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La Tap e le vane promesse di Di Maio

Si inaugura il tratto turco del gasdotto che dovrà arrivare in Italia – Dalla Puglia presentano il conto a Di Maio ricordandogli gli impegni presi in campagna elettorale e il NO all’infrastruttura in corso di realizzazione per trasportare il gas dell’Azerbaijan in Italia

La Tap e le vane promesse di Di Maio

Il 12 giugno sarà inaugurato in Turchia il gasdotto Tanap che porta il gas dell’Azerbaigian. È il tratto che raggiunge il confine turco-greco, strategico, per proseguire verso le coste pugliesi con la Tap, il gasdotto Trans-Adriatico. L’annuncio del governo turco sul completamento dei lavori arriva quando in Italia sembra prendere corpo il governo Lega- M5S. Per inciso, anche in Turchia si vota, ma lì le contestazioni sul gasdotto non ci sono state, nonostante la poco tranquilla situazione turca. La Tap, invece, è nell’agenda sia di Salvini che di Di Maio. Entrambi, in un contesto più ampio, al di là di ciò che avranno scritto al Pirellone, dovranno affrontare il tema delle infrastrutture, su cui la Lega spinge e i Cinque Stelle frenano.

Il gasdotto può diventare la classica cartina di tornasole soprattutto rispetto ai proclami grillini sulle rinnovabili. Da più parti si è provato a spiegare loro che la transizione verso le fonti rinnovabili ha bisogno di tempi ed impegni seri. Che le infrastrutture di trasporto, grandi dorsali, sono necessarie all’Italia nel medio periodo, quanto meno per bilanciare le importazioni energetiche dall’estero. Non si capisce come abbia fatto Di Maio a strappare consensi in certi ambientali industriali, quando sono quelli che pagano il prezzo più alto dovuto alle importazioni.

Ad impensierire Di Maio domenica scorsa ci ha, però, pensato, il sindaco di Melendugno Marco Potì ricordandogli precedenti impegni. Nel suo tour elettorale nelle zone di approdo della Tap, Di Maio, dichiarò la contrarietà del movimento al gasdotto. Si spinse oltre, sostenendo che in caso di successo elettorale si sarebbe adoperato per liberare l’Italia dai vincoli dell’accordo. Nella veste di uomo di governo rispetterà quegli impegni?

Sarà coerente con i NO Tap della Puglia, che i 4 miliardi di euro italiani sono mal spesi? A Melendugno non hanno aspettato la nascita del governo per mettere all’incasso le promesse. E la Lega di Salvini, sarà parte di queste scelte o si chiamerà fuori? Caro Di Maio non dimenticarti di noi, ha detto  il sindaco e inserisci nell’agenda del prossimo governo: fine delle fossili, no gasdotti, rinnovabili. In un modo o nell’altro non sarà facile muoversi per il giovane capo pentastellato.

Ma le loro difficoltà hanno avuto anche un recente passaggio a Bruxelles dove sia la BEI che la Commissione europea hanno riconosciuto l’importanza e l’attualità del gasdotto dall‘Azerbaigian. Renzi, Gentiloni e Calenda lo hanno inserito nella strategia energetica italiana e nonostante l’opposizione del Governatore Emiliano le procedure sono andate avanti.

Di Maio che regge la foto No Tap, oggi è lo specchio riflesso di una campagna anti-infrastrutture, condotta per anni sui territori interessati, oscurando situazioni a lungo esaminate, viste e riviste come i permessi, le autorizzazioni ambientali, le varianti progettuali. A conti fatti, qualcosa che in Puglia è valsa più del reddito di cittadinanza considerato anche che i rappresentanti pugliesi del M5S hanno fatto incursioni e presidi nei cantieri della Tap. Non sappiamo cosa accadrà, né chi rinuncerà a cosa, se Di Maio o i grillini pugliesi. Di certo la prova della Tap non sarà l’unica ma sarà una cartina al tornasole.

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