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Libretti al portatore: stangata per chi non li estingue entro il 2018

Chi si presenterà in banca con un libretto al portatore dal primo gennaio 2019 in poi sarà segnalato dall’istituto al ministero dell’Economia, che potrà applicare una sanzione particolarmente pesante

Libretti al portatore: stangata per chi non li estingue entro il 2018

I libretti al portatore sono quasi al capolinea. Quelli bancari come quelli postali ancora in circolazione dovranno essere estinti o convertiti entro il 31 dicembre 2018. Attenzione ai tempi, perché si rischia parecchio: chi si presenterà in banca con un libretto al portatore dal primo gennaio 2019 in poi sarà segnalato dall’istituto al ministero dell’Economia, che potrà applicare una sanzione da un minimo di 250 a un massimo di 500 euro.

Tutto ciò avviene in forza del decreto legislativo 90/2017, che recepisce la direttiva europea sul risparmio, volta a contrastare il riciclaggio e il finanziamento occulto del terrorismo. È lo stesso provvedimento che dallo scorso 4 luglio ha proibito l’emissione di nuovi libretti al portatore.

Con la nuova scadenza, che riguarda i libretti emessi prima del 4 luglio, scompare definitivamente uno strumento molto usato in Italia dalle famiglie, soprattutto come forma di deposito per i risparmi dei minorenni.

“Per informare e sensibilizzare i clienti su cosa fare in vista della prossima scadenza del 31 dicembre l’Abi invita tutti coloro che sono ancora in possesso di libretti al portatore a recarsi in banca nei prossimi giorni, verificando gli orari degli sportelli della propria filiale di riferimento, per effettuare l’estinzione nei termini previsti dalla legge ed evitare eventuali sanzioni”, si legge in una nota dell’Associazione bancaria italiana.

Cosa cambia, allora, dall’anno prossimo? Semplice: si potranno aprire libretti di risparmio soltanto di tipo nominativo. Questo significa che le procedure diventeranno inevitabilmente più complicate, perché l’impiegato postale o bancario dovrà identificare il beneficiario.

Nell’ultimo bilancio di Poste Italiane i libretti valgono ancora 119 miliardi di euro, ma – per fortuna – la maggior parte è ormai di tipo nominativo.

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