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Le Borse dribblano la paura di varianti e chiudono in rialzo

Piazza Affari è tra le Borse più vivaci e segna un rialzo dello 0,5% grazie ai progressi di titoli industriali (Prysmian e Cnh anzitutto) e del risparmio gestito (Azimut e Banca Mediolanun)

Le Borse dribblano la paura di varianti e chiudono in rialzo

Il sentimento economico della zona euro vola ai massimi da 21 anni; l’inflazione tedesca a giugno si porta al 2,1% e supera il target della Bce, ma risulta inferiore al balzo di maggio (+2,4%); Christine Lagarde è ottimista per l’area della moneta unica e vede nei Green bond l’occasione per creare un mercato dei capitali europeo; Wall Street apre positiva e le banche salgono, così l’indice S&P500 aggiorna il suo record insieme al Nasdaq (che al momento però è piatto). Sono queste le premesse della performance odierna dei listini europei che chiudono in frazionale rialzo trainati da Francoforte +0,88%. Milano sale dello 0,52% a 25.357 punti; Londra si apprezza dello 0,22%; Parigi +0,14%; Amsterdam +0,46%; piatta Madrid +0,03%.

La variante Delta del nuovo coronavirus continua a fare paura, perché sembra che il Covid stia cercando di vincere la corsa contro i vaccini, anche se da Moderna oggi arriva la notizia che il suo siero funziona contro tutte le varianti, incluse quelle identificate per la prima volta in Sudafrica, Nigeria e India e il titolo vola a New York. Sulla piazza americana sono ben comparte anche le banche, che distribuiranno 2 miliardi di dividendi extra nel prossimo trimestre – secondo i calcoli del Financial Times – dopo il via libera che la Federal Reserve ha fornito in seguito agli stress test della scorsa settimana, superati brillantemente da tutti e 23 gli istituti principali del paese. 

Facebook si muove in rosso, dopo aver superato ieri per la prima volta mille miliardi di capitalizzazione, diventando la quinta azienda a varcare questo traguardo, dopo Apple, Microsoft, Amazon e Alphabet. Sul mercato valutario l’euro è debole contro il dollaro, ma al momento tratta oltre la soglia di 1,19 persa in precedenza. Tra le materie prime il petrolio è in frazionale rialzo, con il Brent in crescita dello 0,65% a 74,62 dollari al barile.

Ricca l’agenda macroeconomica, che porta una ventata di ottimismo nella zona della moneta unica. A giugno l’economic sentiment dell’area è salito ai massimi di 21 anni grazie all’accelerazione del ritmo delle vaccinazioni che ha portato a ulteriori riaperture e migliorato il mood in tutti i settori, in particolare retail e servizi. Il sentiment in Germania ha segnato i massimi di sempre ed è migliorato nei sei maggiori paesi della Ue, eccezion fatta per la Spagna, dove ha registrato una lieve flessione.

In Germania è salita anche l’inflazione a giugno, oltre il target della Bce, ma meno che nel mese di maggio. Tanto è bastato però perché il rendimento dei titoli di Stato tedeschi aumentasse, nella prospettiva che la Bce, nonostante le recenti rassicurazioni, possa vedersi costretta modificare la sua politica monetaria. Parlando al Business economic forum Christine Lagarde ha osservato che “nel 2022 ci sono possibilità per l’economia che solo nel 2019 apparivano lontane almeno un decennio”. Lo spread tra decennale italiano e tedesco sale a 112 punti base, con il tasso del Btp a +0,87% e quello del Bund a -0,25%.

In Piazza Affari brillano oggi i titoli del risparmio gestito, promossi da Deutsche Bank: Azimut +3,3% (su cui la banca tedesca ha migliorato il rating a ‘buy’ da ‘hold’, citando possibilità interessanti di crescita all’estero e una valutazione a sconto di circa il 40% rispetto ai concorrenti); Banca Mediolanum +2,32% (dopo il riavvio della copertura da parte di Deutsche Bank con il giudizio ‘buy’). In scia Banca Generali +0,94%. Tra le banche rimbalza Intesa, +1,16%, mentre prosegue il calo delle ex popolari. È piatta Unicredit +0,06%, nonostante resti al centro dell’attenzione in una prospettiva di nuove aggregazioni. Per Alessandro Mazzucco, presidente della fondazione Cariverona (azionista della banca) il gruppo deve perseguire una politica positiva di espansione.

Ai piani alti del listino si trovano titoli del settore salute come Amplifon +1,89% e Diasorin +1,85%. Bene gli industriali, spinti dall’ottimismo sulle prospettive economiche Cnh +2,08%, Prysmian +1,32%, Ferrari +1,11%. Spunti su Telecom, +0,89%, con il Messaggero che parla di gruppi di lavoro con Cdp per verificare la fattibilità e le eventuali modalità del progetto rete unica. La retromarcia del governo sul cashback (la cabina di regia ha deciso di sospendere la norma per sei mesi), oltre ad agitare le acque della maggioranza, con i 5 stelle contrari, pesa sulla seduta di Nexi, -1,2%. Arretra Atlantia, -091% e archiviano un’altra seduta debole i titoli petroliferi.

Fuori dal paniere principale non si ferma l’emorragia di Ferragamo, -2,61%, all’indomani della nomina del nuovo amministratore delegato Marco Gobbetti. Per Equita e Intesa Sanpaolo l’arrivo di un manager di razza come Gobbetiti riduce l’appeal speculativo del titolo, denotando la volontà della famiglia di perseguire il rilancio del gruppo in autonomia e diminuendo le chance di un cambio di controllo. Pesa inoltre la bocciatura di Jefferies, con il giudizio che passa a ‘hold’ da ‘buy’, mentre il prezzo obiettivo scende a 18 da 21,50 euro.

La Juventus cede l’1,77%. Secondo fonti Reuters la società avrebbe sondato un gruppo di banche per valutare la risposta del mercato a un eventuale aumento di capitale per soddisfare esigenze di ripatrimonializzazione da 300-400 milioni di euro. Le fonti hanno tuttavia precisato come non sia stata ancora presa nessuna decisione e che si stanno valutando anche altre opzioni.

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