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L’aumento dei tassi Fed non turba le Borse, tutte positive in Europa (tranne Milano e Madrid)

I mercati hanno ormai metabolizzato l’imminente rialzo dei tassi americani – Quasi tutti in ascesa i listini azionari europei anche grazie ai buoni dati macro – Piazza Affari l’unica in lieve flessione (-0,29%), piatta Madrid – Rimbalzano Buzzi, UnipolSai, Saipem, Azimut e Finmeccanica – Crolla A2a – Vendite su Prysmian, Mps, Stm e Snam.

L’aumento dei tassi Fed non turba le Borse, tutte positive in Europa (tranne Milano e Madrid)

Listini in attesa della decisione della Fed che questa sera si prepara ad alzare per la prima volta i tassi di interesse dopo nove anni. Gli esperti si attendono un aumento dello 0,25%. Il costo del denaro passerebbe in questo caso all’intervallo 0,25%-0,5%.

L’Europa ha chiuso nel complesso positiva grazie ai buoni dati macroeconomici diffusi nella mattinata anche se in rallentamento dopo la frenata del pomeriggio di Wall Street che risente del tonfo del greggio. Il Ftse Mib, unica tra le principali Piazze del Vecchio Continente, ha invece nel pomeriggio annullato i guadagni colpito dalle vendite su utility, banche e lusso ed è scivolata in territorio negativo, chiudendo in calo dello 0,29%. Londra +0,72%, Parigi +0,22%, Francoforte +0,18%, piatta Madrid (-0,01%).

Il petrolio Wti sprofonda del 4,31% a 35,74 dollari al barile complice il dato sulle scorte settimanali Usa che sono salite di 4,8 milioni di barili contro le attese di un calo di 1,4 milioni.

Eurostat ha rivisto al rialzo l’inflazione a +0,2% su base annua da 0,1%. Inoltre l’indice Pmi sulla fiducia dei responsabili acquisti delle aziende manifatturiere ha battuto le attese portandosi a 53,1 punti da 52,8. Si tratta del livello massimo degli ultimi 20 mesi.

Lo spread Btp-Bund ha chiuso in leggero miglioramento a 102 punti e rendimento all’1,7%.Vendite sui Treasury Usa in attesa del primo aumento dei tassi della Fed. Il titolo a due anni, il più colpito rende l’1% per la prima volta dal maggio 2010. Il rendimento è quasi raddoppiato negli ultimi mesi anche se resta su livelli storicamente bassi.

A Wall Street i listini nel pomeriggio frenano il passo risentendo del calo del petrolio e in attesa della Fed. Il Dow Jones e l’S&P500 alla chiusura dell’Europa si muovono a ridosso della parità, rispettivamente +0,07% e +0,29%. Acquisti su FedEx che oggi dopo la chiusura pubblicherà i conti del secondo trimestre 2015/2016. Sul fronte macroeconomico la produzione industriale ha deluso le attese con un calo dello 0,6% mentre i nuovi cantieri sono aumentati del 10,5% a novembre e i permessi di costruzione sono saliti dell’11%.

Nel finale di seduta Piazza Affari si è portata in territorio negativo. Le vendite colpiscono soprattutto A2A che crolla del 6,14% che paga il taglio degli analisti di Citigroup su target price, a 1,3 euro per azione da 1,5, e sulle stime dell’utile per azione, riviste in ribasso del 12,5% medio nel periodo 2015-2018. Le prese di beneficio sono scattate dopo che ieri il titolo ha toccato i massimi dal gennaio 2010 e dopo una corda del 60% nel corso dell’anno.

Sul fondo del Ftse mIb anche Tod’s -2,55%, Stm -2,03%, Bmps -1,39%. Le banche chiudono nel complesso in rosso: Ubi -0,08%, Unicredit -0,58%, Intesa -0,71%. In positivo Banco Popolare +0,81% e invariata Bpm. Fuori dal Ftse Mib Erg cede il 2,82% nel giorno della presentazione del piano. Gli acquisti premiano Azimut +2,14%, Buzzi Unicem +2,02%, Finmeccanica +1,56%, Campari +1,39% e Mediolanum +1,02%.

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