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Le Borse dribblano AstraZeneca e ritrovano fiducia

La crescita oltre le attese dell’indice della fiducia delle imprese in Germania e il netto recupero del Nasdaq danno sprint anche ai listini azionari europei – Piazza Affari in rialzo sulla spinta delle banche – Spread a quota 95

Le Borse dribblano AstraZeneca e ritrovano fiducia

Il risiko bancario anima Piazza Affari, che chiude in rialzo dello 0,5% (a 24.261 punti), in un contesto europeo positivo sorretto dalla fiducia tedesca nella ripresa economica. 

Il controverso vaccino di AstraZeneca resta sospeso per ora in molti paesi della Ue, ma l’azienda non ne risente in Borsa e si apprezza a Londra come a New York, mentre l’Ema (agenzia europa del farmaco) ribadisce che i benefici del siero anti Covid della società anglo-svedese continuano ad essere superiori ai rischi.

Francoforte sale dello 0,72%, trascinata dall’impressionante corsa di Volkswagen (+10%), che scommette sulla mobilità elettrica; svetta anche Zalando (+4,75%) dopo i conti.

Sono inoltre in progresso Amsterdam +0,71%, Parigi +0,32%, Madrid +0,24% e Londra +0,8%. Oltreoceano Wall Street è contrastata, ma ha già toccato diversi record intraday dopo i nuovi massimi segnati ieri. Al momento il Dow Jones è in leggero calo (-0,35%), mentre il Nasdaq sta salendo (+0,6%) con Apple, Alphabet, Netflix, Microsoft. Intanto ha preso il via la riunione della Fed che si chiuderà domani e da cui si attende una risposta ai timori di un  surriscaldamento dell’economia, dopo il piano Biden da 1900 miliardi di dollari. È probabile che Jerome Powell ribadirà la promessa di voler mantenere una politica accomodante, ma ci si chiede a quanto a lungo questa politica potrà durare. I dati macro di oggi dicono che le vendite al dettaglio negli Usa sono diminuite a febbraio del 3%, più di quanto previsto; i prezzi all’importazione sono aumentati dell’1,3%, oltre le stime, mentre la produzione industriale è calata del 2,2% a febbraio. Non si registrano al momento nuove tensioni sui Bond. Si guarda soprattutto al decennale, il cui rendimento appare stabile, intorno a 1,6%.

In Europa il quadro macroeconomico non promette invece scintille a breve, anche per la campagna vaccinale che stenta a decollare, mentre la pandemia ancora colpisce duro, costringendo molti paesi, compresa l’Italia, a lunghi periodi di clausura. Deutsche Bank taglia le previsioni di crescita economica per il 2021 per la zona euro di un punto percentuale, citando le conseguenze dei lockdown. Alza invece le stime per Gran Bretagna, Stati Uniti e India.

Non a caso la Bce intende evitare la crescita dei rendimenti dei titoli di Stato, prima che l’economia dell’area sia pronta a sostenere costi di finanziamento più alti. È quanto ha ribadito in un’intervista il capo economista di Eurotower Philip Lane, sottolineando che in questa luce si deve leggere la decisione della scorsa settimana della Bce di accelerare gli acquisti di bond per i prossimi tre mesi.

Sul mercato valutario l’euro sta scendendo contro il dollaro e si muove in area 1,189. Per Simon Harvey, analista valutario di Monex Europe. “Il modo in cui comunicherà la Fed influenzerà il dollaro e si cominceranno ad avere i primi spunti su come l’istituto interpreterà l’obiettivo dell’inflazione media”.

Fra le materie prime l’oro è poco mosso, mentre il petrolio tratta in ribasso, allarmato dallo stop al vaccino di Astra Zeneca in Europa e dalle conseguenze che un ritardo nell’immunizzazione potrà avere sulla ripresa economica dell’area. Il Brent cede l‘1,1% e tratta intorno a 68,10 dollari al barile.

In ogni caso sale a marzo l’indice tedesco Zew che misura la fiducia sulle condizioni economiche e si porta a 76,6 punti. È aumento maggiore di quello previsto da alcuni analisti che stimavano un risultato pari a 74 punti. Continua così la parabola ascendente dell’indice Zew che già a febbraio aveva compiuto un balzo salendo dai 61,8 punti di gennaio ai 71,2 punti.

In Piazza Affari sono i titoli bancari a brillare nel firmamento dei titoli a maggio capitalizzazione. La spinta viene da diversi articoli giornalistici e da indiscrezioni sui possibili matrimoni nel settore. In primo piano ci sono Banco Bpm +3,74% e Bper +2,21%, tornati al centro dell’attenzione degli investitori dopo un articolo pubblicato ieri sera dal sito Dagospia, che dà per fatto l’accordo tra i due istituti. Contribuisce al clima la notizia che il presidente di Bper Pietro Ferrari non si ricandiderà.

La seduta è stata effervescente anche per Mediobanca +1,71% e Unicredit +2,05%.  Secondo il Sole 24 ore, a distanza di due anni dall’uscita di Unicredit da piazzetta Cuccia, ci sono due elementi di novità che rendono lo scenario favorevole a un dietrofront a sorpresa: il primo è l’arrivo alla guida di Unicredit del banchiere Andrea Orcel, che dovrà scegliere l’opzione migliore in termini di sviluppo e aggregazione. Il secondo è che gli assetti di Mediobanca stanno cambiando rapidamente, intorno alla posizione in crescita della Delfin di Leonardo del Vecchio (oggi al 13% ma proiettata al 20%), più l’esordiente Francesco Gaetano Caltagirone e i Benetton. L’anello di congiunzione sui due fronti è proprio il fondatore di Luxottica, socio anche di Unicredit con l’1,9%. Le banche d’affari sono al lavoro su un’operazione in grado di creare 3 miliardi di valore.

Nel resto del listino prosegue la fase di recupero da parte di Diasorin +2,67%. Svetta ancora Inwit +2,5%.

Le vendite penalizzano i titoli petroliferi a partire da Saipem, -2,02%. Giù anche Buzzi  -1,67% e Pirelli -1,29%. Prese di beneficio su Exor -1,29% e Stellantis -0,59%. Deboli le utility, dopo la buona seduta di ieri.

Fuori dal paniere principale  El.En (+13,33%) festeggia i risultati 2020 e le previsioni di crescita per il 2021.

Poco mosso il secondario: lo spread fra decennale italiano e tedesco sale a 95 punti base (+2,02%) e il tasso del Btp cresce leggermente a +0,62%.

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