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La “dieta perfetta”: come nutrirsi per salvare salute e ambiente

L’autorevole rivista scientifica The Lancet ha pubblicato uno studio sulla “dieta universale”, che protegga la salute delle persone e il pianeta, che tra 30 anni sarà popolato da oltre 10 miliardi di individui.

Duemila e cinquecento calorie al giorno, riducendo quasi del tutto il consumo giornaliero di carne (soprattutto bovina) e arrivando a ingurgitare fino a mezzo chilo di frutta e verdura. E’ questa la “dieta universale di riferimento” suggerita dalla prestigiosa rivista scientifica inglese The Lancet, con un doppio scopo: proteggere la nostra salute, ma anche quella del nostro pianeta, che secondo le previsioni tra soli 30 anni sarà popolato da 10 miliardi di persone.

A metterla a punto sono stati i 37 esperti di nutrizione e sostenibilità della Commissione (tra i quali anche Tim Lang, inventore del “chilometro zero” e il professore di Harvard Walter Willett), provenienti da università di 16 Paesi del mondo e da organizzazioni come Fao e Oms: “Seguire i consigli della dieta universale può permettere anche di evitare fino a 11,6 milioni di morti all’anno a causa di malattie legate alle cattive abitudini alimentari”, sostiene lo studio, che rivela oltretutto che mangiare male è addirittura più pericoloso che fumare, fare sesso non protetto e bere alcol.

La dieta universale proposta da The Lancet chiede in pratica di raddoppiare il consumo globale di frutta, verdura, legumi e noci, di ridurre invece di oltre il 50 per cento quello di carni rosse e zuccheri, e consiglia vivamente di usare come condimento gli oli vegetali, extravergine di oliva o colza. Nel dettaglio, ecco le quantità giornaliere consigliate: 230 grammi di cereali integrali, 500 di frutta e verdura, 250 di latticini, 14 di carni (bovine o suine o ovine), 29 di pollo, 13 di uova, 28 di pesce, 75 di legumi, 50 di noci, 31 di zuccheri (aggiunti e non), 29 di fibre. Per ogni 15 grammi di cereali in più consumati quotidianamente, si legge nello studio, l’incidenza di infarto, cancro al colon e diabete diminuisce di una percentuale che oscilla dal 2 al 19.

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