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Marte, progetto italiano sulle prime verdure coltivabili

Tre scienziati italiani hanno riprodotto in una serra ipertecnologica nel deserto dell’Oman le condizioni ambientali di Marte e scoperto che cavolo cappuccio, amaranto, senape e ravanello sono perfettamente coltivabili e mangiabili

Marte, progetto italiano sulle prime verdure coltivabili

Cavolo cappuccio, amaranto, senape e ravanello: sono state raccolte e mangiate le quattro verdure piantate da un team di tre scienziati italiani in una serra ipertecnologica nel deserto dell’Oman dove sono state riprodotte le condizioni ambientali di Marte. Sara Piccirillo dell’Agenzia spaziale italiana, Luca Nardi dell’Enea e Francesco Cavalieri dell’Università di Milano hanno scelto queste piante per la loro capacità di adattarsi in un ambiente estremo e di crescere in fretta.

Quattro ‘microverdure’ il cui ciclo vegetativo è durato in tutto 15 giorni, il periodo minimo necessario alla crescita di queste varietà. Il progetto, chiamato ‘HortExtreme’ è stato allestito nell’ambito della missione Amadee-18 coordinata dall’Austrian Space Forum. “Gli astronauti impegnati nella missione in Oman ci hanno riferito che le verdure sono buone, le hanno condite con olio e sale. Presto un prototipo di queste coltivazioni sarà sperimentato anche in alta quota – ha spiegato Sara Piccirillo all’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor – e successivamente in Antardide, per cercare condizioni ambientali e soprattutto di temperatura ancora più  vicine a quelle di Marte”.

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