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Le Borse scommettono sulla pace tra i Grandi

I mercati si avvicinano, tra speranze e timori, al confronto diretto di venerdì sera a Buenos Aires tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping da cui dipende la fine o no della guerra sui dazi – In alto mare invece il dialogo tra il Governo italiano e la Ue sulle correzioni alla manovra – Oggi l’asta Bot

Le Borse scommettono sulla pace tra i Grandi

I mercati si avvicinano, tra speranze e timori, al confronto diretto tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping in programma venerdì sera a Buenos Aires.

Ieri le Borse hanno tremato di fronte alla prospettiva di un fallimento del meeting ventilato da Trump, salvo riprendere quota ieri sera dopo le parole di Larry Kudlow, il consigliere economico del Presidente: “Ci sono buone possibilità” di arrivare a un accordo, ha detto, “anche se per ora non abbiamo segnali di disponibilità da parte loro. Ma ho buone speranze”. Nessuna replica da parte cinese, ma da Pechino arriva un messaggio eloquente: il giornale del partito ha annunciato che Jack Ma, ceo di Alibaba, l’impresa simbolo della Cina più legata al modello Usa, figura tra gli iscritti al Pcc. Un buon modo per segnalare la compattezza del Drago di fronte all’offensiva Usa.

AVANZA LA CINA, PIATTO IL NASDAQ

Positive le Borse Asiatiche. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen guadagna l’1,3%, l’Hang Seng di Hong Kong l’1%, il Taiex di Taipei l’1%. Salgono meno le Borse della Corea della Sud (+0,3%) e dell’India (+0,3%).

Contrastati i mercati Usa. Poco mosso il Nasdaq (+0,01%). Meglio nel finale, grazie alle parole di Kudlow, sia il Dow Jones (+0,44%) che lo S&P 500 (+0,33%).

In un’intervista al Washington Post (il giornale a lui più ostile), Trump ha lanciato un missile contro General Motors, -2,5% in Borsa dopo la minaccia del presidente di cancellare i contributi previsti per l’auto elettrica dopo l’annuncio dei tagli di 14 mila posti di lavoro negli stabilimenti Usa.

TRUMP ATTACCA FED E PUNISCE GM

Nell’occasione il presidente ha scagliato nuove pesanti critiche alla Fed. “È colpa loro – ha dichiarato – se Gm ha preso una decisione del genere: non sono per niente soddisfatto di Powell”. Stasera il governatore della Fed parlerà a New York al convegno della società degli economisti. Ieri, in quella sede, il suo vice Richard Clarida (la vera mente della banca, secondo gli osservatori) ha difeso la linea della gradualità in tema di rialzo tassi. Il governatore della Fed si St. Louis, James Ballard ha avvertito che nei prossimi due anni, la Banca centrale potrebbe essere chiamata ad affrontare il pericolo di un crack dell’economia. In linea con queste ultime indicazioni è JP Morgan, la quale, si aspetta nel corso del 2019 un progressivo indebolimento del dollaro.

MICROSOFT SORPASSA APPLE, BRILLA IL TECH CINESE

Da segnalare il diverso rapporto con la politica dei Big della tecnologia in Usa e in Cina. Apple ha pagato ieri le minacce di Trump sui dazi con un forte ribasso (-1,6%): l’azienda, che produce in Cina, sarà colpita dalle misure dell’amministrazione. Il titolo (-20% nell’ultimo mese) ha così perduto lo scettro di società numero uno per valore di Borsa, scavalcata da Microsoft.

Al contrario, Alibaba, unico titolo tech in salita a Wall Street, sale del 9,5% nel mese. Tencent, ieri + 3%, da ottobre guadagna il 21%.

TENARIS -10% IN ARGENTINA SOTTO LA LENTE DEI GIUDICI

Il petrolio rimbalza, +1,3% il Brent, a 61 dollari il barile (ieri -0,4%). L’American Petroleum Institute, dietro al quale c’è la lobby dei petrolieri statunitensi, segnala una buona ripresa della domanda nell’ultima settimana.

Ieri Saipem -1,12% dopo il balzo della vigilia, anche se Exane Bnp Paribas ha alzato il giudizio a “outperform” da “neutral”. Eni cede 0,71%.

La nota negativa arriva da Buenos Aires. Tenaris, società controllata dalla famiglia italo argentina dei Rocca, ieri sera ha perso quasi il 10% alla Borsa argentina. I giudici che indagano su un ramificato caso di corruzione di alti funzionari del precedente governo, hanno aperto un’indagine anche sul presidente Paolo Rocca.

Stamattina il cross euro dollaro è poco mosso, 1,130, all’incirca sui minimi delle ultime tre settimane.

CONTE: LA STABILITÀ SOCIALE PRIMA DEI BILANCI

Non solo Trump. Le posizioni del governo italiano e quelle della Commissione Ue restano molto distanti, a danno dell’entusiasmo, prematuro, di lunedì. Una nota di palazzo Chigi ha ribadito che la manovra “non è una questione di decimali: obiettivo del Governo è rilanciare la crescita e lo sviluppo”. “La stabilità sociale – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera il premier Giuseppe Conte – vale più dei bilanci”.

DOMBROVSKIS: LE CORREZIONI DEVONO ESSERE CONSISTENTI

“Non discuto questa o quella cifra – è stata la replica a distanza del commissario Pierre Moscovici – non si tratta di cercare una media ma di rispettare le regole, si possono rispettare con flessibilità ma devono essere rispettate”. E Valdis Dombrovskis, parlando con La Stampa, è esplicito: le correzioni alla manovra “devono essere consistenti”.

Non si ferma intanto l’ingranaggio della procedura europea per debito eccessivo. I capi di stato e di governo Ue appoggeranno giovedì la proposta della Commissione europea, che chiede di muoversi nei confronti dell’Italia sul piano disciplinare per il mancato rispetto del criterio del debito. Ma i tempi per l’avvio formale della procedura potrebbero slittare a febbraio.

MILANO RALLENTA, SPREAD A 293, OFFERTI 5,5 MILIARDI A LUNGO

Milano -0,43% dopo una mattina in altalena, ha preso la via del ribasso chiudendo a 9.150 punti. I volumi hanno sfiorato i 2 miliardi di euro.

In terreno negativo anche gli altri listini: Francoforte -0,4%, Parigi -0,24%, Londra -0,29% e Madrid -0,08%.

Poco mosso sul secondario lo spread fra decennale italiano e tedesco risalito a quota 293 ma sotto quota 300 per tutta la seduta. Le aste della mattinata sono andate abbastanza bene e il Tesoro ha collocato 2,5 miliardi di titoli a 2 anni con rendimento in calo, anche se per il Btp 5 anni indicizzato il rendimento è risultato in crescita rispetto a giugno. Oggi è in programma l’asta Bot.

Ieri sera a mercato chiuso il ministero dell’Economia ha annunciato che giovedì offrirà Btp a 5 e 10 anni e due Ccteu per minimi 4 e massimi 5,5 miliardi, un importo “leggero” secondo gli esperti.

BANCA GENERALI SUPERSTAR

Contrastata la marcia dei bancari dopo il balzo in avanti della vigilia. Fa eccezione Banca Generali (+3,77%): sale l’attenzione del mercato per l’Investor Day in agenda per lunedì. Rimbalza anche Bper (+3,51%). Deboli i big: Intesa -0,1%, Unicredit -0,23%. Ubi -0,3%. Pesa su questi titoli il taglio del target price da parte di Morgan Stanley.

I DAZI FRENANO IL LUSSO. INCHIODA FERRARI

Sale la tensione sui dazi, perde colpi il comparto lusso: Moncler -2,93%, Ferrari -3,72%. In calo anche Luxottica: -1,22% alla vigilia della chiusura dell’Ops e in vista dell’assemblea di Essilor Luxottica di domani.

Sale invece Tim (+0,7%). La Commissione Finanze Senato ha approvato nella notte i due emendamenti di M5s e Lega che incentivano l’aggregazione fra le reti telefoniche. Gli emendamenti incentivano, tra l’altro, la nascita della newco con un sistema tariffario incentivante sul modello Rab di Terna e Snam. Il decreto fiscale va oggi in aula.

Mediaset +1,5% dopo la prima vittoria in giudizio contro il ricorso di Vivendi sull’ammissione in assemblea delle azioni acquisite nel corso della scalata.

FALCK RENEWABLES DÀ UNA SCOSSA

Bene Falck Renewables (+2,92%) che ha completato l”acquisizione del 49% di Energia Eolica de Castilla. Negli ultimi 12 mesi il titolo è salito del 56%.

Nell’Aim da segnalare Cellularline (+2,55%) ha siglato un accordo di distribuzione con Samsung.

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