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La civiltà dell’eccesso, un libro di Codignola per sopravvivere tra relativismo e abbondanza

Qual è il risultato di vivere in una civiltà dell’eccesso? Tommaso Codignola risponde a questa domanda per noi. Nel suo libro naviga tra le sfide della nostra epoca, facendo riferimento ai pensieri dei grandi filosofi della storia

La civiltà dell’eccesso, un libro di Codignola per sopravvivere tra relativismo e abbondanza

Viviamo in una civiltà dell’eccesso. Così la definisce Tommaso Codignola, docente di Storia e Filosofia a Firenze che ha dedicato un libro al tema La civiltà dell’eccesso. Curare l’anima nell’epoca della quantità (Edizioni di Storia e Letteratura). Codignola, attraverso la sua analisi, guida il lettore verso una riflessione sui tempi che viviamo che “illumina ma non acceca”, come afferma lo sceneggiatore e documentarista Cosimo Calamini durante la presentazione del libro al Festival “La città dei Lettori” a Firenze.

La civiltà dell’eccesso: il libro di Codignola

Codignola ha l’occasione di raccontare il suo libro su un palco dove alle spalle spiccano la Cupola di Brunelleschi e Palazzo della Signoria, che sembrano quasi voler sfidare il tema del libro: quell’eccesso di bellezza d’arte è l’unico eccesso positivo. L’autore, in un’operazione di interpretazione della società attraverso gli occhi della filosofia, riesce a condurre il lettore a posare lo sguardo sulla contemporaneità, per “pensare il proprio tempo”, e mostrare come il protagonista del libro, l’eccesso, ha condizionato la civiltà. 

La rivoluzione industriale rompe con il passato

Come afferma Codignola è la prima volta nella storia, dalla Rivoluzione industriale in poi, che la società deve imparare a gestire “un di più”. Fino a prima della Rivoluzione, l’umanità aveva sempre avuto a che fare con la scarsità. Oggi, il problema è l’opposto. Siamo passati da un eccesso di beni materiali con l’avvento del capitalismo, ad un eccesso di informazioni digitali con la rivoluzione digitale che stiamo vivendo: dall’offerta continua di contenuti sui social network, alla ricezione costante di informazioni, immagini e notizie, all’inserimento dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel quotidiano.

Il rischio, per Codignola, è quello che era stato individuato dal sociologo Niel Postman, con l’avvento dei mass media, in particolare la televisione, come società siamo esposti ad un intrattenimento continuo che rischia di portare ad una superficialità derivata da una continua stimolazione che atrofizza. 

Marx, Freud e Nietzsche e le teorie del complotto

Un altro tema centrale riguarda l’eccesso di relativismo. “Viviamo in un tempo che dubita di tutto ciò che è alto” afferma Codignola. Questa sfiducia per l’autore ha delle radici che possono essere ritrovare nelle riflessioni di tre grandi del novecento. I tre maestri del sospetto, come li definisce Paul Ricœr, Nietzsche, Marx e Freud, seppure con obiettivi diversi, hanno in comune lo sviluppo della sospettosità nei confronti di alcune verità.

Le conseguenze estreme di queste interpretazioni nella nostra società sono individuabili per Codignola nello sviluppo della forma mentis del complottismo. Come spiega l’autore, ogni volta che un piano si presenta come ufficiale, c’è una parte che pensa che c’è sicuramente un interesse nascosto. 

La soluzione c’è ed è dentro di noi, serve fare spazio

Per Codignola, la polarizzazione della società è un altro elemento a cui prestare attenzione. L’eccesso di informazione ha alimentato la polarizzazione delle idee, individuabile anche nelle critiche alla cultura woke

Il libro, che vince la sfida di contenere tutte le analisi più interessanti che si possono fare del nostro tempo, tra i pericoli della costante stimolazione, la messa in dubbio di ogni verità, e gli altri temi sviluppati, consegna però al lettore una speranza per sopravvivere agli eccessi dei nostri tempi.

L’auspicio, contenuto tra le righe nelle pagine del libro, è che per tutti, in un’epoca di abbondanza, resti dentro di sé un po’ di vuoto. In un’epoca dove tutto occupa ogni angolo di spazio: sia nelle mente, sia al di fuori di noi, serve un posto che ci permetta di continuare a riflettere, ad analizzare e a sognare.

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