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La Juve è tornata e il derby è suo ma l’Inter rimonta il Sassuolo tra i veleni

Allegri azzecca tutte le mosse tattiche anche nel derby e Locatelli trova nel finale il gol che stende il Torino – L’Inter vince in rimonta contro il Sassuolo soprattutto grazie a Dzeko ma uno scontro dubbio e non sanzionato dall’arbitro tra Handanovic e Defrel fa infuriare gli emiliani

La Juve è tornata e il derby è suo ma l’Inter rimonta il Sassuolo tra i veleni

Due vittorie al cardiopalma. Doveva essere un sabato da brividi e così è stato, sia a Reggio Emilia che a Torino, dove Inter e Juventus hanno ottenuto successi tanto importanti quanto ricchi di colpi di scena. Impossibile fare la tara e stabilire chi, tra nerazzurri e bianconeri, abbia raccolto i punti più pesanti, di certo però, se tra qualche mese dovessero arrivare traguardi di un certo tipo, ripenseremmo a questo sabato d’inizio ottobre come a un giorno decisamente significativo. Già, perché le grandi squadre sono tali soprattutto quando vincono soffrendo, tirando fuori delle risorse inaspettate, ma comunque in grado di avere la meglio sugli avversari. Certo, poi ci si mettono anche gli episodi, ma del resto anche questi fanno parte del gioco. Il minuto chiave di Sassuolo-Inter è il 45’ del primo tempo, un attimo prima che l’arbitro Pairetto mandasse tutti negli spogliatoi: lì, coi neroverdi in vantaggio 1-0 grazie a un rigore di Berardi (21’, fallo di Skriniar su Boga) e più volte vicini al raddoppio, De Vrij sbaglia un retropassaggio e manda in porta Defrel, che si scontra con Handanovic e finisce a terra.

Per il direttore di gara non c’è nessun fallo, il Var conferma: le immagini però, pur certificando la buona fede del portiere sloveno, dimostrano che il suddetto colpisce l’attaccante sia con il piede sinistro che con il gomito, impedendogli di segnare. Sarebbe stata espulsione, il che avrebbe costretto l’Inter a giocare il secondo tempo in 10, invece Handanovic è rimasto in campo e, nella ripresa, ha tenuto a galla i suoi come nei tempi migliori, parando a botta sicura su Rogerio e Boga. A quel punto Inzaghi, teso come una corda di violino, ha pescato il jolly dal cilindro, ovvero Edin Dzeko, inizialmente lasciato in panchina in virtù di Correa. Il bosniaco è entrato nel match con la forza di un ciclone, trovando l’1-1 di testa su assist di Perisic un minuto dopo (58’), procurandosi il rigore dell’1-2 trasformato da Lautaro (78’), facendosi annullare un gol per un fuorigioco di centimetri (82’). E così l’Inter, dopo essere stata a un passo dal baratro, ha finito per vincere, proprio come a Firenze: non sempre potrà andare così bene, ma intanto i punti di platino cominciano a essere tanti.

“Siamo stati in partita, abbiamo sofferto, il Sassuolo nel primo tempo ha fatto meglio di noi, poi nel secondo tempo, anche prima dei cambi, ho visto una squadra che aveva voglia di reagire e credo che la vittoria sia meritata – l’analisi di Inzaghi -. L’episodio di Handanovic? Samir si disinteressa della palla e fa di tutto per non toccare l’avversario, credo che la decisione sia corretta”. Di parare opposto Dionisi, arrabbiatissimo per aver perso una partita a lungo dominata. “Rivedendo le immagini confermo l’opinione avuta dal campo – le sue parole -. Siamo rammaricati: se avessimo cominciato il secondo tempo in undici contro dieci avemmo vinto. Mi chiedo perché il Var ci sia e venga sottovalutato, gli errori ci sono, non va bene accettarli sempre”. Vittoria molto importante anche per la Juventus, uscita con i 3 punti da un derby sporco, tignoso, nel quale lo 0-0 sembrava ormai scritto. E invece è arrivato il gol di Locatelli a tingere Torino di bianconero, regalando ad Allegri la quarta vittoria consecutiva tra campionato e Champions, la seconda per 1-0.

Nella settimana più delicata, con Chelsea e Toro decisi a metterlo ko, il tecnico ha finalmente trovato la sua Juve, una squadra operaia, magari non bella da vedere, ma solida, organizzata e molto, molto, efficace. “Dopo la sosta abbiamo ritrovato lo spirito di squadra, la voglia di difendere e capiamo meglio i momenti della gara – ha esultato in conferenza stampa -. Se non avessimo vinto, mi sarebbe dispiaciuto, è stata una delle migliori prove di questo inizio di campionato. Locatelli? Si è inserito bene e ha tanti margini di miglioramento. Gioca più sul lungo e varia le giocate, mettendosi in posizione di regista, è bravo e ha tecnica”. Le chiavi di questa vittoria sono appunto l’ex centrocampista del Sassuolo, autore del colpo da biliardo decisivo al minuto 86, e la fase difensiva, impersonificata dalla grande prova della coppia Chiellini-De Ligt. Per il resto non si può certo dire che sia stata una Juve spumeggiante, a dispetto di un inizio che sembrava promettere molto, con i bianconeri a far tremare l’Olimpico Grande Torino con tre ripartenze molto pericolose.

Poi però i granata hanno ritrovato distanze e intensità, e visto che la Signora non era in vena di vezzi, ecco venir fuori un derby avaro di spettacolo (solo 2 tiri in porta per i granata, 3 per i bianconeri), ma sicuramente combattuto, con due squadre che sarebbero piaciute all’Al Pacino di Ogni maledetta domenica. I centimetri decisivi, continuando a parafrasare il capolavoro di Oliver Stone, li ha trovati Locatelli, prima che Kulusevski sfiorasse addirittura il raddoppio con una grande azione personale finita sul palo. Sarebbe stato troppo, ma in fondo non cambia nulla: i 3 punti, ritenuti fondamentali per continuare la risalita in classifica, sono finiti lo stesso nella cassaforte di Allegri.

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