Wall Street inverte la rotta con i dati sul petrolio e frena le Borse europee. I listini del Vecchio Continente chiudono la seduta in rialzo ma sotto i massimi di giornata, con l’eccezione di Francoforte che scivola in territorio negativo. Il Dax cede infatti lo 0,25% mentre Londra sale dello 0,54%, Parigi dello 0,30%. Milano è la migliore con un guadagno dello 0,85%.
E’ ancora forte la domanda per il debito italiano nonostante il nuovo calo dei tassi. Il rendimento del Btp triennale ha registrato un nuovo minimo storico allo 0,02%, i Btp a sette anni si sono mostrati sostanzialmente stabili con rendimento allo 0,99% dallo 0,92% e i titoli a 15 anni hanno registrato un tasso in discesa al 2,03% dal 2,14%. Il ministero dell’Economia ha così collocato tutti i 6,785 miliardi di euro massimi offerti, con un costo di finanziamento in sensibile calo.
Il dato macroeconomico che oggi ha mosso i mercati è stato il record delle scorte settimanali di petrolio in Usa, che sono salite di 234mila barili a 482,558 milioni. Disattese le previsioni dell’American Petroleum Institute, che aveva anticipato un ribasso di 3,9 milioni di unità per gli stock di petrolio. Subito dopo la pubblicazione del dato il Wti ha messo il freno rallentando a 30,77 dollari al barile, +1,08%, da un rialzo del 3,3% a 31,45 dollari sostenuto dai dati cinesi arrivati in mattinata sulle importazioni di Pechino di oro nero arrivate a livelli record il mese scorso e che hanno allentato le tensioni sull’economia cinese.
Il Dow Jones cede lo 0,66% e l’S&P500 lo 0,44% ma i ribassi sono guidati dal Nasdaq -1%. Pesano i titoli biotech e Amazon e Netflix. Tiene General Electric sulla scia del previsto taglio di 6.500 posti di lavoro in Europa, dopo l’acquisizione degli asset energetici di Alstom, decisa lo scorso novembre, e il probabile trasferimento del quartier generale globale a Boston, in Massachusetts, dall’attuale sede di Fairfield, in Connecticut. Sempre sul fronte macroeconomico negli Usa si è registrato un aumento del 21,3% delle richieste di mutui negli Stati Uniti.
A Piazza Affari il listino è trainato dal comparto delle banche popolari per il fermento legato all’M&A: Bpm +5,6%, Banco Popolare +4,21% con la trattativa per la fusione con Bpm in dirittura d’arrivo, Bper +3,05%, Ubi Banca +2,33% in corsa anche lei ancora per Bpm. In evidenza anche Generali +1,98%. In positivo anche le altre principali banche: Unicredit +0,22% e Intesa +1,85%. Bene anche Bmps +1,89% che risale dai minimi storici toccati nei giorni scorsi.Intanto, nei numeri Bankitalia, i prestiti in sofferenza del sistema bancario italiano a novembre hanno sfondato il muro dei 200 miliardi lordi arrivando a segnare 201,02 miliardi.
In fondo al Ftse Mib il risparmio gestito con Anima -3,5% e Azimut -2,21% e il lusso con Moncler -2,75% e Tod’s -2,38%. Oggi L’assemblea straordinaria dei soci di Tod’s ha approvato con il 99,9% dei voti a favore degli azionisti l’aumento di capitale da 207 milioni e l’acquisizione del marchio Roger Vivier dalla Gousson della famiglia Della Valle.