Mediobanca nel piano aggiornato al 2028 punta ad arrivare a ricavi per oltre 4,4 miliardi (+20% nel triennio con una crescita media annua del +6%), a un utile netto di 1,9 miliardi (+45% nel triennio) con un utile per azione a 2,4 euro (crescita media annua +14%). L’ utile netto ordinario arriverà a 1,7 miliardi (+30% nel triennio) con un utile per azione di 2,1 euro ( +9% annuo ). La banca remunererà gli azionisti per 4,9 miliardi in 3 anni, di cui 4,5 miliardi in dividendi e il resto con un buyback. Il pay-out è al 100% degli utili ordinari, interamente cash.
Mediobanca e l’offerta Mps: priva di senso industriale
Il piano al 2028 di Mediobanca, guidata dall’ad Alberto Nagel, ha, come tratti distintivi per gli azionisti, quelli di consolidare il modello di banca specializzata capace di generare una crescita ed una redditività alta e sostenibile con un basso rischio di esecuzione nonché di determinare una forte generazione di capitale per effetto di un business mix capital light. “L’offerta di scambio di Mps, al contrario, per gli azionisti Mediobanca è priva di razionale industriale e finanziario ed è caratterizzata da evidenti ed elevati rischi di esecuzione“. Lo si legge nella nota con gli aggiornamenti al 2028.
Nella nuova bocciatura dell’ops di Mps, Mediobanca elenca oi seguenti motivi: primo, il fatto di avere la realtà aggregata un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata, ad elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico, senza rafforzamento in alcuno dei segmenti di attività di Mediobanca e rimanendo viceversa immutati i rischi insiti nel bilancio di Mps. Secondo, la riduzione a doppia cifra dell’Eps, per le limitate sinergie da funding, la presenza di cospicue dissinergie di ricavo e la sostanziale assenza di reali sinergie di costo. È prevedibile invece l’emergere di un cospicuo costo di retention legato ai promotori finanziari e ai private & investment bankers.
Terzo, la difficoltà di stimare livelli di Rote, Cet1 e quindi pay-out sostenibili della nuova entità per le criticità legate alla tenuta del franchise, per le componenti non ricorrenti presenti nel bilancio Mps (fiscalità e rischi legali), per l’elevata sensitivity ai tassi di interesse ed al rischio di credito soprattutto per le SMEs. La difficoltà ad usare le Dta nell’ammontare e nei tempi ipotizzati. Quarto, la non comparabilità della politica di remunerazione degli azionisti che è a rischio di esecuzione basso in Mediobanca ed elevato in Mps per effetto delle predette difficoltà di integrazione. Quinto, il forte sconto implicito nel prezzo dell’offerta rispetto al valore intrinseco di Mediobanca, delle sue attività, nonché delle sue prospettive di crescita e di creazione di valore.
Mediobanca e il piano 2025-2028: i dettagli
L’aggiornamento delle proiezioni economico finanziarie per il periodo 2025-2028 del piano di Mediobanca, approvato dal cda, conferma la visione strategica, che vede il Wealth management come segmento prevalente e prioritario di sviluppo, il Corporate & investment banking sinergico al suo sviluppo in una logica, unica in Italia, di Private & investment banking (Pib) e il Credito al consumo quale segmento di diversificazione del rischio macro e controparte ad elevata e sostenibile redditività.
Il gruppo conseguirà un “percorso sostenuto di crescita quanto a ricavi, utili, remunerazione degli azionisti e soddisfazione di tutti gli stakeholders, preservando un profilo di rischio rendimento tra i migliori in Europa”. Nel dettaglio è previsto:
1) un potenziamento del franchise e dell’offerta in tutti i segmenti di attività: circa 330 nuove risorse commerciali verranno inserite nel Wealth management (prevalentemente nel segmento consulenti finanziari di Mediobanca Premier), la rete diretta del Credito al consumo di Compass vedrà un ulteriore ampliamento (da 335 a 373 punti vendita).
2) Una crescita degli attivi redditizi: il totale delle attività finanziarie (Tfa) salirà a 143 miliardi (+9%), gli impieghi a clientela a 63 miliardi (+5%), gli Rwa a 50 miliardi (+3%).
3) Una crescita dei ricavi ad oltre 4,4 miliardi (+20%) nel triennio con solida contribuzione da parte di tutti i segmenti. Il Wealth management registrerà la maggior crescita (oltre 0,2 miliardi nel triennio sino a 1,2 miliardi) divenendo il primo contributore alla crescita dei ricavi di gruppo oltre che di commissioni, in via complementare al Cib, la cui crescita nei ricavi è attesa essere di oltre 0,1 miliardi sino a 1 miliardi; il Credito al consumo con Compass manterrà la sua funzione di motore della crescita del margine di interesse del gruppo Mediobanca con uno sviluppo dei ricavi complessivi per 0,2 miliardi (a circa 1,5 miliardi). Infine il segmento Insurance con la quota in Generali confermerà la sua contribuzione positiva al gruppo con ricavi in aumento di 0,2 miliardi (a circa 0,7 miliardi).
4) È prevista una crescita degli utili a 1,9 miliardi e dell’utile per azione considerando il solido sviluppo degli utili ordinari a 1,7 miliardi più il conseguimento di utili derivanti dalla progressiva valorizzazione del progetto immobiliare nel Principato di Monaco per un apporto lordo cumulato di 500 milioni nel triennio.
5) Migliorerà la redditività a livello di gruppo (Rote al 20%) – rettificato degli utili non ricorrenti al 17% (dal 14%) – e divisionale: il Wealth management è atteso registrare il maggior incremento della redditività ( passando dal 4,% al 5,2%; il Cib è atteso migliorare al 2,2% (dall’1,9%), il Credito al consumo stabile al 2,9%.
6) Crescita nella remunerazione degli azionisti sino a 4,9 miliardi nel triennio di cui 4,5 miliardi in dividendi e 0,4 miliardi tramite il completamento del piano di riacquisto e cancellazione di azioni proprie previsto nel piano al 2026 presentato nel maggio 2023. L’aumento della distribuzione è consentito dalla maggiore generazione di capitale (circa 280 base annui, +30% da 220 punti base) derivante dall’elevata redditività e dall’assenza di impatti regolamentari negativi nei prossimi anni.
7) Ottimizzazione della struttura del capitale con Cet1 al 14% (dal 15%) ed emissione di strumenti At1 per 750 milioni, che portano il Tier1 capital al 15,5%. La banca ricorda che il progetto di integrazione con Banca Generali è interamente finanziato dall’utilizzo della partecipazione in Generali. Al 2028 il risultato operativo salirà da quasi 1,9 a quasi 2,3 miliardi (+7%), il Rote si attesterà al 17% ordinario e al 20% stated.
Mediobanca e il “percorso virtuoso” rafforzato con Banca Generali
Secondo Mediobanca “il percorso virtuoso” previsto con l’ok all’aggiornamento al 2028 sarà ulteriormente rafforzato dall’offerta su Banca Generali. L’operazione – spiega il gruppo in una nota – che mira all’integrazione di Banca Generali nella divisione Wm di Mediobanca, imprime una forte accelerazione alla trasformazione del Gruppo Mediobanca e realizza l’obiettivo del Piano “One Brand – One Culture” di affermare definitivamente il Gruppo come Wealth Manager, distintivo per posizionamento (Private & Investment Bank, “Pib”), brand, capacità di attrarre talenti professionali e remunerare gli azionisti.
La combinazione crea un leader di mercato, secondo in Italia per totali attivi e rete distributiva (circa 3.700 professionisti), con la maggiore capacità di crescita organica (oltre 15 miliardi di Nnm annue) nella fascia alta del mercato del risparmio gestito italiano. Il comune dna di eccellenza e la forte complementarità manageriale e di competenze tra Mediobanca e Banca Generali – si legge ancora – rafforzano ulteriormente il razionale industriale dell’operazione, rendendo il conseguimento delle sinergie visibile e a basso rischio di esecuzione.