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Metalmeccanici, contratti: Fim chiede una svolta

Nella giornata di oggi presso la sede di Confindustria è ripreso il confronto tra Federmeccanica e le Segreterie Nazionali di Fim, Fiom, Uilm, con il 16° incontro per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici – Ancora insufficienti le proposte di Federmeccanica – Per la Fim il negoziato deve cambiare passo ed assumere un ritmo serrato.

Metalmeccanici, contratti: Fim chiede una svolta

Nella giornata di oggi presso la sede di Confindustria è ripreso il confronto tra Federmeccanica e le Segreterie Nazionali di Fim, Fiom, Uilm, con il 16° incontro per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Dopo un mese e mezzo dallo stop del negoziato e dopo 4 ore di sciopero nazionale, Federmeccanica si è presentata dando una disponibilità di massima generica a riprendere il confronto su tutti i punti per trovare una soluzione contrattuale, ribadendo che tutte le proposte formulate fino ad oggi hanno un equilibrio complessivo in termini di costi contrattuali.

La delegazione di Federmeccanica ha ribadito l’obiettivo dello schema del salario di garanzia presentato il 22 dicembre, che esclude il 95% dei lavoratori metalmeccanici, dando solo una disponibilità di “costruire una gradualità temporale” dentro la vigenza della durata del contratto.

Per noi è necessario andare oltre gli enunciati generici di Federmeccanica ed è fondamentale entrare nel vivo negoziato. Dopo sei mesi di trattativa non si può ribadire le stesse posizioni sul salario e sul modello contrattuale, dando solamente una disponibilità di gradualità nel tempo. E’ un passo in avanti ma insufficiente. Bisogna riaprire il negoziato con una impostazione e un passo diverso. Sei mesi e 16 incontri rappresentano un “ossimoro” con l’annunciato “rinnovamento” di contenuti ma anche di riti.

Il problema non è solo la copertura del salario, ma anche l’impostazione contrattuale di Federmeccanica. Bisogna ripartire seriamente dagli obiettivi comuni.

La Fim-Cisl è d’accordo sull’impostazione che la ricchezza si produce in azienda e che quello è il livello contrattuale dove distribuirla, ma il vero problema è come rendere certa e diffusa la contrattazione decentrata e la sua qualità.

Nell’ultimo periodo riscontriamo passi indietro sulla sua diffusione e sulla sua qualità, con un incremento di salario individuale erogato unilateralmente, fatti dalle aziende senza contrattazione. Per noi il potere d’acquisto dei salari deve riguardare tutti i lavoratori e dovrebbe premiare chi ha fatto la contrattazione e non viceversa.

E’ necessaria una fase nuova, confronti serrati e sui testi e nello stesso tempo dobbiamo lavorare sulla partita sulla struttura del sistema contrattuale e salariale. Non c’è tempo da perdere, il trascorrere del tempo, senza entrare nel vivo della trattativa, si guastano relazioni e contenuti del negoziato. Abbiamo chiesto un calendario di confronto serrato, giornaliero. I prossimi incontri sono stati fissati per il 10, 11, 16 e 17 maggio per il confronto in sede tecnica sui primi testi e il 18 o 19 maggio per il confronto in ristretta con le segreterie nazionali.

Di diverso avviso Federmeccanica, secondo la quale l’impianto della proposta sul rinnovo contrattuale “non cambia, si tratta di trovare insieme con i sindacati una soluzione che ci consenta di arrivare gradualmente al nostro obiettivo entro il triennio”. Il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, al termine dell’incontro di oggi ha dichiarato che “L’approccio graduale è l’unica cosa che possiamo fare. L’obiettivo è sempre lo stesso: generare ricchezza nelle aziende per poi distribuirla con il contratto aziendale e con il contratto nazionale garantire, in tutte le aziende in cui non ci sono profitti, il recupero dell’inflazione solo ai lavoratori al di sotto del minimo salariale. E poi bisogna vedere come tutti gli altri tasselli possono essere messi al loro posto in un mosaico in cui tutto si tiene, anche i costi complessivi”.

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