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La Lazio vola e apre la crisi della Juve: l’Inter sorride

Prima sconfitta stagionale della Juve: Cristiano Ronaldo risorge, segna e illude i bianconeri ma nella ripresa esce la Lazio che umilia i campioni d’Italia e mette a nudo tutte le insufficienze del nuovo corso di Sarri – Ora l’Inter è in testa a +2 – Solo pari per il Napoli a Udine – Oggi trasferta difficile per il Milan a Bologna

La Lazio vola e apre la crisi della Juve: l’Inter sorride

La caduta degli dei. Alla 20esima partita stagionale anche la Juve conosce il sapore amaro della sconfitta ad opera di una strepitosa Lazio, ormai lanciatissima non solo verso l’Europa che conta ma anche per qualcosa di più. Oltre a Simone Inzaghi, ovviamente, sorride Antonio Conte, che vede così trasformarsi il punto con la Roma in un altro “mattoncino” di vantaggio rispetto alla più quotata rivale. Per la Juve continua il momento no e poco importa che questa sia stata la prima sconfitta della stagione: i sentori di un crollo c’erano già stati in altre occasioni e solo gli episodi ne aveAvano frenato le conseguenze.

Ieri sera invece gli stessi hanno finito per condannarla, in particolare al 69’: l’espulsione di Cuadrado, indirizzata dal Var dopo che Fabbri, inizialmente, aveva optato per il giallo, ha sbilanciato le forze verso i biancocelesti, a quel punto perfetti nello sfruttare al meglio il momento e vincere la partita, nonostante un rigore sbagliato da Immobile, per una volta tutt’altro che implacabile. La Juve, passata in vantaggio nel primo tempo con Ronaldo (25’) e poi raggiunta al 45’ da Luiz Felipe, si è così trovata sotto di un uomo e al cospetto di una squadra caricata a molla, decisa a tentare il tutto per tutto pur di portare a casa i 3 punti.

La giocata giusta è arrivata al 74’ sull’asse Luis Alberto-Milinkovic Savic, il primo autore di uno splendido lancio e il secondo di un controllo-tiro in corsa da spellarsi le mani. I biancocelesti hanno poi avuto la palla del 3-1 ma Immobile, finito sul dischetto dopo un fallo disperato di Szczesny su Correa, si è fatto ipnotizzare dallo stesso portiere polacco, bravissimo a respingere il rigore e ancor più bravo a neutralizzare la successiva ribattuta. In pieno recupero però Caicedo, dopo l’ennesimo intervento d’autore del numero uno bianconero, questa volta su Lazzari, ha scaraventato in rete il pallone del terzo gol, sancendo la vittoria dei suoi e la prima sconfitta in stagione della Juventus.

“Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, concedendo però il gol allo scadere: era importante andare al riposo in vantaggio – l’analisi di Sarri. – Nella ripresa, in un momento in cui la partita sembrava in una fase di stallo, gli episodi hanno condizionato il risultato. Dobbiamo stare più attenti, come in caso dell’espulsione, anche se non sono completamente d’accordo sulla chiara occasione da gol perché la palla andava per vie esterne. Mi sembrava che l’ammonizione, come aveva deciso l’arbitro, fosse la sanzione più giusta…”.

Di umore opposto invece Simone Inzaghi, felicissimo della vittoria casalinga sulla Juventus e di un terzo posto sempre più saldo, tanto da potersi permettere di puntare addirittura al secondo, peraltro occupato proprio dalla Signora. “Siamo in un buonissimo momento, abbiamo sofferto il giusto con la Juve ma abbiamo creato tanto – il commento soddisfatto del tecnico. – Dobbiamo pensare partita per partita guardando all’insù. Un plauso a questi ragazzi che hanno fatto qualcosa di straordinario, è giusto essere ambiziosi anche se sappiamo che i giudizi variano in base ai risultati”.

Chi non riesce proprio a ritrovare il sorriso è invece il Napoli, costretto a rimandare ancora l’appuntamento con la vittoria che manca ormai da 7 partite. La trasferta di Udine poteva essere una buona occasione per sfatare il tabù, invece gli azzurri si sono fatti fermare su un pareggio che, classifica alla mano, sa tanto di sconfitta. L’1-1 della Dacia Arena, infatti, soddisfa decisamente più i padroni di casa, non certo una squadra chiamata a riscattare la sconfitta col Bologna e reduce da una settimana di ritiro che, in teoria, avrebbe dovuta incattivirla al punto giusto. Invece il Napoli, dopo una mezz’ora incolore, si è trovato addirittura sotto di un gol (Lasagna al 32’) e costretto così a inseguire, nel tentativo di scardinare una difesa ben chiusa come quella friulana.

Meno male per Ancelotti che Zielinski, al minuto 69’, ha trovato il pareggio con un colpo di fino, evitando quantomeno una sconfitta che sarebbe stata pesantissima per il tecnico, arrivato ora al punto di non ritorno: o passa il turno di Champions contro il Genk o dice addio alla panchina azzurra. “Squadra lenta e involuta nel primo tempo, il momento resta complicato ma rimango positivo, martedì abbiamo una partita importante e può arrivare la scintilla per sbloccarci – il commento di Ancelotti. – Le voci su Gattuso al mio posto? Mi fido di De Laurentiis…”.

Va a caccia di punti importanti anche il Milan, deciso a trovare un’altra vittoria in trasferta dopo quella di Parma. Questa volta però l’avversario sarà il Bologna di Mihajlovic (ore 20.45), a sua volta voglioso di riscatto dopo la batosta di Udine che è costata l’eliminazione dalla Coppa Italia. Insomma, al Dall’Ara c’è un palio un bel pezzo di stagione per entrambe ma è chiaro che sono soprattutto i rossoneri ad avere più da perdere: la classifica piange e il successo di Parma, per quanto importante, non è certo bastato a renderla migliore.

“Siamo noi che dobbiamo cercare in qualsiasi partita un’opportunità importante – ha spiegato Pioli –. Tutte le nostre gare hanno un peso superiore ai tre punti, siamo alla ricerca di fiducia e convinzione. La squadra sta bene mentalmente, fisicamente e sta migliorando tatticamente, però ora dobbiamo portare a casa punti pesanti. La vittoria di Parma non ci ha consentito di salire molto in classifica, dunque bisogna continuare a vincere”.

Migliorare il piazzamento poi non è solo questione di orgoglio: l’idea è quella di chiudere il 2019 col massimo dei punti, per poi sperare nel mercato di gennaio e in quello Zlatan Ibrahimovic ormai sulla bocca di tutti. “Babbo Natale arriva il 25 dicembre, voi invece ne parlate da ottobre – ha glissato il tecnico rossonero. – Se penso a un regalo oggi, penso ai tre punti col Bologna, e comunque ribadisco che non c’è nessun caso Piatek”. Sarà, ma certo i gol del polacco (solo 3 da inizio stagione di cui 2 su rigore) mancano tremendamente all’appello, ragion per cui questa sera è lecito attendersi un segnale anche da parte sua.

Pioli confermerà il 4-3-3 di Parma, dunque Donnarumma in porta, Conti, Musacchio, Romagnoli ed Hernandez in difesa, Kessié, Bennacer e Bonaventura a centrocampo, Suso, Piatek e Calhanoglu in attacco. Consueto 4-2-3-1 anche per Mihajlovic, che risponderà con Skorupski tra i pali, Tomiyasu, Bani, Danilo e Denswil nel reparto arretrato, Schouten e Poli in mediana, Skov Olsen, Dzemaili e Sansone alle spalle dell’unica punta Palacio.

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