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Lagarde lancia la svolta green della Bce

L’istituto centrale inizia la revisione della sua strategia di politica monetaria e la neopresidente assicura: “Combatteremo il cambiamento climatico” – Per il momento tassi e Qe invariati

Lagarde lancia la svolta green della Bce

Per la prima volta in 15 anni, il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha iniziato la revisione della sua strategia di politica monetaria, come annunciato il mese scorso dalla neopresidente, Christine Lagarde. Il procedimento “riguarderà il nostro modo di comunicare, decidere e misurare, sarà un esercizio ad ampio raggio”, ha detto la numero uno dell’Eurotower, precisando che la revisione si concluderà entro fine anno e che riguarderà anche la misurazione dell’inflazione (compreso il nodo se includervi i prezzi di immobili e affitti), nonché gli effetti collaterali dei bassi tassi di interesse.

Anche il clima farà parte di questo ripensamento delle priorità strategiche. “Il cambiamento climatico – ha detto Lagarde – è responsabilità di tutti, ovunque noi siamo dobbiamo combatterlo. Diversi dipartimenti della Bce sono al lavoro per capire l’impatto del climate change sulla gestione dei rischi, i modelli, le previsioni. Nel frattempo ci stiamo già muovendo – ha detto – per quanto riguarda i fondi propri della Bce, come ad esempio il fondo pensione, stiamo accentuando l’enfasi sui requisiti di sostenibilità“. Lagarde ha aggiunto che la strategic review potrebbe portare a modifiche anche sul fronte degli acquisti di corporate bond nell’ambito del Qe. Inoltre, la numero uno della Bce ha detto di condividere l’analisi della Banca dei Regolamenti internazionali secondo cui il climate change rappresenta una minaccia alla stabilità finanziaria.

Per il momento, come da attese, nessuna novità sul fronte della politica monetaria: i tassi d’interesse rimangono al minimo storico (0% sulle principali operazioni di rifinanziamento, 0,25% sulle operazioni marginali, -0,50% sui depositi presso la stessa Banca centrale) e la seconda edizione del Quantitative easing prosegue come previsto, con il ritmo degli acquisti a 20 miliardi al mese. Il Consiglio direttivo ha ribadito che il Qe si concluderà “poco prima” del prossimo rialzo dei tassi, che comunque rimane una prospettiva futura ancora indefinita. Il costo del denaro tornerà a salire finché “le prospettive di inflazione” non convergeranno verso l’obiettivo della Bce, ossia un livello inferiore ma vicino al 2%.

L’istituto centrale intende poi continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento “e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

In conferenza stampa, Lagarde ha ribadito la richiesta ai Paesi che possono (cioè quelli con margini di bilancio sufficienti) di affiancare “in maniera tempestiva” la linea accomodante della Bce con politiche di Bilancio espansive. I Paesi invece “con debiti elevati devono mantenere politiche prudenti e perseguire i target di risanamento”, ha affermato la presidentessa della Bce.

Quanto ai rischi per l’economia dell’area euro, per Lagarde restano orientati al ribasso, “ma sono diventati leggermente meno pronunciati”: i dati giunti da dicembre sono “in linea con le nostre previsioni di base. La debolezza del manifatturiero resta una zavorra sull’economia dell’area euro, tuttavia la persistente crescita dell’occupazione, per quanto in decelerazione, continua a dare un sostegno”. Quanto all’inflazione, è attesa su livelli simili a quelli attuali nei mesi a venire, mentre le attese del pubblico sul caro vista restano basse ma di recente si sono accentuate.

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