E ora la Juve fa davvero paura. La vittoria sul Napoli è di quelle che fanno rumore, perché ottenuta contro un avversario di livello e soprattutto perché arrivata in un momento cruciale della stagione. I bianconeri dovevano approfittare del passo falso del Milan, ci sono riusciti dopo una prova di straordinaria intensità. Raramente nella gestione Mazzarri si è visto un Napoli così alle corde, incapace di rendersi pericoloso per quasi tutta la partita e il merito va tutto alla Juventus. Conte ha costruito un’ottima macchina, alla quale manca solo un centravanti degno di tale nome per essere perfetta. A questo dovrà pensare Marotta tra otto settimane, intanto i bianconeri sognano di cucirsi sul petto un tricolore che avrebbe quasi dell’incredibile. Il Milan resta leggermente favorito, ma la Juve è a soli due punti e noi ci prepariamo ad una volata scudetto da favola.
LA PARTITA
L’aggressività contro la rapidità. Era stata presentata così la sfida tra Juventus e Napoli, che alla luce dei risultati del weekend valeva ancor più del previsto. La Juve ha avuto il merito di non fare calcoli, consapevole che un pareggio sarebbe stato quasi come una sconfitta, mentre il Napoli ha dato l’impressione di voler controllare l’avversario, come se un punto, tutto sommato, potesse anche andar bene. Questo fin dall’inizio ha fatto la differenza, con i padroni di casa all’assalto e gli ospiti a presidiare la loro metà campo, pronti però a ripartire. Se però i tre tenori Hamsik, Lavezzi e Cavani vivono una serata no (e quella di ieri, decisamente, lo è stata), allora per il Napoli diventa difficile creare problemi alla miglior difesa del campionato. Non che alla Juve manchino i problemi: la manovra è fluida, il ritmo è forsennato, ma manca chi la butta dentro e non è una novità. Il capocannoniere Matri (10 gol, 1 in più di Nocerino) ha visto il match dalla panchina, Vucinic continua ad essere troppo discontinuo, Borriello si sbatte tanto ma non segna mai, a conti fatti le uniche punte a festeggiare sono Quagliarella (tornato al gol) e Del Piero, entrato a 10’ dalla fine ma autore di giocate da urlo. In questo resoconto sugli attaccanti c’è tutta la stagione bianconera: quando va bene la sblocca un centrocampista o un difensore, quando va male finisce in pareggio. Fortunatamente per la Juve, ieri è uscita la prima opzione, nella fattispecie rappresentata da Bonucci, fortunato a deviare in porta una conclusione di Vucinic (53°). Le immagini dimostrano che il difensore bianconero è in fuorigioco, ma si tratta di pochi centimetri, francamente invisibili ad occhio nudo. Le direttive Fifa parlano chiaro: nel dubbio bisogna lasciar correre, dunque all’assistente non si può imputare nulla. Anche perché tre minuti dopo (56°), lo stesso ferma Vucinic a tu per tu con De Sanctis per un fuorigioco che non c’è. Sarebbe stato il gol del 2-0, ma tutto sommato va bene così. Nel frattempo il Napoli vaga confuso per il campo e a nulla servono le mosse di Mazzarri, che toglie Inler per Pandev (60°) e Hamsik per Dzemaili (71°). Da grande scacchiere, Conte risponde colpo su colpo: fuori Lichtsteiner dentro Caceres (65°), fuori Borriello (fischiato) dentro Quagliarella (69°). Il match resta virtualmente in bilico fino al 75°, quando uno straripante Vidal s’inventa un gol da cineteca: serie di finte su Campagnaro, dribbling secco e sinistro monstre che s’infila sotto la traversa. Scene di giubilo allo Juventus Stadium, con Agnelli e Marotta che si abbracciano in tribuna d’onore, consapevoli dell’importanza di questa vittoria. A giochi fatti, si scatena Quagliarella, che prima sfiora l’eurogol con un tiro da centrocampo che esce di poco, poi lo trova con un destro che sorprende De Sanctis sul primo palo (83°). L’assist è di Del Piero, entrato un minuto prima al posto di Vucinic e subito capace di incendiare gli animi. Il Capitano morale (quello “vero” era Buffon) non si accontenta dell’assist: vuole il gol e lo sfiora due volte, ma De Sanctis glielo nega. Poco male, allo Juventus Stadium si fa festa lo stesso.
LE REAZIONI
A fine partita Antonio Conte ha fatto il pieno di elogi, che ha subito girato alla squadra: “Nelle ultime due gare abbiamo battuto in modo netto Inter e Napoli, due squadre che sulla griglia ci partivano davanti a inizio stagione. Aver sconfitto gli azzurri è un grande motivo d’orgoglio dato che hanno iniziato due anni e mezzo prima di noi questo splendido lavoro. Ringrazio i miei giocatori che sono veramente straordinari e sentire i tifosi così felici stasera è veramente bello”. Sulla falsa riga di quanto dichiarato da Marotta (“Non rispondo agli allenatori avversari, non voglio alimentare polemiche”), il tecnico bianconero ha evitato di rispondere ad Allegri, che il giorno prima aveva tirato in ballo la Juventus e gli arbitri. Sulla lotta scudetto, Conte ha ribadito il concetto che va ripetendo da mesi: “Un’occhiata davanti la diamo, seppur consci che solo il Milan può perdere il titolo. Loro stanno sopperendo a 12 infortuni, non c’è nessuno in Italia che potrebbe gestire questi problemi. Certo, a -2 noi ce la giocheremo cercando di sfruttare il nostro entusiasmo e quello dell’ambiente che ci circonda. Intanto abbiamo quasi ipotecato il secondo posto e siamo in finale di coppa Italia”. Di tutt’altro umore il fronte napoletano, con De Laurentiis che se l’è presa ancora una volta con le fatiche europee dei suoi: “Siamo stati prosciugati dalla Champions League, ora dobbiamo raccogliere le forze residue e ritrovare lo smalto perduto che non manca solo a noi, ma anche a tutte le altre squadre che hanno fatto le coppe”. Mazzarri invece ha preferito spostare il tiro sugli episodi, anche se la testa è già a sabato prossimo, quando all’Olimpico andrà un scena un vero e proprio spareggio per il terzo posto: “Dispiace perché fino al secondo gol la partita era equilibrata. La Juventus stava molto bene, la loro condizione fisica ha fatto la differenza. Ora è il momento di guardare avanti, a Roma ce la giocheremo”.