Condividi

La frenata tedesca sul piano salva-banche e salva-euro colpisce le Borse: Milano – 2,3%

I dubbi di Berlino sulla possibilità che già nel prossimo vertice europeo si arrivi a un pieno accordo sulla ricapitalizzazione delle banche e sulla strategia anti-debito spingono le Borse di tutta Europa in territorio negativo – Milano la peggiore – Crollano Intesa e Unicredit – Bpm: Bankitalia interviene sulla governance – Parmalat e Saipem controcorrente

La frenata tedesca sul piano salva-banche e salva-euro colpisce le Borse: Milano – 2,3%

LA GERMANIA GELA I LISTINI
DIFFICILE UN ACCORDO PER IL 23 OTTOBRE

Dalla Germania è arrivata l’ennesima doccia fredda e i mercati non si sono più ripresi, complice l’avvio negativo anche di Wall Street. Partiti in deciso rialzo (fino anche al 2%), i listini hanno azzerato i guadagni verso le 13 di oggi per poi piombare in profondo rosso. Il Ftse Mib ha chiuso in ribasso del 2,30%, il Dax dell’1,81%, il Cac dell’1,61% e il Ftse 100 dello 0,54%. Risale anche lo spread tra Btp e Bund a quota 360 da 350. E le banche tornano nel mirino, a partire da Dexia che sprofonda (-16,71%).

La reazione è legata alle dichiarazioni del ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schäuble: il 23 ottobre non arriverà una decisione finale sul programma di salvataggio dell’Eurozona. Anche la Cancelliera Angela Merkel, tramite il proprio portavoce, ha messo in guardia da aspettative troppo ottimistiche: per raggiungere un accordo sul pacchetto anticrisi è necessario un lavoro lungo ed è un “sogno impossibile” sperare che il prossimo meeting europeo possa portare alla risoluzione di tutti i problemi della crisi del debito. Infine anche il francese Christian Noyer, l’esponente della Bce e governatore della Banca di Francia, ha aumentato il clima di incertezza sottolineando che potrebbe essere “irrealistico aspettarsi un incremento del fondo salva-Stati Efsf” anche se si è detto disponibile allo studio del meccanismo della leva.

GRECIA, VERSO HAIRCUT AL 50%
BERLINO STUDIA SEPARAZIONE BANCHE D’INVESTIMENTO E COMMERCIALI

In mattinata gli umori dei listini sono stati sostenuti dalle attese che l’Europa riesca a mettere a punto velocemente un piano concreto per affrontare la crisi dopo l’ultimatum arrivato dal G20. Non è più ammesso alcun rinvio, hanno ripetuto i rappresentanti di Usa, Gran Bretagna e Canada: i piani per il rafforzamento del sistema bancario e per il risanamento del debito sovrano dovranno essere pronti per il vertice europeo di domenica 23 ottobre per poi passare al vaglio del G 20 del 3-4 novembre a Cannes.

Sul tavolo la ricapitalizzazione delle banche (50 sono le banche di rilevanza sistemica individuate dal G20), l’ampliamento e il ruolo del fondo salva Stati Efsf (che al momento ha una potenza di circa 440 miliardi) e il piano per evitare il default della Grecia. Su questo fronte l’orientamento emerso da Francia e Germania è quello di aumentare la quota a carico dei privati, ossia le banche, il famoso haircut (taglio) sui crediti che potrebbe arrivare al 50% dal 21% iniziale mentre la Troika oggi si è detta fiduciosa sullo sblocco dell’ultima tranche da 8 miliardi del primo pacchetto di aiuti. Per convincere le banche ad accettare un taglio di tale entità il governo tedesco si starebbe servendo della mediazione dell’amministratore delegato di Deutsche Bank, Josef Ackermann, secondo quanto riferisce il tabloid Bild.

Intanto la Germania, secondo il quotidiano Handelsblatt, starebbe studiando la separazione tra banche commerciali e quelle d’investimento.

SCENDE L’INDICE DELLA MANIFATTURA NEGLI USA
CITIGROUP BATTE LE ATTESE

Arrivano però nuovi timori sul fronte della ripresa economica. Nel suo bollettino mensile la Bundesbank afferma: ”Le prospettive di crescita della Germania sono peggiorate con le imprese che tagliano le proprie stime e con gli ordini dall’estero in calo”. Nel pomeriggio è anche arrivato un dato poco rassicurante sull’industria manifatturiera americana: l’indice della Fed di New York per il settore ha registrato a ottobre una forte contrazione di 8,48 punti contro le attese di 4. In linea con le attese la debole crescita della produzione industriale a settembre che migliora dello 0,2%, migliora anche la capacità di utilizzo degli impianti migliora in settembre al 77,4% (agosto, rivisto 77,3%; attese 77,5%).

Qualche nota positiva che non serve però ad aiutare il comparto arriva dal colosso bancario Citigroup (+0,76%) che ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto di 3,8 miliardi di dollari battendo le attese degli analisti. Anche i ricavi hanno fatto meglio del previsto attestandosi a 20,8 miliardi contro attese per 19,25 miliardi. A Wall Street il Dow Jones è in calo dell’1,13% e il Nasdaq dello 0,61%. In evidenza sui listini europei in giornata è Philips, che corre dopo risultati trimestrali sopra le attese e l’annuncio di tagli per 4.500 posti a causa di margini scesi del 50% rispetto a un anno fa. Il titolo ha però poi chiuso in calo dell’1,89% in scia delle vendite che hanno colpito il listini. L’ euro torna sotto area 1,38, in calo dai massimi sopra 1,39 raggiunti nella mattinata di oggi e anche il petrolio Wti ritraccia c poco sotto gli 87 dolari al barile.

CROLLANO INTESA E UNICREDIT
BPM: BANKITALIA IMPONE MODIFICHE ALLA GOVERNANCE

Non hanno rianimato il comparto bancario i buoni conti di Citigroup. In Europa le banche tornano a soffrire per la crisi del debito greco e i rischi di liquidità mentre il settore in Italia risente anche del nuovo allargamento a 370 punti base dello spread tra Btp e bund dai 350 di inizio giornata. Crollano Unicredit e Intesa con un tonfo rispettivamente del 6,12%e del 5,32%. Su Piazza Cordusio Nomura ha confermato la raccomandazione buy. Banco Popolare cede il 4,84% Colpita dalle vendite anche la Bpm dopo che Bankitalia ha approvato il nuovo statuto ma ha imposto alcune modifiche alla governance tra cui l’aumento delle deleghe di voto da tre a cinque, l’eliminazione per il consiglio di gestione dell’obbligo di attenersi ai pareri vincolanti del consiglio di sorveglianza su alcune materie.

In giornata è intervenuto anche Andrea Bonomi alla guida di Investindustrial: la sua lista è in corsa per il Consiglio di Sorveglianza. “Se non saremo in consiglio di Gestione avventura finita”, ha detto. Piazza Meda entra nella settimana calda prima dell’assemblea di sabato 22 ottobre per la nomina del nuovo consiglio di Sorveglianza, domani si svolge il cda dedicato al dossier “carriere facili”, in particolare sulla documentazione che Bpm deve presentare su richiesta della Consob riguardo alle nomine avvenute negli ultimi 5 anni.

DIASORIN DELUDE GLI INVESTITORI
I MERCATI NON FERMANO SAIPEM

Diasorin viene sospesa al ribasso e chiude in calo del 10,09% dopo la revisione al ribasso delle stime sul 2011 e un piano industriale che ha deluso gli investitori. Tra i peggiori Finmeccanica (-4,89%) che in mattinata ha provato a resistere al taglio di Goldman Sachs del target price a 4,5 euro da 5,5 e ha raccomandato la raccomandazione sell. Nonostante l’ondata di vendite che ha investito tutte le Borse europee, a Piazza Affari ha continuato a correre Saipem che chiude in rialzo del 3,20% grazie ai nuovi contratti per 1,5 miliardi di dollari. Recupera anche Parmalat (+3,36%, miglior titolo nel finale) e si risveglia la Bper (+0,56%) che nelle ultime settimane è spesso rimasta in fondo al listino.

MAFFEI SOSPESE IN ATTESA DI COMUNICATO
SULLO STAR BRILLA PRIMA INDUSTRIE

Borsa Italiana ha comunicato che le azioni ordinarie Gruppo Minerali Maffei sono sospese dalle negoziazioni per la seduta odierna in attesa di comunicato. Archiviano la difficile seduta con decisi rialzi diverse società dello Star: Dmt +9,31%, Cobra +4,06% e Prima Industrie + 7,31%. Quest’ultima corre sulla scia delle dichiarazioni dell’ad Gianfranco Carbonato sulla joint venture creata a Shangai: per la produzione di macchine laser destinato al mercato interno. “Stiamo studiando la possibilita’ di quotare la joint venture sulla borsa di Shanghai”, ha detto.

Commenta