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Lupi (Ncd) e il vizio delle clientele

Maurizio Lupi deve avere una passione speciale per i porti, o meglio per piazzare amici personali o sodali di partito alla presidenza delle Autorità portuali: dopo il caso dell’Autorità portuale del Nord Sardegna, c’è quello di Cagliari, ancora più scandaloso.

Lupi (Ncd) e il vizio delle clientele
Maurizio Lupi deve avere una passione speciale per i porti, o meglio per piazzare amici personali o sodali di partito alla presidenza delle Autorità portuali. Oltre alla vicenda dell’Autorità portuale del Nord Sardegna per la quale il ministro è inquisito dalla Procura di Tempio Pausania, c’è anche la vicenda dell’Autorità portuale di Cagliari che, secondo la ricostruzione dell’ Unione Sarda, è, se possibile ancora più scandalosa.

La vicenda è presto detta. Alla presidenza di detta Autorità viene nominato Piergiorgio Massidda ex senatore Pdl che dopo alcuni mesi viene giudicato dal Consiglio di Stato ( che si era mosso su ricorso di alcuni cittadini) ” totalmente incompetente e privo dei requisiti necessari” a ricoprire tale incarico. A questo punto il Ministro Lupi che fa? Decide il commissariamento dell’Ente e guarda caso nomina il suddetto Massidda commissario straordinario.

La vicenda avrà un nuovo iter giudiziario sia presso la Giustizia amministrativa che, forse, quella penale. Ma al di là delle vicende giudiziarie, quello che occorre mettere in rilievo è l’aspetto politico della questione delle nomine e di come certi partiti ( ma forse più o meno tutti) le usino per fini clientelari e cioè per conquistare attraverso la gestione di importanti società pubbliche voti e ,spesso, anche sostegni finanziari.

Sul Corriere della Sera di lunedì Ernesto Galli della Loggia, ha ben delineato le cause politiche della nostra ormai lunga stagnazione economica. Alle ideologie dominanti nei primi 25 anni del dopoguerra si è via via sostituita una politica sempre più impegnata nella ricerca del consenso tramite la concessione di favori e prebende a corporazioni o vasti settori della cittadinanza. Questa è la causa dell’esplosione della spesa pubblica e , cosa ancor più grave, del collasso dello Stato e del non funzionamento delle istituzioni. Infatti se i posti di comando, non solo in politica, vengono assegnati senza tener in alcun conto criteri di competenza e senza alcuna volontà di valutare i risultati, allora è evidente che alla lunga nessuna istituzione e nessuna azienda pubblica può svolgere il proprio ruolo di fornire ai cittadini servizi efficienti ed a costi contenuti. E  questo spiega perché la politica delle mance e dei favori in cambio di voti, abbia portato alla stagnazione e ora all’arretramento della nostra economia.

Non è giusto che tutto il peso della correzione di rotta sia affidato all’autorità giudiziaria. Questo comporta ulteriori distorsioni sia per il ruolo dei giudici sia l’operatività e credibilità della politica.Se nei palazzi della politica non esistono regole per valutare il merito dei partiti e delle persone, perché mai i cittadini dovrebbero avere fiducia nelle autorità e nelle istituzioni?

In particolare si può dire che la frammentazione politica in tanti piccoli partiti tenuti insieme non tanto da una propria visione della società , ma da corposi interessi di gruppo, ha accentuato l’assalto alle casse pubbliche ed ai posti di sottogoverno. Alfano ed i suoi cosa rappresentano oggi in Italia? Sono un gruppo di parlamentari che gode di una rendita di posizione, un insieme di notabili che utilizzano le posizioni di potere per allargare la propria base di consenso elargendo poltrone e favori. Di questo bisogna tener conto quando si discute di riforma elettorale. E’ giusto porre l’esigenza della rappresentanza, ma se vogliamo tentare di uscire dal pantano in cui ci troviamo,l’accento oggi va posto sulla governabilità. Con buona pace dei giudici della Corte Costituzionale che con la loro sentenza hanno dato una mano all’ulteriore degrado del sistema Italia.

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