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L’euro si ferma a 1,27 in attesa di buone notizie sulla Grecia

La moneta unica non riesce a sfondare il supporto a quota 1,27, mostrando una certa staticità nonostante il calo di stamattina, causato dalle aste spagnole e dai dati sul Pil di Madrid. Il franco svizzero in caduta libera sul dollaro americano da inizio maggio. Negli ultimi due mesi l’euro ha perso il 7% del suo valore sullo yen.

L’euro si ferma a 1,27 in attesa di buone notizie sulla Grecia

La moneta unica, dopo il tonfo di martedì, ha continuato a galleggiare lungo la soglia di supporto in zona 1,27.

Giovedì notte il cross eur/usd è rimasto sostanzialmente stabile attorno a 1,2742, registrando una certa stasi sui mercati asiatici.

Nelle prime ore della mattina, invece, l’apertura delle contrattazioni europee ha nuovamente spinto la moneta unica al ribasso, a partire dalle ore 8.

Sono stati soprattutto i dati sul Pil spagnolo e l’esito delle aste di Bonos a 3 e 4 anni a muovere la coppia, che si assesta in tarda mattinata vicina ai minimi toccati martedì, fallendo però nella rottura del supporto.

Il dato sul Pil di Madrid, in contrazione nel primo quarto dello 0,3%, e il risultato delle aste di titoli di stato che hanno registrato tassi raddoppiati nonostante una buona domanda, hanno avuto un ruolo nel movimento intraday, ma saranno ancora una volta i dati provenienti da Atene a muovere il mercato.

Come nei giorni scorsi, però, la rottura del supporto potrebbe essere agevolata dai dati americani sulle richieste di disoccupazione (ore 14.30), dalla pubblicazione dell’indice Bloomberg sulla fiducia dei consumatori (ore 15.45), dall’indice sulla produzione elaborato dalla Federal Reserve di Filadelfia (ore 16).

Eventuali segnali di miglioramento del contesto statunitense potrebbero, come già accaduto martedì, rinforzare il calo della moneta unica, ma un’eventuale rottura del supporto potrebbe non inscenare una rapida discesa verso quota 1,24: le recentissime aperture di Angela Merkel a una linea più soft sulla Grecia hanno il potenziale – quantomeno – di tenere momentaneamente in sospeso il tasso di cambio.

Sul fronte euro/yen, l’aumento oltre le attese della produzione industriale (pari all’1,3% destagionalizzato), e il dato sul Pil nipponico (in crescita dell’1% nel primo trimestre 2012), hanno spinto al rialzo lo yen, che si apprezza a quota 102.12.

In prospettiva storica, la moneta orientale cammina lungo un graduale percorso di rialzo sulla divisa europea: con l’eccezione del breve periodo ribassista di metà-fine aprile, l’euro è in caduta sullo Yen dalla fine di marzo, allorchè il cross si attestava a quota 110. La moneta unica ha perso sulla divisa di Tokio il 7% del suo valore negli ultimi due mesi.

Sul fronte dollaro australiano/franco svizzero, considerato valido indicatore delle prospettive di crescita cinese,la moneta di Down Under ha ripreso quota sul bene rifugio di Berna.

Il movimento è dovuto non tanto a previsioni più rosee su Pechino, quanto agli ingenti acquisti di valuta estera che la Banca Centrale svizzera ha dovuto adottare per tenere basso il valore del franco e proteggere le esportazioni.

Durante le turbolenze dei giorni scorsi, un eccessivo apprezzamento della valuta d’oltralpe causato da una corsa ai beni rifugio ha spinto il Governatore della SNB a rinforzare il programma di acquisto illimitato di euro e valuta estera, pratica in vigore a Berna ormai da mesi.

Non a caso, anche sul cross dollaro/franco svizzero, l’apprezzamento della valuta statunitense si è mostrato più veloce nei giorni passati, ma è dall’inizio di maggio che il cambio Chf/Usd volge al ribasso, dalla soglia di 1,10 di inizio mese all’1,05 odierno.

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