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Lo spread Btp-Bund risale a quota 294 e mette in crisi banche e Borsa: Piazza Affari perde lo 0,6%

I Btp tornano in sofferenza e lo spread risale a quota 294: banche e Borsa ne fanno le spese – Milano perde lo 0,65%, deboli anche i listini europei – Mediobanca nell’occhio del ciclone ma soffrono anche Ubi e Mediolanum – In controtendenza Terna: il piano Cattaneo convince il mercato – In recupero Azimut e Saipem – Bene Buzzi ed Exor

Lo spread Btp-Bund risale a quota 294 e mette in crisi banche e Borsa: Piazza Affari perde lo 0,6%

Milano riduce le perdite sul finale ma chiude in rosso (-0,65%) affossata dalla banche mentre lo spread chiude sopra i 290 punti base. Peggior titolo del Ftse Mib è Mediobanca -3,86%, Ubi cede il 2,45%, Bper -1,72%, Unicredit l’1,7%, Intesa -1,63%. Mps in controtendenza: +1,14% mentre vanno avanti le indagini e gli interrogatori delle Procure. Mussari, a quanto è emerso oggi, è indagato per falso in prospetto e manipolazione di mercato. In positivo anche Bpm +1,09% sempre sulla scia delle attese di novità sulla trasformazione in spa.

La Procura di Trani intanto non si ferma: oltre ai derivati ha aperto un nuovo filone di indagine per truffa che riguarda i bond emessi da banche italiane e venduti a decine di risparmiatori del nord barese nelle indagini della procura di Trani.

Sul fronte bancario, rimane alta l’attenzione sugli sviluppi per le norme sul capitale. Il negoziato tra governi-Europarlamento-Commissione procede con fatica. Secondo fonti Ue l’obiettivo e’ lavorare perche’ il Parlamento Ue possa pronunciarsi su un testo di compromesso a marzo o aprile. Tra i punti caldi la questione dei bonus dei banchieri. La presidenza irlandese della Ue propone che le regole entrino in vigore dal primo gennaio 2014.

Milano non è la sola a chiudere in perdita, le altre principali piazze europee fanno ancora peggio con l’eccezione di Londra (+0,20%): Parigi -1,40% e Francoforte -1,09% nonostante i dati sugli ordini all’industria per il mese di dicembre diffusi oggi si siano rivelati leggermente meglio delle attese: +0,8% congiunturale contro lo 0,7% atteso dagli analisti ma comunque in rallentamento rispetto all’1,8% consolidato in novembre.

I mercati e l’euro, che ha chiuso sul dollaro in lieve calo a 1,3532, guardano ora alla riunione della Bce di domani. “Continua ad essere molto sostenuta la volatilità del mercato – spiega Davide Marone, analista finanziario di FXCM Italia – L’azionario, in particolare quello europeo, ha nuovamente stornato in maniera importante mentre meno evidente è stata la dinamica sul mercato valutario. L’eurodollaro ha infatti ripiegato, andandosi però a infrangere sull’importante supporto a 1,35 da cui verosimilmente si riporterà sulle resistenze di breve a 1,3540 e 1,3575. Questi infatti potrebbero essere i livelli di consolidamento e attesa prima del meeting della BCE di domani che dovrebbe rivelarsi a supporto dell’euro. Diverse fonti da Francoforte paventano infatti l’assenza di strategy exit dalle misure non convenzionali (LTRO e OMT) nell’ambito di una visione che vedrebbe con favore un rafforzamento della moneta unica per l’efficacia della trasmissione della politica monetaria e per l’aumento di fiducia nei confronti dell’Europa”.

Anche a Wall Street scendono le banche con gli indici che si muovono deboli attorno alla parità: alla chiusura dell’Europail Dow Jones cedeva lo 0,07% e il Nasdaq saliva dello 0,02%. La società che gestisce l’indice tecnologico Usa è però finita nel mirino della Sec per l’Ipo Facebook. Secondo il Wall Street Journal, l’operatore di Borsa è in trattative preliminari, ma l’accordo pare sia in salita, con la Securities and Exchange Commission, la Consob americana, su un possibile accordo per archiviare la vicenda che ha trasformato in un flop l’attesissimo sbarco in Borsa del social network. Il gruppo va incontro a una multa di circa 5 milioni di dollari, ovvero l’1% circa dei costi provocati a Wall Street dai problemi causati durante l’Ipo di Facebook, lo scorso 18 maggio. Da settimane le autorità di regolamentazione americane chiedono informazioni più dettagliate incontrando resistenze da parte del Nasdaq Omx Group.

A Piazza Affari oltre alle banche è in fondo al Ftse Mib anche Tenaris -3,01%. Sul listino Snam cede l’1,53% mentre Telecom Italia cede l’ 1,39%. La società domani nel primo pomeriggio riunirà il cda per esaminare i conti preliminari, il piano industriale 2013-2015 e la possibile vendita di La7 o di tutta Telecom Italia Media.

In controtendenza sul Ftse Mib Azimut +3,72%, Buzzi Unicem +2,80%, Saipem +2,32%, Exor +2,31% e Terna +1,90% dopo la diffusione dei conti 2012 e la conferma della politica dei dividendi.

Dopo il tonfo Seat balza del 18,18%. Ieri il cda di Seat Pagine Gialle ieri ha deliberato di chiedere l’ammissione alla procedura di concordato preventivo non riuscendo più a far fronte al pagamento del debito. Dalle comunicazioni Consob è emerso che Sothic Capital Management, hedge fund londinese specializzato in distressed situations, ha azzerato la sua partecipazione in Seat Pagine Gialle alla fine di gennaio. L’azzeramento della partecipazione è avvenuta a ridosso della comunicazione da parte di Seat del ricorso al concordato preventivo e Consob ha acceso un faro.

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