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L’auto elettrica ci fa risparmiare? Non sempre

La ricarica di un’auto elettrica varia e, in alcuni casi, diventa meno conveniente di un’auto a carburante fossile. Resta l’auto del futuro ma nel presente ecco alcuni calcoli utili da fare

L’auto elettrica ci fa risparmiare? Non sempre

L’auto alla spina, intesa come elettrica, regala dolci fruscii, atmosfere ovattate, grandi soddisfazioni ecologiche ma anche qualche promessa da prendere con cautela. Costa di più comprarla, ma almeno si risparmia sulle spese di esercizio. Così dicono. Non è sempre vero. Comunque è meno vero di quanto qualcuno tenta di spiegarci. O meglio, è vero quando siamo disposti a ricaricare le batterie con la presa di casa attaccata a un normale contatore da pochi kilowatt pagando la corrente più o meno quanto quella che usiamo per il frigo, le lampadine, la tv. E se siamo disposti, è bene dirlo, ad aspettare mezza giornata (o preferibilmente la nottata) per fare il “pieno”. 

Il discorso cambia, e di molto, quando vogliamo o dobbiamo sveltire le operazioni di rifornimento attaccandoci alle colonnine pubbliche ad alta capacità. I costi in questo caso possono essere assai vicini, e comunque comparabili, a quelli del rifornimento di un’automobile tradizionale, anche di discrete dimensioni. Allora addio convenienza, almeno sul fronte dei costi di esercizio. Rimangono, certo, i vantaggi sull’esenzione temporanea del bollo, sui permessi di accesso privilegiati nei centri storici e sui costi agevolati o annullati dei parcheggi in città. E rimane, naturalmente, la soddisfazione della nostra anima ecologista. A cui avremo però dato spazio sborsando assai di più (oggi è così, domani chissà) per comprare la versione elettrica di un modello simile ma con il tradizionale motore a scoppio. 

Consumi a confronto 

I conti di facciamo grazie al lavoro dei colleghi giornalisti di Quattroruote, che nell’ultimo numero della rivista di settore snocciolano una serie di test che riguardano auto a benzina e diesel di diverse categorie, ma anche di una piccola Smart di ultima generazione, di quelle che da qui in poi si vendono solamente in versione elettrica. Nessuna comparazione esplicita e diretta dei costi di esercizio. Ma basta leggere bene la sequenza di prove e correlare le stime sui consumi e dunque sui costi, verificati direttamente da Quattroruote con precisione e senza dar retta ai dati ufficiali, per rendersi conto di come stanno le cose. 

Così la nuova Mercedes GLB, diesel, una corposa semi-suv peraltro molto efficiente, consuma dal vero (non nelle promesse dei cicli di omologazione, poco attendibili per tutte le auto di tutte le marche) in media un litro ogni 15,8 chilometri, con una spesa stimata di 9,40 euro per 100 chilometri percorsi. Ottimo risultato, in ogni caso. Meglio fa la più piccola (ed economica) Peugeot 2008, con 16,9 chilometri con un litro di gasolio, che corrispondono una spesa di 8,80 euro per 100 chilometri. 

Veniamo alla nostra minuscola Smart EQ fortwo: elettrica, agile, simpatica e comodissima in città, dove ha praticamente il suo unico ambiente operativo, visto che solo grazie recuperi di energia nella marcia cittadina e capace di fare – secondo i rilievi della rivista di settore – circa 150 chilometri prima di esaurire il pieno della batteria, mentre fuori città rischiamo di fermarci senza elettroni dopo un centinaio di chilometri anche se non superiamo i 110 all’ora. Comunque a costi operativi lievi? Non sempre. 

Ricariche diverse, costi diversi 

Il costo medio ponderato di esercizio (diverse tipologie di ricariche e d’uso) è stimato dai colleghi giornalisti della rivista specializzata in 6,90 euro per 100 chilometri. A volte un po’ meno, a volte anche molto di più. Con il sacrificio di una intera notte attaccata alla presa di corrente domestica, in grado di farle succhiare 2,3 kW di potenza massima al costo di 0,20 euro a kilowattora si spendono per un pieno 4,70 euro, in questo caso dimezzando la spesa rispetto alle auto prima citate. Ma se carichiamo la nostra Smart elettrica a una colonnina pubblica ad alta potenza (22 kW, per collegarsi alla quale la Smart deve essere peraltro dotata di un caricabatteria opzionale che costa 1.015 euro) ci mettiamo al massimo un’ora e mezza ma spendiamo, per la stessa ricarica, 8,70 euro. 

In città, con la migliore efficienza su cui possiamo contare con la marcia a singhiozzo e i recuperi di energia in frenata, qualche risparmio c’è comunque, anche con una ricarica rapida e più costosa. Ma se mettiamo il naso fuori dai centri urbani rischiando peraltro di rimanere a secco con ben altra facilità rispetto alle auto tradizionali, il risparmio, anche rispetto ad auto di ben altre dimensioni, praticamente si annulla. Un caso isolato per un’auto molto particolare? No. Per gli altri modelli di auto elettriche, magari più votate alla marcia fuori città e con l’ambizione di una concorrenza piena alle auto tradizionali, le stime su consumi sono piuttosto simili. 

L’auto elettrica sarà sicuramente il futuro. Benvenuta già oggi. Ma quattro conti, intanto, conviene farli. In attesa del drastico calo dei costi di rifornimento legati ai grandi progetti (che per ora si stanno solo sperimentando) dello “scambio” di energia tra auto e rete all’insegna dell’efficienza complessiva del sistema elettrico.

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