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LE PAGELLE DEL CALCIOMERCATO: Juve regina, Inter ok, Milan all’inferno

PRIME PAGELLE DEL CALCIOMERCATO – Per ora la Juve è la regina, anche se deve ancora trovare un top player in attacco e vendere parecchio – L’Inter si è svecchiata: deve ancora trovare un regista, vendere Julio Cesar, Maicon e Pazzini e decidere su Sneijder – Il Milan è in ginocchio dopo le cessioni di Ibra e Thiago Silva: si spera nel miracolo di Galliani

LE PAGELLE DEL CALCIOMERCATO: Juve regina, Inter ok, Milan all’inferno

E’ di nuovo tempo di pagellone. Mentre gli italiani si preparano al maxi-esodo vacanziero (e qualche fortunato ci leggerà direttamente dalla spiaggia), il calciomercato prosegue senza soste. L’ultima settimana è stata caratterizzata dal Milan e dalle sue cessioni illustri. In un colpo solo sono andati via Thiago Silva e Ibrahimovic, perdite pesantissime per i rossoneri ma anche per il calcio italiano. La crisi economica questa volta ha colpito l’oasi felice del pallone, anche se poi i grandi big continuano a guadagnare cifre esorbitanti (e in alcuni casi, vedi Ibra, ottengono perfino l’aumento!). Ora tutti gli occhi sono puntati su Berlusconi e Galliani, ma non bisogna sottovalutare nemmeno le mosse di Juventus e Inter. I campioni d’Italia sono quasi al completo e l’ultima casellina da riempire (il top player) è quella che tiene alta l’attenzione dei tifosi. Anche i nerazzurri hanno sogni e obiettivi, ma prima devono vendere per fare cassa. Dunque, chi si sta muovendo meglio tra le grandi del nostro campionato?

JUVENTUS 7,5

La Juventus resta la regina (italiana) del calciomercato. In un momento di crisi come questo, i bianconeri hanno investito tanto, potenziando la squadra in tutti i reparti. La difesa (la migliore dello scorso campionato) ha aggiunto due tasselli importanti: Lucio e il giovane Masi. Esperienza e freschezza, le componenti che tutti cercano. Anche a centrocampo Marotta si è mosso piuttosto bene, acquistando Asamoah e Isla, ottimi rinforzi per un reparto che poteva già contare su Pirlo, Marchisio e Vidal. Peccato per aver perso Verratti, che avrebbe davvero completato alla perfezione la mediana bianconera, ma tirarsi indietro dinnanzi a Sua Maestà Psg non è più un reato. A conti fatti dunque l’unico reparto da sistemare è l’attacco, al momento non all’altezza rispetto al resto della squadra. Le idee della società sembrano un po’confuse: cerca una prima punta (Van Persie) o un jolly offensivo (Jovetic)?  Probabilmente tutti e due. Nel senso che l’olandese è il sogno proibito, ma se proprio non si riesce a prendere allora meglio cambiare obiettivo. Una cosa sembra certa: il top player porterà ad una cessione importante, tipo Matri (il candidato più probabile) o Quagliarella. Unico neo: la campagna in uscita stenta. Felipe Melo, Krasic, Martinez e Iaquinta sono ancora a Torino, ben lontani dall’essere ceduti, e chi è partito (tipo Motta) lo ha fatto in prestito gratuito. Gli ingaggi alti frenano le vendite, ma i soldi servono.

INTER 6

Piena sufficienza anche per l’Inter, che piano piano sta portando avanti il suo progetto. L’idea è quella di svecchiare la rosa riducendo pesantemente il monte ingaggi, senza per questo perdere in competitività. Per ora i lavori sono in corso e la sensazione è che proseguiranno fino alla fine del mercato. I nerazzurri infatti stanno incontrando numerose difficoltà soprattutto nelle cessioni. Julio Cesar, Maicon e Pazzini sono i casi più spinosi. Il primo è rimasto scottato dalla decisione dell’Inter di accantonarlo in favore di Handanovic, e dà la sensazione di voler tenere tutti sulle spine ancora per un po’. Poi se ne andrà, probabilmente all’estero (Tottenham?), per la gioia di Moratti e delle casse interiste. L’altro separato in casa è Pazzini, che sta rifiutando tutte le offerte. La Lokomotiv Mosca lo avrebbe coperto d’oro, così come Wolfsburg e Werder Brema, ma lui vuole l’Italia e aspetta la proposta della Juve, per quello che sarebbe uno sgarbo non indifferente. Per Maicon è tutto fermo, così come per Sneijder, che a parole è fondamentale (Moratti dixit) ma nei fatti potrebbe partire. Situazioni spinose, che bloccano le operazioni in entrata. Lucas è ancora sui banchi del mercato, ma bisogna muoversi prima che lo prenda qualcun altro, o che il prezzo diventi proibitivo. Di mezzo c’è un Olimpiade, che potrebbe far schizzare alle stelle la sua quotazione. Lavori in corso anche a centrocampo: va bene Mudingayi, ma a questa Inter manca un regista. Paulinho sembra sfumato, Branca e Ausilio dovranno inventarsi qualcosa. Detto questo, il mercato nerazzurro resta sufficiente, perché Handanovic, Silvestre, Palacio e Guarin (nuovo acquisto a tutti gli effetti) sono ottimi colpi.

MILAN 4,5

Mezzo voto in più per la fiducia, che Galliani merita dopo 27 anni di duro lavoro. Per il resto il mercato del Milan è da pelle d’oca, e, ça va sans dire, non si tratta di un complimento. Le cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic avranno anche portato in cassa una vagonata di milioni, ma tecnicamente hanno devastato la squadra. Il brasiliano era considerato da tutti il miglior difensore del mondo, lo svedese il valore aggiunto, l’unico capace di vincere partite (e campionati) da solo. Ora non ci sono più, dunque il voto non può che essere gravemente insufficiente. Certo, il mercato è ancora lungo e Galliani ha tutto il tempo per ridare un senso alla squadra, ma difficilmente gli arrivi saranno in grado di offuscare le partenze. Mentre scriviamo il nome più caldo sembra essere quello di Matri, un buon attaccante ma ben lontano dalla strapotere fisico e tecnico di Ibra. Anche per la difesa girano molti nomi, e anche qui i paragoni con il passato sono impietosi. Ma a preoccupare non sono solo le mancanze dei due grandi big. Il Milan ha dato un taglio netto col passato, rinunciando in un colpo solo a tutte le vecchie glorie, decisione comprensibile dal punto di vista anagrafico ed economico, ma comunque molto rischiosa. Nonostante la permanenza di capitan Ambrosini lo spogliatoio è terra di nessuno, e viste le numerose teste calde (su tutte Cassano e Boateng) c’è di che preoccuparsi. Da Montolivo a Costant, passando per Acerbi e Traorè, i nuovi arrivati sembrano essere soprattutto scommesse, con tanti polmoni ma poca esperienza. E siccome anche le vecchie pecche sono rimaste tali (non c’è un regista e manca un terzino sinistro di qualità), il voto resta impietoso. In attesa che Galliani realizzi ancora una volta le nozze coi fichi secchi, o se preferite l’ennesimo miracolo.

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