Il World Wealth Report 2025 del Capgemini Research Institute porta buone notizie per il Nord America, meno per Europa e Medio Oriente. La popolazione globale degli High Net Worth Individuals (Hnwi) – ovvero chi possiede almeno un milione di dollari investibili – è cresciuta del 2,6% nel 2024. A guidare questa ascesa sono stati gli Ultra High Net Worth Individuals (Uhnwi), cioè i super-ricchi con almeno 30 milioni di dollari, cresciuti del 6,2% grazie a rendimenti solidi dei mercati azionari e dall’ottimismo verso l’intelligenza artificiale. Gli Stati Uniti, in particolare, hanno visto 562mila nuovi milionari, raggiungendo quota 7,9 milioni. Al contrario, Europa, America Latina e Medio Oriente hanno visto un calo.
Dal boom di milionari negli Stati Uniti all’aumento degli investimenti in asset alternativi come criptovalute e private equity, il report mette in luce tendenze fondamentali che stanno ridefinendo il mondo del wealth management.
Milionari: Nord America in testa, Europa e Medio Oriente arrancano
Gli Usa si confermano leader incontrastati della crescita mondiale degli individui milionari, con un aumento di 562.000 persone (+7,6%) che porta il totale a ben 7,9 milioni di Hnwi. Questo boom è dovuto a mercati azionari robusti e a tassi di interesse favorevoli, che hanno fatto lievitare la ricchezza degli investitori. Complessivamente, la regione Nord America vede una crescita del 7,3% della sua popolazione Hnwi, la più alta al mondo.
Il Vecchio Continente, invece, registra un calo del 2,1% nella popolazione Hnwi, un fenomeno dovuto a una stagnazione economica persistente. I principali paesi “perdenti” sono Germania (-41mila milionari), Francia (-21mila) e Regno Unito(-14mila). La buona notizia? Gli Ultra High Net Worth Individuals (Uhnwi) crescono del 3,5%, indicando una concentrazione ancora maggiore della ricchezza.
Il Medio Oriente segue la stessa strada negativa, con un calo del 2,1% legato soprattutto al ribasso dei prezzi del petrolio, vero motore dell’economia locale.
La regione Asia-Pacifico registra una crescita moderata del 2,7%, trainata soprattutto da India (+5,6%, +20mila nuovi milionari) e Giappone (+5,6%, +210mila). La Cina, invece, ha registrato un lieve calo dell’1% nella popolazione Hnwi. America Latina, invece, soffre un calo dell’8,5%, con Brasile e Messico che scendono rispettivamente del 13,3% e 13,5%, colpiti da instabilità fiscali e svalutazioni valutarie.
Il boom degli investimenti alternativi: da private equity a criptovalute
Un dato da non sottovalutare è che il 15% del patrimonio dei super ricchi è ora allocato in asset alternativi, come private equity e criptovalute. Sempre più investitori giovani (Millennial e Gen Z) cercano opportunità ad alto rischio e alto potenziale di crescita, con il 61% di loro interessati ad asset innovativi e di nicchia.
Le società di wealth management devono quindi adeguarsi a questa evoluzione, focalizzandosi su:
- Private equity e criptovalute: l’88% dei consulenti nota un crescente interesse verso questi asset tra i giovani, molto più rispetto ai baby boomer.
- Nuovi hub finanziari: il 50% dei consulenti riconosce la propria insufficiente presenza in centri emergenti come Singapore, Hong Kong, Emirati Arabi e Arabia Saudita, aree chiave per offrire diversificazione e vantaggi regolamentari.
- Servizi personalizzati: concierge di lusso, assistenza medica premium e sicurezza informatica sono tra i servizi non finanziari più richiesti.
- Digitalizzazione: piattaforme digitali in grado di offrire una visione olistica del cliente e automatizzare attività come report e comunicazioni sono fondamentali per soddisfare le aspettative della clientela più giovane.
Il grande trasferimento di ricchezza: 83.500 miliardi di dollari in gioco
Nei prossimi vent’anni si prevede un trasferimento di ricchezza senza precedenti: 83.500 miliardi di dollari passeranno di mano, coinvolgendo soprattutto eredi giovani, molto diversi per gusti e aspettative dai loro genitori. Secondo Capgemini, il 30% degli Hnwi riceverà un’eredità entro il 2030, il 63% entro il 2035 e l’84% entro il 2040.
Questa nuova generazione è più incline a cambiare società di wealth management, con l’81% degli eredi che intende rivolgersi altrove entro pochi anni dall’eredità ricevuta. Dario Patrizi, Financial Services Director di Capgemini Italia, mette in guardia: “Questa nuova generazione ha aspettative molto diverse dai propri genitori, e richiede un cambio di paradigma rispetto alle strategie tradizionali. Le aziende devono anche dotare i consulenti di strumenti digitali avanzati, potenzialmente supportati da intelligenza artificiale generativa o agentica, per ridurre il rischio di perdere sia clienti che dipendenti chiave.”
La sfida dei consulenti: tecnologia, fidelizzazione e turnover
Un consulente su tre si dichiara insoddisfatto delle capacità digitali della propria azienda, fattore che si traduce in minore produttività e rischi di abbandono. Inoltre, il 62% dei Paperoni I più giovani seguirebbe il proprio consulente se questo cambiasse società, aumentando la competizione sul mercato dei talenti.
Il settore deve affrontare anche il ricambio generazionale: un quarto dei consulenti prevede di cambiare azienda entro il prossimo anno, mentre il 20% andrà in pensione entro il 2035 e quasi la metà entro il 2040. La sfida per il settore è duplice: trattenere i consulenti migliori e attrarre la nuova clientela con un’offerta su misura e tecnologicamente all’avanguardia.