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L’epidemia in Cina turba i mercati, lusso a rischio, Trump a Davos

Tutte in rosso stamani le Borse asiatiche: soffrono soprattutto i titoli del lusso e del turismo – Oro in ripresa – Le voci di un possibile merger con Nokian spingono Pirelli

L’epidemia in Cina turba i mercati, lusso a rischio, Trump a Davos

Lo spettro dell’epidemia fa irruzione sui listini asiatici, guastando l’atmosfera di festa per l’accordo sui dazi. Dalla Cina è arrivata la conferma delle prime vittime del coronavirus, un morbo che evoca il ricordo della Sars, la malattia che nel 2003 colpì la Cina, in particolare Hong Kong, mettendo a nudo le inefficienze del sistema, all’epoca lento nel reagire all’emergenza. La reazione dei mercati non si è fatta attendere.

Perde colpi stamane Shanghai, che lascia sul terreno l’1,5%. Fa peggio Hong Kong (-2,5%), anche a causa del downgrade di Moody’s. In deciso calo anche lo yuan.

L’epidemia, che finora ha provocato quattro vittime, si è manifestata alla vigilia delle partenze per le feste dell’anno lunare, che riguardano decine di milioni di cinesi.

Soffrono sui listini i titoli più legati al turismo e al settore lusso, strettamente legati ai consumi dei cinesi.

TOKYO NON TOCCA I TASSI, TREGUA CON PARIGI SULLA WEB TAX

In ribasso anche Tokyo (-1%). La Banca centrale ha deciso come previsto di non toccare i tassi d’interesse, che restano negativi. La BoJ prende atto con soddisfazione che l’aumento dell’Iva dall’8 al 10% non sta provocando un’emorragia dei consumi.

L’allarme ha contagiato anche il resto della finanza globale, peraltro concentrato su due altri eventi: l’apertura del processo per impeachment a Donald Trump e l’inizio degli incontri di Davos, dove è previsto l’intervento del presidente Usa, che così sottolinea di voler snobbare le disavventure giudiziarie in patria.

Alla vigilia del vertice, c’è stato un segnale di pace sui commerci: Francia e Stati Uniti hanno deciso di rinviare a fine anno la contesa sulle tasse digitali. Washington rinuncia così a rappresaglie sull’import di champagne e altre importazioni dall’Europa. Ma Trump si presenta più battagliero che mai all’assemblea dei potenti riuniti a Davos. In un tweet di ieri, Trump ha scritto che riporterà “centinaia di miliardi di dollari in più negli Stati Uniti d’America! Ora siamo NUMERO UNO nell’Universo!!”.

ORO IN RIPRESA, FRENA IL PETROLIO

In terreno negativo stamane sia i futures sull’ Eurostoxx che su Wall Street, che riaprirà i battenti oggi dopo i massimi segnati la scorsa settimana.

La fuga dal rischio ridà forza alle obbligazioni e agli altri beni rifugio: l’oro guadagna lo 0,3%, a 1.566 dollari.

I prezzi del petrolio sono in calo stamane dello 0,8%, sui timori di ripercussioni per il rallentamento della circolazione di merci e persone. Rientra in parte l’allarme per le tensioni in Libia, che restano comunque elevate.

Diversi Paesi, tra cui Francia, Germania, Belgio, Danimarca, Grecia, Italia, Olanda e Portogallo, parteciperanno alla missione nello stretto di Hormuz per garantire l’agibilità di una rotta chiave per il commercio del petrolio.

Eni ha ceduto ieri solo lo 0,24%, incurante della parziale riduzione della produzione di petrolio nel giacimento libico di El Feel, gestito in jv con la libica National Oil Corporation. Equita rileva che “l’impatto sulle stime 2020 dovrebbe essere di modesta entità, intorno all’1% dell’Eps”.

 Meglio le oil services, come Saipem (+0,64%); piatta Maire Tecnimont.

L’FMI: IL QE HA GARANTITO MEZZO PUNTO DI PIL

Seduta povera di emozioni e di scambi ieri sui mercati europei, come capita ogni volta che viene meno la bussola del mercato Usa. Nemmeno la presentazione a Davos dell’aggiornamento delle stime del Fondo Monetario ha suscitato l’attenzione degli investitori: il World Economic Outlook ha previsto che la crescita globale accelererà al 3,3% nel 2020, rispetto al 2,9% del 2019. Ma la stima è stata ridotta di 0,1 punti percentuali rispetto alla proiezione di ottobre, mentre la previsione per il 2021 frena a 3,4% (da 3,6%). Ma un dato va sottolineato: la ricerca mette in evidenza che, senza il taglio dei tassi da parte della Fed e senza la prosecuzione del Qe da parte della Bce, il Pil sarebbe stato più basso di mezzo punto sia nel 2019 che nel 2020.

Piazza Affari (-0,02%) resta per un soffio sopra quota 24 mila. Sull’indice ha pesato lo stacco delle cedole di Snam (-2,16%) e di Enel (-1,24%), su cui Ubs ha alzato il target a 8,25 euro da 7,5.

Dalla ricerca del Fmi arriva la conferma che l’Italia crescerà molto più lentamente degli altri Paesi europei: +0,2% nel 2020, +0,5% nel 2021. La Germania è attesa in crescita dell’1,1% nel 2020 e dell’1,4% nel 2021.

Le vendite prevalgono a Madrid (-0,22%) e a Parigi (-0,36%), sotto la pressione sui titoli del lusso, frenati dalle notizie sull’epidemia di polmonite in Cina. Lvmh lascia sul terreno il 2,2%, peggior titolo dell’Eurostoxx 50.

In rosso anche Londra (-0,32%). Significativi i risultati del produttore di acqua tonica di qualità premium Fevertree Drinks, ai minimi da oltre due anni dopo aver annunciato una crescita dei ricavi del 10%, quindi inferiore alle aspettative a causa del rallentamento del commercio in Gran Bretagna durante il periodo natalizio.

Meglio Francoforte (+0,17%): Prosiebensat (+2,21%), partecipata di Mediaset (-0,5% a Milano Sell per Goldman Sachs, target price 2,45 euro), avanza grazie a una raccomandazione di Citi. La società tedesca di test genetici Qiagen avanza di circa 4% portandosi in cima all’indice STOXX 600 sulle voci di una prossima cessione.

Il mercato obbligazionario non offre spunti di rilievo. Bund decennale -0,21%, Fermi i Btp a 1,36%. Gli investitori guardano con apprensione alle elezioni regionali in Calabria ed Emilia-Romagna.

LE VOCI SU NOKIAN SPINGONO PIRELLI, SOFFRE MONCLER

In grande evidenza in Piazza Affari Pirelli (+1,7%), sostenuta da voci, non confermate, di un possibile merger con Nokian.

La blue chip peggiore è stata Moncler (-2,9%), colpita dalle possibili conseguenze sul turismo dell’epidemia di polmonite in Cina.

In un mercato povero di scambi perdono colpi i bancari: Unicredit -1,75%, Intesa -0,77%. Respira invece Atlantia (+0,97%).

L’ECONOMIA VERDE SPINGE ERG E FALCK

Moody’s ha cambiato stamane l’outlook di Nexi a stabile da positivo.

In attesa di Davos, brillano le rinnovabili: Falck Renewables +4,54% dopo le dichiarazioni dell’ad, Toni Volpe, secondo cui “il prossimo piano industriale mostrerà una accelerazione della crescita nell’eolico, solare e sullo stoccaggio di energia”. Erg + 2,9%.

BRILLANO ALCUNE STELLE DELLO STAR

Giornata positiva per diverse mid cap. Volano Biesse (+8%), Aedes (+8%) ed Elica (+7%).

Tiscali +4,8%: la società punta ad un Ebitda margin del 25%, dopo l’arrivo di nuovi azionisti.

Soffre Sogefi (-4,6%) sull’onda downgrade a reduce da parte di Kepler Cheuvreux. Venerdì il titolo aveva ceduto il 6,87%.

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