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L’high tech domestico soffre e anche l’e-commerce cala

Dopo anni di crescita le vendite totali mondiali di prodotti high tech per la casa si sono arrestate e per la prima volta di ferma anche l’e-commerce, soprattutto in Germania e in Cina – Le novità dell’IFA di Berlino

L’high tech domestico soffre e anche l’e-commerce cala

Il mondo miliardario dell’hi tech domestico è in crisi a causa del crollo dei consumi, che in alcuni comparti e in alcuni Paesi è davvero preoccupante. GFK ha comunicato, in occasione di IFA, Internationale Funkausstellung di Berlino che chiude mercoledì 11, che, con l’eccezione del mercato del Nord-America, dopo anni di crescita le vendite totali mondiali si sono arrestate, con una previsione di un calo – leggerissimo, ma inatteso – per la fine anno di circa lo 0,2%. E, per la prima volta anche l’e-commerce si ferma in particolare in Cina e in Germania. Gran brutto segno. È però inquietante il crollo degli acquisti dei primi sei mesi dell’anno in Cina in segmenti molto pesanti: -6,2 per cento per i majap contro un +2,7 per cento mondiale, un calo ulteriore per gli smartphone dopo due anni di cali a due cifre, e un -12 per cento per i Tv contro un -2 totale.

LE NOVITÀ SEMPRE PIÙ PRESENTATE DURANTE L’ANNO

Non sono solo i dati del mercato a lasciare preoccupati rivenditori e produttori, soprattutto per la frenata della Cina, anche la stessa gigantesca platea espositiva come questa – la più antica al mondo – soffre come del resto la rivale americana di Las Vegas, il CES, Consumer Electronics Show, di un gigantismo che da un lato costringe ad allargare le categorie dei prodotti all’auto e alla componentistica. E da un altro ha determinato la gemmazione dei format in Asia e in Medio Oriente. Infine un dato che inquieta sempre di più gli organizzatori di molte fiere specializzate (con l’eccezione dei Saloni del Mobile di Milano): durante l’anno si moltiplicano le presentazioni delle novità delle aziende e i prodotti spesso arrivano nelle fiere quando sono già in vendita nei negozi.

Oppure, come accade per i tv e per la casa smart, le aziende continuano a presentare per anni improbabili innovazioni, inutili anticipazioni di prodotti fantasma. Tutto questo riempie di spumeggiante nulla le cronache dei blog ma non informa. Quanto ai trend – quelli reali – si afferma ulteriormente l’Intelligenza artificiale infusa addirittura nei frullini o nell’asciugacapelli. Gli assistenti vocali (Amazon Alexa prima di tutto, a distanza gli altri) sono disponibili ormai in quasi tutti gli apparecchi, dalla lavastoviglie alla telecamera, dalla lavatrice al robot aspirapolvere, dall’armadio-tintoria al tv e allo smartphone.

Tutto ciò consente di usare facilmente, con la voce, apparecchi-computer piuttosto complicati. La voce dunque al posto di display, App, manopole e touch screen. I device domestici lavano, trasmettono programmi, cucinano, raffreddano, puliscono, suonano, parlano e anche spiano l’utente e magari anche trasmettono, a sua insaputa, dati riservati alle grandi catene della distribuzione e alle multinazionali della tecnologia.

IL LUSSO SÌ, MA QUELLO CHE FUNZIONA

Il lusso, ovunque; GFK ha sottolineato nel suo ricco report comunicato in occasione di IFA, che gli unici segmenti in costante ascesa sono quelli delle fasce alte, dai tv 4K (ma arrivano anche gli 8K), dagli smartphone pieghevoli 5G ai piccoli elettrodomestici senza filo, “magnetici”, raffinatissimi, agli estrattori di ossigeno per quadruplicano la durata degli alimenti, ai piani a induzione che pesano, guardano i cibi e lavorano come assistenti cuochi. E dialogano con il frigo, scegliendo la ricetta in base a ciò che vi è rimasto dentro. No, non siamo ancora alla lettura delle etichette come promettono alcune aziende, ma ad un miglioramento generale che rende ogni device autonomo, pensante, comunicante e interattivo. 

I tv che si arrotolano? Sono stati srotolati davanti ai visitatori, di nuovo magnificati con inni gloriosi quindi riarrotolati e messi via per prossima presentazione. E i tv grandi come la parete? Una delizia improbabile. E quelli trasparenti? Impossibili come costi. E tutta la marea di strepitosi tv, pc e smartphone indossabili? Prodotti inesistenti o inaffidabili, vendite poco invitanti. E anche la tecnologia 8K offre – a costi elevati che resteranno tali – una qualità superiore al 4K ma onestamente assai poco percepibile nel salotto di casa. E percepibili, ma poco, solo quando negli stand si mettono a confronto tv a 4K e tv a 8K.

CHI VINCE NELL’HI TECH?

I cinesi. La Haier da sola vale un terzo dell’IFA, per la grande parata di brand di lusso e di storica notorietà assorbiti negli ultimi anni e da ultima la Candy con i suoi marchi Hoover e Candy. Una parata di risalto e di evidenza unici con una vera, completa e rodata piattaforma di casa intelligente con relativi servizi, una varietà inarrivabile di proposte –reali-per tutte le fasce del mercato ma con una comune condivisione di tecnologie compatibilissime, aperte, semplici da usare. Non conta più la specializzazione produttiva: l’Intelligenza Artificiale e la voce mettono in rete tra loro, con l’utente, con la sua auto e in remoto, tutti i device, quelli mobili, immobili, quelli in auto e nella borsa.

Oltre ai cinesi, vincono i GPS, che con geolocalizzazione aiutano sicuramente ad avere programmi tv su misura, conservazioni e cotture adatte all’umidità, lavaggi e asciugatura in base al meteo. Ma aprono altrettanto sicuramente l’auto, la casa e l’ufficio e pure il giardino agli hackers sempre più diabolici. Mentre i big della distribuzione e delle multinazionali stanno affinando l’inserimento di GPS e sensori invisibili e non facilmente rintracciabili per catturare i più reconditi desideri e usanze degli utenti. 

Non vince, invece, l’informazione che dovrebbe, a fronte di una miriade di proposte, fornire al consumatore strumenti utili per una scelta consapevole. Spiace constatare per esempio l’ermetica, irrigidita comunicazione delle aziende cinesi. Non sono… graditi i giornalisti che osano informare senza attenersi anche nelle virgole ai comunicati stampa spesso più vicini alla propaganda che all’informazione, Così si vedono stormi di giornalisti embedded, in viaggi stampa (pagati) al seguito delle aziende, impegnati in olè di entusiasmo non sempre giustificato.

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