Da quando Mario Draghi ha detto, a Londra, che la Bce era pronta a tutto per salvare l’euro, l’umore è cambiato sui mercati. E la tendenza positiva da allora non si è arrestata. Le conferme della Merkel alle parole di Draghi, la tenuta dell’economia americana e le misure di sostegno in Asia hanno fatto il resto. Ieri i permessi di costruzione negli Stati Uniti hanno registrato un balzo superiore alle previsioni, mentre sia l’Indonesia che la Thailandia (le due maggiori economie del Sud-Est asiatico dopo ovviamente la Cina) hanno annunciato misure di bilancio – in massima parte spesa pubblica – per sostenere le rispettive economie.
L’indice azionario regionale è aumentato dello 0,2% (il mercato azionario cinese, che contende la palma dell’imprevedibilità al mercato dell’oro, è invece sceso) e gli operatori sembrano abbracciare il rischio più di prima. La ritirata (contro euro) del dollaro australiano – cartina di tornasole dell’amore al rischio – appare in controtendenza, ma si tratta solo di una reazione, peraltro approvata dalla banca centrale australiana, all’eccessivo apprezzamento precedente. L’euro è stabile intorno a 1,235 e il petrolio ha riguadagnato quota 95.
http://www.bloomberg.com/news/2012-08-17/asian-stocks-head-for-third-weekly-gain-on-u-s-housing.html
