Condividi

Mercato valutario sempre più sotto la lente degli investigatori

Le indagini sulle presunte manipolazioni nel mercato degli scambi si moltiplicano – Prima Gran Bretagna, Svizzera e Unione Europea, ora anche gli Stati Uniti – Gli inquirenti vogliono capire se esiste un cartello di banche e trader che hanno agito sistematicamente sui cambi per ottenere profitti

Mercato valutario sempre più sotto la lente degli investigatori

Le inchieste sulle presunte manipolazioni del mercato delle valute si moltiplicano ogni giorno di più. Prima la Gran Bretagna, la Svizzera e l’Unione Europea, ora gli Stati Uniti. L’indagine sulla più vasta (5300 miliardi di dollari al giorno), più frammentata e opaca di tutte le piazze è ormai diventata mondiale.

Les Echos prova oggi a sintetizzare le storie sotto la lente degli inquirenti. Tutto è cominciato diversi mesi fa nel Regno Unito, quando un grande investitore istituzionale europeo è andato a lamentarsi da un regolatore inglese. Utilizzava, come molti fondi, i tassi di scambio di riferimento di Thomson Reuters. E aveva notato movimenti anomali prima che questi venissero fissati. L’impressione che aveva, era che le banche manipolassero sistematicamente i tassi di cambio di riferimento, in modo da ottenere un profitto.

L’agenzia di stampa Bloomberg, che ha svelato per prima la storia, aveva constatato che lo stesso movimento veniva ripetuto all’infinito sulle 14 maggiori coppie di valute. L’ultimo giorno del mese, una giornata molto importante per i mercati, l’andamento delle valute saliva e poco dopo scendeva. E’ successo nel 31% dei casi negli ultimi due anni. Un movimento atipico ricorrente, che fa pensare a una qualche forma di accordo, o quantomeno a una mano invisibile.

L’inchiesta in corso dovrà stabilire se queste manipolazioni sono diffuse, sistematiche e concertate, come è successo nello scandalo del Libor.

Le prime informazioni che iniziano a filtrare suggeriscono che non si è trattato di casi isolati. La Royal Bank of Scotland ha consegnato agli investigatori le comunicazioni di uno dei suoi ex trader – oggi in forza a JP Morgan – che lasciano trasparire che si fosse spinto ben oltre i limiti. Nel corso delle loro discussioni, i trader di valute si chiamavano tra loro “club di banditi”, “cartello”. Oltre alle registrazioni e comunicazioni tra trader, gli investigatori avranno accesso ai dati sui tassi di cambio, faranno analisi statistiche e cercheranno di capire se i movimenti sono davvero anomali.

Intanto, oltreoceano, l’Fbi americana ha aperto un’inchiesta preliminare. Tutti gli occhi sono puntati sulle prime quattro banche del mercato delle valute (Deutsche Bank, Citigroup, Barclays, UBS) che insieme rappresentano la metà dei volumi mondiali giornalieri: 2650 miliardi di dollari.

Commenta