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Mediobanca: “Rcs, non servono altri soci”

Lo ha detto il Ceo Nagel, che si è anche defilato dall’eventualità di un suo passaggio al vertice Unicredit, al posto di Ghizzoni – Intanto, Mediobanca chiude la prima semestrale con conti migliori delle attese.

Mediobanca chiude la prima semestrale 2015-16 con conti migliori delle attese. E sulla partita Rcs, il Ceo Maurizio Nagel auspica che Exor rimanga, convinto che sia meglio mantenere l’attuale assetto tra gli azionisti, senza nuovi ingressi.

Il gruppo ha chiuso i conti al 31 dicembre con un utile netto di 321 milioni (+23% rispetto all’anno precedente), un risultato oltre il consensus che era in media di 310 milioni. Ad avere spinto i conti è stata in particolare l’attività di credito al consumo, con un utile netto raddoppiato per Compass a 66,1 milioni, che – sottolinea il comunicato di presentazione dei dati semestrali – è il miglior risultato finora registrato dalla società.

In riduzione le rettifiche su crediti (-25% a 224 mln) e il costo del rischio. Le attività deteriorate nette calano per il quarto trimestre consecutivo (-12% a 1,1 mld), con una copertura in aumento al 53%, il che posiziona il gruppo – afferma il comunicato – “tra le migliori banche per qualità degli attivi creditizi”.

Semestre in utile per Chebanca (5 milioni). In evidenza anche l’incremento del margine di interesse del gruppo (+10% a 604 milioni), grazie appunto al comparto retail e credito al consumo (+14% a 456 mln), che beneficia di maggiori margini e volumi. Le commissioni sono in ripresa nel secondo trimestre (+37%) trainate dall’attività di investment banking. Gli utili da cessioni ammontano a 93 milioni su vendite di partecipazioni per 295 milioni.

Nagel si è defilato dall’eventualità di un suo passaggio al vertice Unicredit, al posto di Ghizzoni. “Sono forse uno degli ultimi dei Mohicani – ha risposto ad una domanda in conference call – che ritiene che l’attaccamento alla maglia e la gratitudine verso una banca, un’istituzione che mi ha dato grandi opportunità sia più importante delle ambizioni del sottoscritto”.

Su Rcs, “credo che dobbiamo accompagnare il lavoro del consiglio di Rcs – ha proseguito – e aiutarlo. C’è stato da poco un cambiamento manageriale e c’è un piano interessante. Quindi oggi non vedo dal mio punto di vista la necessità di cambiare il quadro, con azionisti industriali o altri tipi di apporti. Mi auguro che Exor rimanga”. Exor, ha aggiunto Nagel, “ha dato un contributo fondamentale negli ultimi anni”. Il piano, ha poi indicato, “evidentemente richiede anni di lavoro ed è solo all’inizio”.

Riguardo alla quota del 3% in Generali (su una partecipazione complessiva del 13,3%), Nagel ha precisato che “per noi vendere il 3% è un’opportunità in termini di allocazione del capitale, ma non è un obbligo. Non siamo tenuti a farlo entro il 30 giugno”.

Nel corso del semestre appena concluso, Mediobanca ha proceduto a vendite a termine di titoli Atlantia per un controvalore di 63,4 milioni di euro e di Generali per 59,8 milioni, queste ultime per valuta maggio. Lo indica la nota sui conti semestrali dell’istituto, precisando che l’utile di 228,2 milioni del Principal Investing include la plusvalenza dalla cessione della quota Pirelli (87,7 milioni), apportata all’Opa ed il maggior contributo di Assicurazioni Generali (da 122,9 a 138,4 milioni).

Le rettifiche invece (11,9 milioni contro 11,7 milioni precedenti) riguardano quasi integralmente Rcs MediaGroup (-10,3 milioni). Nel semestre è proseguito il piano di riduzione dell’esposizione azionaria con cessioni complessive per 295 milioni, tra cui Pirelli (215,4 milioni), Edipower (55,1 milioni) e di altre partecipazioni minori (5,6 milioni). Gli investimenti in fondi di private equity hanno prodotto un incasso netto di 7,7 milioni.

In futuro, ha concluso Nagel, Mediobanca punta a crescere ancora “nel mondo Compass, nel mondo Chebanca e nell’alternative asset management”.

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