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La mossa di Draghi è un assist a Borse e Made in Italy

L’allungamento del Qe deciso dalla Bce dà nuova linfa ai mercati e può favorire la crescita, soprattutto italiana, grazie alla svalutazione dell’euro – Meteo Borsa segna rialzi su tutti i listini – Oggi la Bce risponde a Mps, che prepara il paracadute di Stato – Wall Street pazza per lo yoga

Mario Draghi ha negato ieri di aver mai usato un trattamento di riguardo verso l’Italia nelle sue vesti di presidente della Bce . Ma il debito di riconoscenza del Bel Paese verso il banchiere continua a crescere. Ieri super Mario, nonostante il voto ostile del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha compiuto l’ennesima missione. La decisione di prolungare il Qe fino al dicembre 2017, seppur con la riduzione degli acquisti a 60 miliardi al mese a partire da aprile, permetterà all’economia dell’Eurozona di sfruttare appieno gli effetti del prossimo rialzo dei tassi Usa.

I mercati si sono già adeguati alla nuova situazione: Borse in rialzo, euro attorno a 1,06 in calo rispetto alle punta di 1,08 prima che lo stesso Draghi chiarisse che il taglio a 60 miliardi non segna l’avvio del tapering, cioè della discesa progressiva degli acquisti, che anzi potrebbero risalire se necessario.

È una buona notizia soprattutto per il made in Italy, sottolinea l’economista Daniel Gros. “L’impatto della svalutazione dell’euro rispetto al dollaro – scrive – è tre volte superiore in Italia rispetto alla Germania: i tedeschi sono specializzati in beni di investimento dal prezzo poco permeabile al cambio. Il contrario dell’export leggero italiano”.

Per la manifattura italiana si profila la possibilità di accelerare finalmente i tassi di crescita. Guai a sprecare l’occasione offerta dallo scudo di Draghi che non a caso ha ribadito che “i Paesi che hanno bisogno di riforme devono farle indipendentemente dall’incertezza politica, perché il modo migliore per affrontare l’incertezza è ripristinare crescita, occupazione e creazione di posti di lavoro”. 

TUTTI I LISTINI USA SEGNANO NUOVI MASSIMI

Meteo Borsa segnala venti di rialzo per tutti i listini. Salgono le Borse asiatiche a partire da Tokyo, +1,2% ( +3% nell’arco della settimana), spinta dal calo dello yen sul dollaro. Sul listino brilla Nintendo (+8%): la settimana prossima ci sarà il lancio di super Mario. Deboli Hog Kong e Shanghai. Pesano le restrizioni ai Bancomat a Macau, con danni sensibili all’attività dei casinò.

Ancora record a grappoli a Wall Street: Dow Jones +0,33%, S&P 500 +0,22%, Nasdaq +0,44%. Nei tre casi, così come per il Russell 2000 (il paniere delle Pmi) è stato segnato un nuovo primato assoluto. A guidare la corsa sono stati di nuovo i finanziari (+0,9% il paniere del settore), i principali protagonisti del rally. Goldman Sachs avanza del 2,5%. Amd sale dell’8,3% dopo un report di Bank of America che ha promosso il titolo a Buy da Underperfom.

WALL STREET PAZZA PER LO YOGA: LULULEMON +15%

Una citazione a parte la merita Lululemon, ditta d’abbigliamento specializzato nelle tute per lo yoga e altre discipline orientali, che ha messo a segno un rialzo de l 15% dopo la brillante trimestrale. Bank of America ha alzato la raccomandazione a Neutral con target price a 70 dollari, mentre il broker Evercore ha alzato la raccomandazione a Buy, con target price a 80 dollari. La società capitalizza circa 9 miliardi di dollari.

Il petrolio è in rialzo con il Brent a 53,6 dollari al barile (+1,3%), Wti in progresso dell’1,4% a 50,3 dollari. Il rialzo del greggio tenta di compensare i timori che i tagli decisi dall’Opec possano non essere sufficienti a dare equilibrio al mercato.

Contrastati i petroliferi, con Eni in rialzo dello 0,9%. Tenaris -0,9%. Saipem ha segnato un calo dell’1,9% dopo la conferma della raccomandazione hold (outloook negativo) di Jefferies.

CONTINUA IL RALLY DI MILANO, SPREAD A 161

Le Borse europee hanno reagito ieri con vigorosi rialzi alla decisione della Bce di estendere il programma di stimoli all’economia oltre la scadenza del marzo 2017, prorogandolo fino alla fine dell’anno prossimo. In particolare, hanno corso le banche.

A Milano l’indice FtseMib è salito dell’1,6%, a 18.428 punti. La Borsa di Parigi ha guadagnato lo 0,9%, Francoforte +1,7%. Sull’onda delle decisioni della Bce il rendimento del Btp decennale è salito a 2,0% da 1,88%. Sale a 0,38% (massimo da gennaio) il rendimento del Bund, da 0,34%. Di conseguenza lo spread si è allargato di 8 punti base a quota 161.

Sull’andamento della zona euro, Mario Draghi ha specificato che l’economia crescerà in modo moderato, ma solido. L’ufficio studi della Bce ha confermato le previsioni di crescita dell’eurozona all’1,7% per il 2016 e ha alzato la sua stima per il 2017 a 1,7%, da 1,6%. Quanto all’inflazione, la Bce vede una crescita dei prezzi dello 0,2% nel 2016, dell’1,3% nel 2017, dell’1,6% nel 2018 e dell’1,7% nel 2019. L’1,7% previsto nel 2019, ha detto Draghi, “non è ancora vicino all’obiettivo della Bce”, che è un’inflazione di poco inferiore al 2%. Il presidente della Bce ha poi detto che “il rischio di deflazione è ampiamente scomparso”. 

IL RIALZO BANCARIO CONTAGIA L’EUROPA

Ancora un netto rialzo dei titoli bancari a Piazza Affari: l’indice di settore ha segnato un rialzo del 4%. Robusto anche il rilancio del settore a livello europeo (Stoxx europeo +2,3%) favorito dall’annuncio che la Bce potrà comprare anche bond con rendimenti inferiori al suo tasso di deposito (-0,4%). Una mossa che in prospettiva aumenta la redditività delle banche. 

In particolare hanno corso le banche spagnole: Santander +4,9%, Bbva +4,4%, a Parigi Société Générale è salita del 4,3%. 

UNICREDIT, DOPO LA VENDITA DI PEKAO TOCCA A PIONEER

Al centro delle attenzioni Unicredit, +2,98% (+28% da inizio mese), alla vigilia della presentazione martedì a Londra del nuovo piano industriale che prevede un forte aumento di capitale (attorno ai 13 miliardi) accompagnato dal taglio dei costi e dalla revisione della governance. In vista dell’appuntamento l’ad Jean Pierre Mustier ha accelerato le dismissioni in vista del Cda di lunedì.

Ieri è stata la volta della cessione del 40% circa di Banca Pekao (incasso complessivo di circa 3 miliardi). Domani o domenica dovrebbe arrivare la firma della cessione di Pioneer ai francesi di Amundi, la società di asset management che fa capo a Crédit Agricole e Société Générale per un importo attorno ai 4 miliardi. A questo va aggiunta la cessione di un altro 30% di Finecobank, +3,1% (900 milioni), e la cessione di un pacchetto di 20 miliardi di Npl.

MPS SI PREPARA IL PARACADUTE DI STATO

È proseguito il rally di Monte Paschi (+4,1%) che ha chiesto alla Bce una proroga al 20 gennaio per completare l’operazione di rafforzamento di capitale da complessivi 5 miliardi di euro rispetto al termine ultimo fissato inizialmente al 31 dicembre. La risposta di Francoforte arriverà oggi. Le previsioni, al proposito, non sono positive. Di qui la prospettiva di far scattare il piano B, cioè l’intervento dello Stato che si è tentato di scongiurare fino all’ultimo. In tal caso potrebbe essere varato un decreto legge per consentire la conversione forzata dei bond subordinati. Gli obbligazionisti riceveranno in cambio azioni che verranno poi acquistate dal Tesoro. Oppure si procederà con un aumento precauzionale. Le ipotesi sono diverse, ma un dato è certo: il salvataggio, in qualsiasi forma, è gradito al mercato.

Nel resto del settore balzo impressionate di Banco Popolare (+9,7%) e Pop.Milano (+10%). Brillante Intesa (+3,3%). La Banca fornirà una parte consistente dei finanziamenti al consorzio formato dal Qatar e Glencore per l’acquisto della quota del colosso petrolifero statale russo Rosneft.

GENERALI PROMOSSA DA HSBC. GLI USA FRENANO AMPLIFON

Tra le blue chips, vola Generali (+ 4,5%) promossa a Buy da Hsbc. Nel risparmio gestito brilla Banca Mediolanum +7,73%. Sale ancora Telecom Italia (+1,3%) assieme a tutte le società europee delle tlc (Telefonica +3,8%). Bene gli industriali: Fiat Chrysler +1,9%, rialzi consistenti per StM (+4,7%) e Prysmian (+2,5%).

Nel resto del listino, caduta di Amplifon (-5,9%): ad innescare il ribasso è la decisione dell’agenzia americana Fda (Food and Drug Administration) che ha annunciato che da oggi negli Usa per comprare un apparecchio acustico non è più necessaria la prescrizione medica.

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