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Mediaset e Vivendi verso la pace: oggi assemblea del Biscione

Il fatto che Vivendi non abbia depositato il suo pacchetto d’azioni Mediaset (25,75%) in vista dell’assemblea di oggi è considerato un segnale distensivo per un accordo prima dell’udienza in tribunale del 19 dicembre – Banche ancora sotto tiro – Finisce la net neutrality

Mediaset e Vivendi verso la pace: oggi assemblea del Biscione

Niente di nuovo sul fronte delle banche centrali. La Bce ha ribadito di essere pronta ad aumentare, se necessario, la potenza di fuoco del QE, sia per l’ammontare degli acquisti che per la durata dello stimolo. La ripresa si irrobustisce ma non è sufficiente a far decollare l’inflazione: “Le pressioni domestiche sui prezzi restano nel complesso tiepide e ancora non mostrano convincenti segnali di un sostenuto andamento verso l’alto”. Dopo la Fed, dunque, anche la Bce ha lanciato un segnale di continuità sulla rotta già tracciata. E lo stesso hanno fatto in giornata la Bank of England e la Banca Nazionale Svizzera.

USA, SALTA LA NET NEUTRALITY. BATTAGLIA SUL FISCO

Archiviati questi messaggi, i mercati hanno rivolto altrove la loro attenzione. In particolare a Washington, teatro della prossima battaglia per l’approvazione della riforma fiscale, che i repubblicani intendono far passare prima di Natale, ma anche teatro ieri di un epico scontro sulla Net Neutrality. La Fcc, l’autorità per le comunicazioni, ha cancellato il principio della parità del diritto di accesso sul web. D’ora in poi i gestori telefonici (i proprietari dei binari su cui corre la rete) potranno dare la precedenza ad alcuni operatori e rallentare altri “treni”. La riforma è passata con 3 voti (repubblicani) contro 2 (democratici). La novità promette di incidere profondamente sul futuro di Internet ma anche nell’evoluzione dei media nel giorno dell’annuncio del secolo: il passaggio di buona parte dell’impero di Rupert Murdoch a Walt Disney per 66,1 miliardi di dollari. Il titolo Fox sale del 6,5%, Walt Disney +2,8%.

BITCOIN ANCORA SU. NETANIAHU: LE BANCHE SPARIRANNO

In questa cornice ricomincia imperterrita da marcia del Bitcoin, saldamente sopra i 17 mila dollari davanti a Ethereum, altra moneta elettronica che nella notte ha stabilito un nuovo prezzo record (753,12 dollari) con un rialzo da vertigine (un anno fa trattava a 7,8 dollari). A far shopping sono soprattutto i giapponesi che, dopo i divieti posti dalle autorità cinsi e le minacce di quelle coreane, rappresentano oltre il 40% deli acquirenti.

Intanto le criptovalute hanno trovato uno sponsor autorevole: Benjamin Netaniahu. “Le banche sono destinate a sparire? La risposta è sì”, ha detto il premier di Israele, Paese chiave per lo sviluppo del Fintech. “Quando succederà? Già domani? E a causa del Bitcoin? È questo il punto interrogativo”, ha aggiunto il leader ripreso su YouTube mentre discute con i collaboratori.

DEBOLE L’ASIA. SALE SOLO MUMBAI

L’ascesa, per il quinto mese di fila, dell’indice della fiducia delle imprese giapponesi (ai massimi da 11 anni) non è stata sufficiente ad imprimere slancio al Toro sui listini asiatici.

A Tokyo l’indice Nikkei (-0,1%) si avvia a chiudere l’ultima seduta della settimana con un lieve ribasso, così come Sidney. Avanza il coreano Kospi (+0,5%). Ieri il premier Moon si è recato in visita a Pechino, senza però ottenere grandi rassicurazioni da Xi Jingping sull’impegno cinese per tenere a bada Kim.

La Borsa di Hong Kong perde l’1%, stessa variazione per l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen.

In rialzo invece l’India, nell’attesa di una vittoria elettorale del partito di governo. L’indice BSE Sensex di Mumbai guadagna lo 0,7%. Il BJP del premier Narendra Modi dovrebbe arrivare ad avere almeno un centinaio di seggi al parlamento dello stato del Gujarat, ben oltre i 92 che servono per avere la maggioranza. La rupia si rafforza su dollaro a 64,1 da 64,3 del giorno prima, il cross è sui massimi da settembre.

FRENA ANCHE WALL STREET. PETROLIO IN TENSIONE

Si è fermato anche il rialzo di Wall Street, in attesa dell’esito del duello sulla riforma fiscale. A frenare la spinta rialzista sono state le dichiarazioni del senatore Marco Rubio che minaccia di non votare il testo attuale se non ci saranno correzioni sugli aiuti ai minori.

L’indice Dow Jones arretra dello 0,3%, il Nasdaq -0,28%. L’ndice S&P 500 cede lo 0,41%

In tensione i prezzi del petrolio, sostenuti dalle difficoltà degli oleodotti inglesi. Il Wti sale a 57,19 dollari (+0,8%), Brent a 63,35 dollari (+0,1%).

A Piazza Affari in salita Eni (+0,2%).La società ha chiuso la cessione a Exxon Mobil di una quota in un giacimento in Mozambico: incasso 2,8 miliardi di dollari, circa 2,3 miliardi di dollari di plusvalenza. Con questa operazione il debito scende nella parte bassa delle indicazioni societarie. Goldman Sachs ha alzato il target price a 17,8 euro. Saipem -1,8%, Tenaris-1,5%.

PIAZZA AFFARI, LE VENDITE NON SI FERMANO (-0,93%)

La seconda correzione consecutiva dei titoli bancari, accompagnata da quella delle utility, ha portato in rosso le Borse europee, che hanno chiuso sui minimi di giornata. Milano, come sempre capita nelle giornate più difficili per il comparto del credito, è stata la Borsa peggiore. L‘indice Ftse Mib è arretrato dello 0,93%, a 22.191 punti. La ritirata sotto 22.450 punti è il primo concreto segnale di debolezza ma, a differenza di mercoledì, il ribasso è stato generale. Perciò Piazza Affari conserva il vantaggio accumulato da inizio 2017: +16% contro +8,5% dell’indice Eurostoxx globale.

Il calo ha infatti coinvolto tutti i listini: Madrid -0,82%, Parigi -0,78%, Francoforte -0,44%. L‘istituto di ricerca Ifo ha migliorato le previsioni di crescita per l‘economia tedesca nel 2018, quando la crescita del Pil dovrebbe attestarsi al 2,6%, dal 2,0% della stima indicata in precedenza. Confermata al 2,3% la stima di crescita del Pil per quest‘anno.

TASSI, FERME ANCHE BANK OF ENGLAND E LA SVIZZERA

Londra -0,65%. il Comitato della Bank of England ha votato all’unanimità contro un rialzo dei tassi, mantenendoli allo 0,5% e lasciando invariato anche il programma di allentamento quantitativo a 435 miliardi di sterline. Per i tecnici dell’Istituto centrale inglese, i dati macroeconomici suggeriscono una frenata della crescita dell’economia britannica nel quarto trimestre del 2017, mentre l’inflazione è prossima al suo picco dopo il rialzo al 3,1% a novembre.

In calo anche Zurigo (-0,12%). La Banca nazionale svizzera ritiene ancora necessaria la politica monetaria ultra accomodante nonostante il recente calo del franco (-8% quest’anno). L‘istituto centrale ha mantenuto l‘intervallo target per il tasso di riferimento a tre mesi a -1,25/-0,25%, in linea alle attese.

MA L’ECONOMIA VA. MARKIT: UN FINALE D’ANNO SUPER

Le imprese della zona euro stanno chiudendo il 2017 sui massimi di quasi sette anni, con la domanda in ripresa, i prezzi in salita e gli indicatori prospettici che indicano un avvio ricco di attività per il 2018. Le aziende manifatturiere che segnano il miglior mese dei due decenni di storia dell‘indagine e con un‘accelerazione dell‘attività anche per il terziario. “È una fine dell‘anno super… È un quadro solido di espansione ad ampio raggio”, ha commentato Chris Williamson di Ihs Markit, l’istituto che cura l’indagine.

LO SPREAD SFIORA DI NUOVO 150 PUNTI

I Btp hanno chiuso in ribasso, specie nel tratto extra lungo, in attesa dell’operazione di concambio in titoli di Stato di oggi.

Non è mancata una certa dose di volatilità nel pomeriggio. Dopo essere sceso sul minimo di 145 punti base durante la conferenza stampa di Draghi, lo spread Btp/Bund si è riportato rapidamente verso l’alto. Lo spread Italia-Germania si è allargato di 10 punti base chiudendo attorno a quota 150. Il decennale ha sfiorato l’1,80%.

Nel concambio di oggi, il sesto da inizio anno, via XX settembre offrirà massimi 2 miliardi del Btp lungo agosto 2039 a fronte del ritiro di cinque tra Ctz, Ccteu e Btp con scadenze tra marzo 2018 e agosto 2019.

MALE IL CREDITO, BENE IL GESTITO

Nel listino milanese ancora sotto tiro le banche. La conferma, pur scontata della politica accomodante della Bce combinata con il clima di pessimismo sugli assetti politici italiani ha favorito nuove vendite sul settore del credito. L‘indice dei titoli bancari italiani cala dell‘1,4%, Stoxx europeo di settore -0,6%.

Segnano ribassi massicci Intesa (-2,23%), Bper Banca (-1,98%) e Ubi (-1,64%). In controtendenza Unicredit (+0,4%).

Positivo al contrario il risparmio gestito che beneficia di una situazione di rendimenti reali delle attività prive di rischio vicine allo zero. Banca Mediolanum+1,3%, Azimut +1,4%.

Bene anche le assicurazioni. Generali è in rialzo dell’1%, UnipolSai dello 0,7%.

VIVENDI DISERTA L’ASSEMBLEA DEL BISCIONE. PROVE DI INTESA

Vivendi non parteciperà oggi all’assemblea di Mediaset (-0,2%) convocata per deliberare il cambiamento dello statuto con l’introduzione del voto di lista maggiorato. La società che fa capo a Vincent Bolloré non ha depositato il suo pacchetto di azioni Mediaset, pari al 25,753%. Un segnale che distensivo che potrebbe facilitare un accordo prima dell’udienza il tribunale del 19 dicembre per il contenzioso su Mediaset Premium. Nielsen ha diffuso intanto le prime indicazioni sul mercato della pubblicità in Italia: in ottobre, la raccolta di Mediaset ha subito un calo del 7,9%.

Pesante Telecom Italia (-1,7%): in assenza di novità sulla separazione della rete, il mercato sconta ormai un rinvio a dopo le elezioni.

LUXOTTICA, SÌ UE ALLE NOZZE CON ESSILOR

Note positive in arrivo dal lusso. Yoox Net à Porter (+2%) è stata la migliore tra le Large Cap italiane. Luxottica +0,6%: secondo Reuters, l’Antitrust dell’Unione Europea ha dato il via libera all’aggregazione con Essilor. La società ha anche rinnovato l’accordo di esclusiva con Tiffany.

EXPRIVIA ACQUISTA ITALTEL, DIGTAL MAGICS NEL FOOD

Nuovo ribasso per Trevi (-5,43%) in attesa di novità sull’accordo di standstill.

In grande evidenza invece Exprivia (+10,45%) . La società ha sottoscritto l’81% di Italtel, storico leader nel mercato delle telecomunicazioni e oggi impegnato nello sviluppo di tecnologie e soluzioni per la trasformazione digitale.

Nel listino Aim in evidenza Digital Magics (+4,1%), spinto dalla notizia dell’entrata nella squadra del business incubator di SmartIsland, startup che sviluppa prodotti e servizi tecnologici per le industrie agroalimentari.

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