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Malavita e ortofrutta: un business da 16 miliardi l’anno

Blitz dei Carabinieri contro la cosca Piromalli della ‘Ndrangheta, accusata di esercitare “un radicale controllo sul mercato ortofrutticolo di Milano” – Coldiretti denuncia: “L’ortofrutta è sottopagata agli agricoltori, ma dal campo alla tavola i prezzi salgono del 300% anche per il controllo monopolistico operato dalla malavita”.

La criminalità organizzata nel settore agroalimentare vale 16 miliardi l’anno. Lo scrive in una nota la Coldiretti, sottolineando che “la malavita si appropria di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di danneggiare l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy”.

Gli aspetti patologici dell’indotto agroalimentare, “come la lievitazione dei prezzi di frutta e verdura nella filiera che va dal produttore al consumatore– continua la Coldiretti – sono frutto non solo dei monopoli, ma anche delle speculazioni dovute alle infiltrazioni della malavita nelle attività di intermediazione dai mercati ortofrutticoli. L’ortofrutta è sottopagata agli agricoltori su valori che non coprono neanche i costi di produzione, ma i prezzi moltiplicano fino al 300% dal campo alla tavola anche per effetto del controllo monopolistico dei mercati operato dalla malavita in certe realtà territoriali”.

La denuncia dell’associazione prende le mosse da un’operazione dei Carabinieri del Ros, che questa mattina ha messo a segno un blitz contro la cosca Piromalli, considerata dagli investigatori una delle più potenti della ‘ndrangheta. Sono 33 i provvedimenti di fermo emessi dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

I fermati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio, tentato omicidio e altri reati aggravati dalle finalità mafiose. Al centro delle indagini del Ros le attività criminali della cosca che ha diramazioni in Lombardia e negli Stati Uniti, dove l’Fbi sta ora svolgendo “approfondimenti investigativi”.

Gli accertamenti hanno documentato, in particolare, la penetrazione della cosca nel tessuto economico della piana di Gioia Tauro e la sua capacità di esercitare un “radicale controllo sugli apparati imprenditoriali, nei settori immobiliare e agroalimentare, con riferimento anche al mercato ortofrutticolo di Milano”. Sequestrati beni per un valore complessivo di 40 milioni di euro.

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