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L’asta nel Bot-day è la prima prova per l’accordo europeo ma Piazza Affari è in netto ribasso

Oggi l’asta da 7 miliardi dei nostri Buoni annuali nel Bot-day è il primo vero test dell’accordo europeo sul fiscal compact – Piazza Affari smentisce i pronostici positivi: inizia stamani in ribasso dello 0,56% e poi perde oltre il 2%- Spread e banche osservati speciali – Fonsai, Edison, Bpm e Fiat sotto i riflettori

L’asta nel Bot-day è la prima prova per l’accordo europeo ma Piazza Affari è in netto ribasso

BTP DAY, IL RIRISPARMIO OGGI NON FA SCIOPERO
L’ASIA PREMIA I RISULTATI DEL VERTICE EUROPEO

La nuova Europa riparte dal Bot. Stamane, come da programma, si terrà l’asta da 7 miliardi per i Bot annuali. Un appuntamento rilevante per due motivi: 1) è il primo test del debito sovrano dopo gli accordi di Bruxelles sul patto fiscale all’interno dell’eurozona; 2) è la replica del Btp day, ovvero la mobilitazione del Bot people incentivato dalla rinuncia delle banche alle commissioni d’acquisto stavolta limitato ai titoli in asta.

L’esito dell’offerta avrà un impatto immediato sullo spread Btp/Bund, ovvero sui rendimenti del debito pubblico italiano. Riflettori accesi anche sulla protesta sindacale. L’incontro tra Mario Monti e i segretari confederali non ha portato alla sospensione dello sciopero generale di tre ore indetto su pensioni e manovra. Come insegna il precedente greco, di questi tempi i mercati sono molto sensibili alle conseguenze politiche della protesta sociale.

METEOBORSA: SERENO STABILE IN AVVIO. Il rally delle Borse è continuato stamane in Asia. L’indice Nikkei 225 sale dell’1,64%, l’Hang Seng di Hong Kong dell’1,42%. Intanto registrano forti rialzi i futures sulle Borse europee (in lieve flessione quelli americani), Gli ottimisti, sensibili alla moral suasion di Mario Draghi, sottolineano che i summit della passata settimana hanno finalmente offerto alla Bce le armi di pronto intervento, soprattutto sul fronte dei finanziamenti illimitati alle banche. Non mancano i pessimisti che fanno presente che le munizioni in mano alle istituzioni sono troppo modeste per far fronte alle esigenze degli Stati. Un maggior impegno del Fondo Monetario Internazionale in Europa, sottolinea il falco della Bce Juergen Stark, ”sarebbe un atto di disperazione”. Le banche, al solito, sono le osservate speciali. Il presidente dell’Abi promette azioni legali contro l’Eba ma il sistema ha incassato una protezione “illimitata” da parte delle autorità monetarie che potrebbe scongiurare il rischio credit crunch: il rialzo, avviato venerdì scorso, dovrebbe proseguire.

AD ALTO RISCHIO. Prendono coraggio i più ardimentosi che amano le sfide ad alto rischio. Ieri il New York Times ha dedicato un lungo servizio all’ultima passione dei day traders: svegliarsi alle due del mattino (ora della Grande Mela) per speculare sull’euro. Intanto prende il via oggi Global X FTSE Greece 20 ET, il primo Etf specializzato in azioni della Borsa di Atene.

FONSAI, LIGRESTI “COMBATTE” CONTRO L’AUMENTO
E GROUPAMA RISCHIA DI PRECIPITARE TRA I JUNK BOND

Giornata di fuoco per Fonsai. Oggi il cda della compagnia dovrebbe affidare a Goldman Sachs il mandato esplorativo per verificare l’opzione più conveniente per il rafforzamento patrimoniale. Sarà il primo atto in vista di un nuovo consiglio, fissato per il giorno 21 dicembre, in cui si dovrà decidere se accogliere o meno la proposta di Mediobanca, grande creditrice di Fonsai (e Premafin), per un nuovo aumento di capitale da 600 milioni che è ben visto dal direttore generale Piergiorgio Peluso, proveniente da Unicredit. Ovvia la resistenza della famiglia Ligresti di fronte ad un’operazione che ridurrebbe in maniera sensibile la sua quota in Fondiaria Sai. Ma, soprattutto dopo la frana delle quotazioni dei titoli di Stato in portafoglio, è urgente ripristinare il margine di solvibilità della compagnia. Anche perché l’Isvap ha fatto sapere di non vedere di buon occhio la creazione di un veicolo ad hoc per le partecipazioni strategiche prima di altre delibere strategiche che portino mezzi freschi alla compagnia: prende quota l’ipotesi di un convertendo stile Fiat.

Mentre si consuma il dramma di Fonsai, Groupama, cioè la compagnia che un anno fa sembrava destinata a rilevare il controllo del gruppo Ligresti, naviga in acque altrettanto agitate. La mutua assicurativa guidata da Jean Azéma, azionista al 4,9% di Mediobanca, rischia infatti di scivolare nel girone dei junk bond. L’agenzia di rating S&P ha avvertito che la valutazione potrebbe essere abbassata anche di due gradini. Sotto esame con implicazioni negative anche il rating ‘BBB-‘ della controllata Groupama Banque. Nel mirino c’è il margine di solvency della compagnia, messo in difficoltà dai bond greci detenuti dalla compagnia assicurativa (il 7,8% dei mezzi propri del gruppo al 30 giugno scorso) e il calo di alcuni pacchetti rilevanti, come Société Générale. In un certo senso, insomma, Groupama e Fonsai continuano ad avere un destino gemello: a Parigi però ringraziano Giuseppe Vegas che, imponendo l’Opa a Groupama, ha nei fatti impedito un merger fatale.

EDISON, ANCORA UN BLACK OUT MILANO PARIGI
EDF “SCARICA” I DEBITI EDIPOWER SU A2A

Il fronte Italia-Francia resta caldo. Anzi, il peggioramento della situazione economica ha complicato l’interminabile negoziato tra Edf e il fronte italiano. Il gruppo francese ha scritto (e diffuso la lettera in italiano) di voler mettere al più presto la parola fine, salvo rompere le fila del negoziato e procedere con atto di forza sul mercato. Le richieste parigine sono: a) visto che gli asset più pregiati di Edipower sono stati assegnati al fronte di Delmi, gli italiani dovrebbero accollarsi la maggior parte dei debiti, ovvero 800 milioni (su 1,1 miliardi); b) l’alternativa può essere una nuova spartizione che riconosca più assets a Edf; c) la situazione è sempre più difficile, non è escluso che si debba ricorrere presto ad operazioni sul capitale. Edf non vuole riconoscere un eventuale potere di veto in materia ai partner italiani; d) in caso di obbligo di Opa, gli accordi dovranno essere ridiscussi. Alla luce della situazione attuale il prezzo riconosciuto per la quota italiana in Edison è già molto (troppo) alto. Secca la replica di Giuliano Zuccoli, per conto di A2A. a) il valore della spartizione verrà definito da un terzo indipendente, la società di consulenza Dunn & Phelps; b) la ripartizione dei debiti proposta da Edf “non sta in piedi”; c) Edf dimentica di aver sottoscritto nel 2005 un patto paritetico di governance. A giorni, il ministro Corrado Passera potrebbe prendere in mano il dossier.

BPM, OGGI L’ASTA SUI DIRITTI INOPTATI
SICURI SOLO GLI ACQUISTI DI BONOMI

Parte oggi l’offerta in Borsa dell’inoptato dell’aumento Bpm, 146,3 milioni, pari al 18,3% del capitale. Le azioni che non venissero collocate sarebbero rilevate dal consorzio. Investindustrial di Andrea Bonomi probabilmente coglierà l’occasione per aumentare la sua quota dal 6,3% attuale al 9,9%. Ma il valore in Piazza Affari, nonostante l’aumento delle quotazioni di venerdì (+4,2%), è ancora al di sotto del prezzo d’offerta dei nuovi titoli: 0,29 euro contro 0,30 euro.

FIAT, RIPARTE LO STABILIMENTO DI POMIGLIANO
OGGI SCIOPERO FIOM, DOMANI IL CONTRATTO AUTO

Oggi pomeriggio, dopo la riunione della segreteria della Uilm, il negoziato tra i sindacati (Fiom esclusa) e la Fiat si avvierà alla fase conclusiva: la firma dovrebbe avvenire nella giornata di martedì giusto in tempo per non turbare la cerimonia per la riapertura dello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Oggi, intanto, si terrà la giornata di sciopero indetta dalla Fiom. Infine, ariva in edicola Time, sulla cui copertina campeggia la foto di Sergio Marchionne, man of the year negli Usa per il salvataggio di Chrysler.

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