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La Sfinge ceca colpisce ancora: Daniel Kretinsky punta alla catena francese di supermercati Casino

Il miliardario ceco punta a prendere il controllo del settimo gruppo nazionale della gdo attraverso un aumento di capitale da 1,1 miliardi – E ha strappato a Vivendi un’opzione di acquisto per la seconda casa editrice transalpina

La Sfinge ceca colpisce ancora: Daniel Kretinsky punta alla catena francese di supermercati Casino

Lo chiamano la “Sfinge ceca” e, per le sue incursioni rapide, aggressive e segrete, l’avevamo definito il business man dal pugno di ferro in un guanto di velluto. Si tratta del miliardario ceco Daniel Kretinsky (oltre 5 miliardi di euro il suo patrimonio personale per la parte che si conosce, 8,5 miliardi di euro il valore attribuitogli da Forbes), proprietario di mezzo retail europeo (Metro, Mediamarket, Saturn, Fnac-Darty, Sunsbury’s, Eroski), di miniere di carbone in Francia, Germania e Polonia e Cechia (viene chiamato l’“imperatore del carbone”), di squadre di calcio, di società postali e di logistica, uno dei primi editori europei (è sua anche una quota di peso di Le Monde) e, infine, proprietario di Eustream (gasdotto Russia-Ucraina in stand by per la guerra).

Tutto questo è accaduto, in pochi anni e nel silenzio della stampa europea e mondiale, con il favore degli ambienti politici reazionari dell’est e dell’ovest Europa. La sua strategia è di essere sempre pronto a piombare su società in crisi e in settori sottovalutati con offerte estremamente allettanti che quasi sempre mettono fuori gioco i concorrenti. E adesso si è precipitato come un falco su due mega affari: impadronirsi con un investimento da 1,1 miliardi di euro del gruppo di supermercati francese fortemente indebitato, Casino (la settima catena di generi alimentari del Paese, della quale Kretinsky detiene già un 10%) sfidando l’attuale azionista di controllo Jean-Charles Naouri; e diventare proprietario anche del colosso francese dei media Editis della Vivendi, per il quale ha già firmato la prima tappa della cessione. Il mese scorso, infatti, Vincent Bolloré, azionista di maggioranza del gruppo, ha deciso di vendere questa filiale per rilevare il gruppo rivale francese Hachette, più competitivo a livello internazionale. In questo modo la libertà della stampa francese, comprese tv importanti, sarà quasi tutta nelle mani di Kretinsky.

Kretinsky vuole investire in Casino: cosa succederà?

Le trattative dovrebbero chiudersi il 19 maggio ma non è detto che – essendo estremamente complicato l’intreccio finanziario della crisi di Casino che ha 6,4 miliardi di debiti – non subisca un rinvio. Innanzitutto, sembra improbabile, secondo gli esperti, che Naouri accetti di perdere il controllo su Casino, poiché per evitare il disastro, ha preparato da tempo e con alleati la fusione di Casino con il gruppo Teract, che è anche un importante franchise di Casino. “Siamo concentrati sul nostro progetto”, ha ribattuto Thierry Blandinières, direttore generale del gruppo del colosso agroindustriale InVivo, azionista di maggioranza di Teract. L’obiettivo è creare due società separate, una per la distribuzione e l’altra per la fornitura, al fine di costituire un “leader francese nella distribuzione responsabile e sostenibile”. Non è finita qui perché di recente si è aggiunto un terzo pretendente-alleato, il Groupement Les Mousquetaires, che gestisce Intermarché, la terza più grande catena di supermercati in Francia, che ha di recente dichiarato di voler investire nel nuovo gruppo.

A complicare il tentativo di Naouri di salvare Casino, l’offerta di Kretinsky, se venisse accettata dai soci, andrebbe a sommarsi con quella di un alleato di lunga data di Naouri, il ricco investitore Marc Ladreit de Lacharrière, il cui gruppo Fimalac è il terzo maggiore azionista di Casino. L’iniezione finanziaria che ne deriverebbe potrebbe salvare Casino, mettendo però in minoranza la quota di Naouri, attualmente di maggioranza e che Naouri intende fermamente mantenere. Senza che abbia, però, sicure certezze di poterlo fare.

Chiuso il nucleare, ecco il carbone di Kretinsky

Nell’attesa che la grande e complessa partita del salvataggio di Casino si realizzi, Kretinsky ha visto riaprirsi in modo a lui favorevole un’altra partita, gigantesca, quella delle energie fossili. Proprietario di miniere di lignite e carbone (quanto di più tossico e inquinante) che avrebbero dovuto essere dismesse, nemico giurato dei verdi e di molti partiti e governi europei che hanno intrapreso il percorso della transizione ecologica, ha ricevuto un insperato regalo di recente proprio dai partiti che lo combattono quando hanno deciso il definitivo addio della Germania all’energia nucleare. Niente centrali nucleari? Questo creerà un gigantesco vuoto energetico che porterà inevitabilmente anche alla riapertura e al riuso dei combustibili più tossici, provenienti dalle miniere di carbone. Nel 2009, quando diventa presidente di EPH, società di produzione e distribuzione di energia termica, Kretinsky acquista diverse centrali elettriche a carbone in Europa, convinto di avere un futuro. Nel 2019 Kretinsky conclude l’acquisto delle attività francesi della società energetica tedesca Uniper, e compra due centrali a carbone in Francia, oltre a due parchi solari e sei parchi eolici. Perché la Sfinge ceca ha seguito sempre una strategia che si basa su tattiche volte a lavorare su settori diversi: nel 2021, la sua holding EPH ha generato nell’energia quasi 19 miliardi di fatturato, di cui 2 miliardi per il solo mercato francese. E contemporaneamente ha progressivamente aumentato le quote di minoranza e/o di maggioranza nell’editoria europea, nella logistica, nel retail.

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