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Le previsioni Prometeia: ripresa a singhiozzo per tutti, tranne la Germania

Il rilancio dell’economia Usa non sembra sufficientemente solido – In Asia, alle difficoltà del Giappone, si somma la necessità di evitare il surriscaldamento delle economie degli emergenti – Nell’area euro, le tensioni sui debiti sovrani dei paesi periferici hanno aumentato il costo del finanziamento del debito anche dell’Italia.

Prometeia presenta oggi a Bologna il Rapporto di Previsione sulle prospettive di breve-medio termine dell’economia internazionale e italiana. Quelli che seguono sono i contenuti principali.

RIPRESA ALTALENANTE E ITALIA IN RITARDO
Dopo il rimbalzo ciclico della prima parte dello scorso anno, dall’autunno l’economia italiana si è fermata, come risulta evidente sia dall’andamento della produzione industriale che da quello del Pil. A ben vedere, tuttavia, a partire da febbraio e per tre mesi, la produzione italiana ha ripreso a crescere, trascinando verso l’alto il secondo trimestre: è come se l’industria italiana avesse reagito con un paio di mesi di ritardo alla domanda proveniente dall’Europa. Ma, è in arrivo una nuova doccia fredda: anche questa rincorsa sembra già arrivata al capolinea, perché le informazioni qualitative disponibili, prevedono incrementi sostanzialmente nulli per maggio e giugno. Dunque, una ripresa che si conferma estremamente fragile e altalenante. Nei prossimi mesi si sommeranno all’economia italiana fattori specifici che agiranno da freno.
Un euro più apprezzato che penalizza le nostre esportazioni, un’inflazione sempre superiore a quella dei principali partner e un mercato del lavoro ancora molto debole che limiteranno la ripresa della spesa delle famiglie. Inoltre, la necessità da parte del sistema bancario italiano di procedere all’adeguamento ai criteri di capitale stabiliti da Basilea III manterrà l’erogazione del credito estremamente attenta. Per quanto riguarda l’ occupazione, dopo la caduta del primo trimestre le unità di lavoro potrebbero tornare a crescere, sia pure con la lentezza imposta dalla debolezza del ciclo economico. Tuttavia, la caduta pregressa è tale che, a meno di revisioni che l’Istat potrà apportare ai profili trimestrali dei dati, nella media dell’anno si registrerà una ulteriore contrazione delle unità di lavoro standard.

LE DIFFICOLTA’ USA PER IL RIENTRO DEL DEBITO
Negli Usa, gli interventi espansivi della politica di bilancio approvati a dicembre 2010 e previsti per il 2011 e il 2012 non hanno fornito l’impulso desiderato alla domanda interna. Mentre il Congresso cerca di trovare un accordo sulle poste di bilancio da ridurre per definire un sentiero di rientro del debito pubblico nel medio periodo, alcuni analisti ritengono necessario prorogare al 2012 quei provvedimenti espansivi che scadono a fine anno. Il grande imputato per questa debolezza rimane l’occupazione che stenta a generare una ripresa in grado di sostenere la formazione di reddito disponibile delle famiglie. Il mercato del lavoro evidenzia come 6,9 milioni di lavoratori americani hanno perso il posto di lavoro dal 2007-2008 e non l’hanno ancora ritrovato. Questo condizionerà per qualche anno i consumi delle famiglie americane.

IN GIAPPONE EFFETTO TSUNAMI SUL RAPPORTO DEFICIT PIL
In Giappone, i costi del terremoto di marzo e del successivo blocco della produzione si sono rivelati più elevati di quanto valutato tre mesi or sono e implicano una correzione alla previsione del Pil per il 2011 di più di un punto percentuale. La fase di ricostruzione è già iniziata, in linea con gli standard giapponesi. Prometeia non ritiene che i provvedimenti per la ricostruzione incidano in modo strutturale sul sentiero di crescita giapponese. Le spese per la ricostruzione graveranno sulle finanze pubbliche e il debito pubblico potrà essere superiore al 210 per cento del Pil nel 2014.

LA TRAGEDIA GRECA METTE IN OMBRA IL BOOM TEDESCO
In Europa, le tensioni politiche legate allo sviluppo della situazione in Grecia tendono a far passare in secondo piano il vigore della ripresa economica che ha nella Germania il rappresentante più significativo. La fase di ripresa ciclica tedesca supera per intensità quella degli anni novanta e quella degli anni 2000 con riferimento al Pil e assegna un ruolo trainante alle esportazioni e agli investimenti produttivi e in costruzioni. Tuttavia, sino a ora la Germania non sembra avere fornito un impulso significativamente diverso dal passato ai partner europei, poiché le importazioni tedesche di merci e servizi sono cresciute in linea con quanto sperimentato nelle precedenti fasi cicliche. In prospettiva, Prometeia ritiene che vi siano le condizioni per un consolidamento del contributo della Germania alla crescita europea, legato a una diversa composizione della domanda, pur in presenza di una riduzione del ritmo di espansione.

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