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La febbre M&A infiamma Wall Street ma non investe l’Europa

Due mega-deal, uno nell’high tech e l’altro nel pharma, accendono la Borsa americana – Deboli invece Piazza Affari e le Borse del Vecchio continente

La febbre M&A infiamma Wall Street ma non investe l’Europa

Borse miste in Europa, al termine di una seduta incolore che non si anima nemmeno con l’avvio positivo di Wall Street e il rimbalzo del Nasdaq nella prime ore di scambi. Se da una parte la speranza di un vaccino in tempi rapidi infonde un po’ di ottimismo, dall’altra il crescente numero di contagi a livello mondiale, il ritorno del lockdown in Israele e l’avvertimento dell’Oms, che l’autunno porterà nuovi malati e nuovi morti nel Vecchio Continente, frena la propensione al rischio. Così Francoforte è appena sotto la parità come Londra, mentre Parigi guadagna lo 0,35% e Madrid lo 0,17.

Piazza Affari perde lo 0,14%, fermandosi a 19.793 punti base. Gli acquisti premiano Stm, +3,74%, in un settore rinvigorito dalla notizia che Nvidia (+6,5% al Nasdaq) acquisirà il designer di chip Arm dalla giapponese SoftBank per 40 miliardi di dollari, uno dei più importanti accordi degli ultimi tempi nel mercato dei semiconduttori.

Bene il risparmio gestito: Banca Generali +3,32%, Azimut +1,32%, Banca Mediolanum +1%. Le vendite penalizzano Cnh -2,4% e Telecom -1,79%. Soffre l’energia: Italgas -1,75%; Eni -1,62%; Saipem -1,54%. Fra le banche la più penalizzata è Banco Bpm -1,52%. Fuori dal paniere principale si sgonfia un po’ Tiscali, -14,05%, dopo le ottime performance a seguito dell’accordo con Tim. 

Chiusura positiva invece sul secondario: lo spread fra decennale italiano e tedesco scende a 144 punti base e il rendimento del Btp è 0,96%.

L’attenzione, in avvio di settimana, più che sui titoli del listino milanese è sulla vendita di Borsa Italiana, per la quale sono state presentate al London Stock Exchange Group (-0,78% a Londra), offerte dall’operatore di borsa svizzero Six, dalla francese Euronext, in partnership con CDP Equity e Intesa Sanpaolo (-0,3%), e dalla tedesca Deutsche Borse. I termini finanziari delle tre offerte non sono stati ancora resi noti ufficialmente, ma secondo fonti stampa, le proposte valuterebbero Borsa Italiana in un range tra 3,5 e 4 miliardi di euro e quella di Six sarebbe la più alta.

Sul mercato valutario il dollaro resta debole, alla vigilia della due giorni di riunione del Fomc, braccio operativo della Federal Reserve. Gli esperti attendono soprattutto la conferenza stampa del numero uno, Jerome Powell, dopo la svolta compiuta a fine agosto, quando il banchiere centrale annunciò che la politica monetaria non cambierà anche nel caso in cui l’inflazione dovesse temporaneamente superare il target del 2%. L’euro si muove intorno a 1,187.

Fra le materie prime il petrolio è in rosso e il Brent scambia sotto i 40 dollari al barile. Per l’Opec la domanda mondiale di petrolio subirà una maggiore flessione nel 2020 rispetto a quanto precedentemente previsto a causa del coronavirus e si riprenderà molto più lentamente rispetto alle attese nel 2021. Secondo il cartello per il gruppo e i paesi alleati sarà ancora più difficile fornire supporto al mercato

Ci rifugia quindi nell’oro, che appare intonato con lo spot gold a  1959,33 dollari l’oncia.

Sul versante macroeconomico, l’Ocse oggi parla di caduta senza precedenti del pil dei paesi del G20 nel secondo trimestre dell’anno: -6,9%, dopo -3,5% nel primo trimestre. Niente di paragonabile al 2009 (-1,6%, nel primo trimestre). Tra i grandi della terra solo la Cina chiude il secondo trimestre 2020 con una crescita (+11,5%, dopo -10% nel primo trimestre). Per gli altri la flessione è dell’11,8%. Il paese più colpito è l’India (-25,2%), seguito dal Regno Unito (-20,4%). Male anche Francia (-13,8%), Italia (-12,8%) e Germania (-9,7%).

Nella zona euro inoltre a luglio senza una battuta d’arresto la produzione industriale: +4,1% dopo +9,5% di giugno. Tuttavia su base annua si è attenuata la caduta al 7,7% dal 12% di giugno.

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