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Local utilities: nel 2013 quinto gruppo industriale italiano

REPORT MEDIOBANCA – Il settore ha realizzato nel 2015 un fatturato da 30,7 miliardi di euro, in crescita del 34,2% sul 2006 – Hera è la local utility quotata che ha dato maggiori soddisfazioni ai sottoscrittori: +61,4% dall’Ipo – La quota pubblica vale 15,8 miliardi.

Local utilities: nel 2013 quinto gruppo industriale italiano

Nel 2013 le local utilities hanno realizzato ricavi per 30,7 miliardi di euro, in crescita del 34,2% sul 2006 (a fronte del +9,8% dell’industria), diventando di fatto il quinto gruppo industriale italiano. Lo rivela una ricerca dell’Area Studi Mediobanca intitolata “Economia e Finanza delle principali società partecipate dei maggiori enti locali”. 

Viene preso in considerazione un campione di 115 enti locali e società partecipate dal pubblico con una quota non inferiore al 33% e con un fatturato superiore a 50 milioni. 

Le local utilities, sempre dal 2006, hanno generato utili per 4,7 miliardi nonostante le maxi perdite del trasporto pubblico locale (-1,6 miliardi cumulati). Le aziende elettriche hanno invece prodotti profitti per 4,7 miliardi. 

Solo nel 2013 il trasporto pubblico locale e il settore dell’igiene urbana, sono costati alla collettività 4,7 miliardi, mentre lo stesso trasporto pubblico locale, dal 2006 ad oggi, ha assorbito risorse pubbliche per 23 miliardi.

Dal report Mediobanca emerge inoltre che Hera è la local utility quotata che ha dato maggiori soddisfazioni ai sottoscrittori dall’Ipo. Dalla quotazione a fine 2014, la multiutility dell’Emilia Romagna è cresciuta in Borsa del 61,4%, mentre Acea è rimasta stabile, Acsm-Agam ha perso il 43,9%, A2A il 56,8% e Iren il 63,7%. 

Allo stesso tempo, risultano in costante ascesa i proventi netti realizzati dagli enti locali azionisti con gli importi cumulati che partono dai 112 milioni del 2003 e arrivano ai 2,6 miliardi del 2013 dopo che già a fine 2010 sfioravano i 2 miliardi, attestandosi a 1,985 miliardi. 

Per quanto riguarda invece il dividend yield, nel 2012 e il 2013 le local utility quotate sono tornate a fare meglio dei titoli di Stato. 

Infine, il portafoglio delle partecipate degli enti pubblici italiani vale 15,8 miliardi (di cui 4,2 miliardi di valore di Borsa), ovvero il 17% del debito degli stessi enti locali presi in considerazione. Che cosa succederebbe se tutte queste partecipazioni venissero dismesse? Se investito a un rendimento ipotetico (ma prudenziale) del 2%, il valore delle partecipate frutterebbe circa 330 milioni l’anno contro dividendi 2013 incassati per 370 milioni. 

Se utilizzato per rimborsare il debito, porterebbe invece a minori interessi passivi annui per 520 milioni. Tra gli enti locali più ricchi spicca il Comune di Milano (1,9 miliardi di partecipazioni a livello di patrimonio netto pro quota), davanti a Roma (1,22 miliardi), Torino (1 miliardo) e Brescia (993 milioni); la prima Regione e’ la Lombardia (411 milioni). 

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