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La guerra commerciale Usa-Ue colpisce le Borse ma Milano regge

Inversione di marcia per i listini europei e per Piazza Affari dopo la decisione di Trump di far scattare dalla mezzanotte la stangata del 25% sulle esportazioni di acciaio e alluminio dell’Europa verso gli Usa – La Borsa di Milano chiude poco setto la parità – Tornano a soffrire soprattutto i titoli bancari – In controtendenza Fca d Exor in vista dell’Investor Day di Marchionne di domani a Balocco.

La guerra commerciale Usa-Ue colpisce le Borse ma Milano regge

Il rebus Italia resta sullo sfondo, ma a innervosire i mercati oggi è Donald Trump, che dalla mezzanotte di Washington farà scattare i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio da Europa, Canada e Messico. Il risultato è che Wall Street, impensierita dallo spettro di una guerra commerciale, viaggia contrastata, mentre listini europei chiudono prevalentemente in calo. Per il presidente alla Commissione europea, Jean Claude Juncker, “questo è un brutto giorno per il commercio mondiale. Presenteremo ricorso al Wto e annunceremo contromisure nelle prossime ore”. Ma il segretario Usa al commercio, Wilbur Ross, fa spallucce a eventuali ritorsioni su prodotti per 2,8 miliardi di dollari: “sono poca cosa, una piccola frazione della nostra economia da 18.000 miliardi di dollari”.

Piazza Affari viaggia in altalena tutto il giorno, ma alla fine fa meglio degli altri e chiude piatta -0,06%, 21.784 punti. Il listino peggiore è quello di Francoforte, -1,4%, zavorrato da Deutsche Bank, -6,93%, a seguito del fatto che le autorità americane hanno inserito la divisione statunitense dell’istituto fra quelle “problematiche”, con criticità tali da metterne a repentaglio la stabilità e potenzialmente in grado di creare rischi sistemici.

In rosso Madrid, -1,05%, anche a causa della crisi politica interna, Parigi -0,53%, Londra -0,2%, Zurigo -1,31%. L’euro perde gran parte dei guadagni della mattinata sul dollaro e il cambio torna sui livelli di ieri in area 1,167. Il petrolio vive una seduta a due facce. Il Brent si apprezza dello 0,14%, portandosi a 77,83 dollari, mentre il Wti risulta in calo dell’1,19% a 67,4 dollari al barile.

Tornando alle questioni italiane. I titoli di Stato, con cui in questi giorni si è misurata la febbre al paese, chiudono bene, anche se un po’ peggio della mattinata. Il rendimento del decennale al 2,88% e lo spread con il Bund è 253.70 punti base (-7,48%). Gli investitori sembrano premiare l’idea che non si voti a luglio, ma ancora non si sa se il governo Lega-5 Stelle vedrà la luce. Secondo l’Ansa i nodi potrebbe essere risolti con il professor Giovanni Tria, ordinario di Economia Politica all’Università di Tor Vergata a Roma; Enzo Moavero Milanesi alla Farnesina e Paolo Savona agli Affari Europei. Sono queste le prime indiscrezioni sulla possibile squadra di governo giallo-verde, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, su cui si sta discutendo al vertice tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

In Piazza Affari la blue chip migliore è Banco Bpm, +2,38%, che ha approvato la cessione tramite cartolarizzazione di un portafoglio sofferenze per un valore nominale lordo di 5,1 miliardi, nell’ambito del piano complessivo di cessioni dei Npl da 13 miliardi.

Bene Generali +2,32%; Mediaset +2,08%; Fiat +2,05%, Ferragamo +2,02% . I peggiori sono Unipolsai -4,42%; Tenaris -3,25%; Unipol -2,52%; Mediobanca -1,9%; Telecom -2,05%.

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