia a livello di presenza che di investimenti) ai giocatori più rappresentativi, passando, ça va sans dire, per l’allenatore. Stefano Pioli è passato da “on fire” (coro che ha spopolato per tutta l’estate, costringendo addirittura Bob Sinclair a riadattare la canzone originale) a “is fired”, che per chi non conoscesse l’inglese significa “viene licenziato”. Potere del calcio moderno, talmente veloce e famelico da fagocitare due anni e mezzo di ottimi risultati (compreso uno Scudetto) in appena un mese, ma anche colpa sua, vista l’inadeguatezza nel gestire questa crisi. Milan-Torino non è l’ultima spiaggia, però è chiaro che un altro risultato negativo sarebbe molto complicato da digerire, oltretutto con la Champions alle porte: martedì a San Siro arriverà il Tottenham di Conte e una dose d’entusiasmo, per quanto minima, è vitale. Il tecnico conosce l’importanza di questi 3 punti, anche perché le altre corrono e il quarto posto, obiettivo imprescindibile per Red Bird, va assolutamente riconquistato. Non sarà semplice, alla luce di un Torino in ottimo stato di forma (al momento occupa il settimo posto, l’ultimo utile per l’Europa) e capace di battere il Milan nei due precedenti stagionali: se l’ultimo in Coppa Italia (11 gennaio) vedeva già un Diavolo in crisi, lo stesso non si può dire del campionato (30 ottobre), visto che Pioli, all’epoca, era ancora “on fire”.

Pioli cambia ancora: “Critiche giuste, questa volta faremo qualcosa di diverso”

“Contro il Toro sono sempre partite molto fastidiose per il modo di giocare che hanno, dobbiamo trovare soluzioni per sopperire alla loro pressione, con coraggio e muovendoci bene, faremo qualcosa di diverso – ha spiegato il tecnico in conferenza stampa -. Al momento penso che cambiando troveremo costruzione dal basso migliore e fase difensiva più solida, questo è un momento che fa parte del calcio, è normale anche se più delicato di altri. Bisogna credere in se stessi e avere fiducia nei giocatori, perché anche se non vinceremo il campionato ne inizia uno nuovo, che vuol dire entrare nelle prime quattro. Le critiche ci stanno tutte, ma l’unica cosa che mi interessa è che i giocatori abbiano voglia di uscirne”.

Milan–Torino, le formazioni: Pioli passa al 3-4-3, Ibra torna tra i convocati

Le novità annunciate da Pioli saranno anzitutto tattiche, visto che si passerà dal 3-5-2 a un più offensivo 3-4-3. A prescindere dai numeri, però, sarà l’atteggiamento a dover cambiare, perché il Milan visto nel derby ha quasi sconcertato per la totale mancanza di idee e voglia di vincere. E poi c’è il ritorno di Ibrahimovic, di nuovo tra i convocati a quasi 9 mesi dall’ultima volta: per ora si tratta di qualcosa di simbolico (“la sua autonomia è quasi nulla, ma ha voglia di stare con noi” ha spiegato Pioli), in futuro si vedrà. La scelta più importante, almeno nell’immediato, è il reintegro di Leao nell’undici titolare, visto che le due panchine con Sassuolo e Inter non hanno portato benefici, né a lui né alla squadra. Il 3-4-3 rossonero vedrà così Tatarusanu in porta, Kalulu, Kjaer e Thiaw in difesa, Saelemaekers, Krunic, Tonali e Theo Hernandez a centrocampo, Diaz, Giroud e Leao in attacco. Sistema di gioco simile (ma tutt’altro che inedito) per Juric, che cercherà la seconda vittoria consecutiva a San Siro (la terza stagionale contro il Milan) con Milinkovic-Savic tra i pali, Djidji, Schuurs e Buongiorno nel reparto arretrato, Aina, Adopo, Vlasic e Vojvoda in mediana, Miranchuk e Karamoh alle spalle dell’unica punta Sanabria.

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