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L’erba del vicino è sempre più verde… di quella neozelandese

“Non andartene all’estero prima di aver visitato il tuo paese!”, così esortava, con il tono di un appello accorato, lo slogan di una campagna pubblicitaria che negli anni Ottanta puntava a rilanciare in Nuova Zelanda il turismo domestico.

L’erba del vicino è sempre più verde… di quella neozelandese

“Non andartene all’estero prima di aver visitato il tuo paese!”, così esortava, con il tono di un appello accorato, lo slogan di una campagna pubblicitaria che negli anni Ottanta puntava a rilanciare in Nuova Zelanda il turismo domestico. I risultati di una inchiesta condotta via Facebook su 6000 neozelandesi ha mostrato che 30 anni più tardi le cose non sono cambiate. I Kiwis – come si autodefiniscono i neozelandesi – preferiscono le mete estere, e mentre due terzi delle persone intervistate hanno visitato l’Australia (e un terzo gli Stati Uniti), soltanto un quarto si è spinto fino al Fiordland National Park, uno dei più bei parchi del mondo, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1990 e sito nell’angolo sud-occidentale dell’Isola del Sud. Chris Adams, coautore della fortunata serie televisiva ‘Wild About New Zealand’, osserva – sconsolato – che i turisti stranieri accorrono a frotte attratti dalle bellezze naturali della “Terra delle lunghe nuvole bianche”, come la chiamano i Maori, mentre i Kiwis scelgono quasi sempre, per le proprie vacanze, destinazioni estere. “La maggior parte di noi” commenta “non conosce bene il proprio paese. La Nuova Zelanda non è considerata una meta interessante dai suoi stessi abitanti, non crea entusiasmo e, di conseguenza, si investe ben poco nel promuovere il turismo domestico”. All’ultima campagna di oltre un trentennio fa, infatti, non ne sono seguite altre e l’attuale Tourism New Zealand Department non muove un dito, metaforicamente parlando, per incentivare il turismo interno, lasciando interamente il compito alle singole agenzie turistiche o alle organizzazioni regionali. Ma la situazione potrebbe cambiare e anzi, come sostiene Craig Wilson del Quality Tourism Development, deve cambiare. “E’ arrivato il momento di investire di più nel marketing domestico. Non è sano che il numero di neozelandesi che se ne va all’estero per le vacanze abbia raggiunto cifre record, e non è sano che ci siano tanti stranieri che hanno visto molta più Nuova Zelanda degli stessi Kiwis”.

http://www.nzherald.co.nz/travel/news/article.cfm?c_id=7&objectid=11164317  

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