Condividi

Juve, flop clamoroso senza CR7. La Lazio dilaga, Atalanta solo pari

Fa rumore l’incredibile sconfitta interna della Juve, messa in ginocchio da un coraggioso Empoli: l’assenza di Cristiano ha svelato tutti i difetti della squadra di Allegri che veleggia nei bassifondi della classifica – Deludente anche l’Atalanta imbrigliata dal Bologna – Pioggia di gol invece per la Lazio di Sarri e per Immobile

Juve, flop clamoroso senza CR7. La Lazio dilaga, Atalanta solo pari

Clamoroso a Torino! Sandro Ciotti ci perdonerà, ma la sua celebre frase coniata il 4 giugno 1961 (Catania-Inter 2-0) calza a pennello su quanto accaduto alla Juventus, clamorosamente (appunto) sconfitta in casa dal neopromosso Empoli. Un tonfo incredibile eppure vero, verissimo, figlio di una prestazione pessima, a tratti addirittura sconcertante, che ha ricordato la partita col Benevento dello scorso campionato. Allora c’erano Pirlo e Cristiano Ronaldo, oggi invece in panchina siede un certo Massimiliano Allegri, peccato però che il portoghese da 101 gol in 134 gare non ci sia più: al suo posto è arrivato Kean (atterrato ieri sera a Torino), ma la sensazione è che serva ben altro per ridare competitività alla smarrita Signora. Perché l’Empoli non ha rubato nulla, anzi si può dire che abbia affrontato la Juve a testa alta, ovviamente con le sue armi, senza timori reverenziali che, alla luce di quanto visto in campo, non avrebbero avuto ragion d’essere.

Troppo confusa la manovra bianconera, figlia anche di scelte discutibili come Danilo regista di centrocampo, o McKennie trequartista con libertà di offendere. Certo, dopo la sosta ci sarà qualche volto nuovo e un Locatelli pronto a prendersi la titolarità, ma rischia di non bastare: la Juve di quest’inizio stagione ha mostrato gli stessi problemi dello scorso campionato, solo che non ci sarà più CR7 a togliere le castagne dal fuoco. “A lui non pensiamo più – ha tagliato corto Allegri, prima di commentare la pesantissima sconfitta -. Siamo stati frenetici, abbiamo sbagliato troppo tecnicamente: non bisogna mai perdere ordine, anche quando si va in svantaggio. Troppi hanno sbagliato cose che di solito non sbagliano, bisogna assolutamente migliorare. Stiamo capendo le cose un pezzo per volta, certo dispiace aver perso 5 punti, ora ci prepareremo al meglio a un mese importante, con tanti scontri diretti”.

I prossimi con Napoli e Milan rischiano di pesare più del dovuto, considerando che siamo solo all’inizio, ma è chiaro che la classifica piange: il gol di Mancuso (21’) ha fatto sì che l’Inter sia scappata a +5, proprio come la Lazio di Maurizio Sarri. Il volto sorridente del sabato, oltre ovviamente a quello di Andreazzoli, è proprio quello dell’ex tecnico bianconero, vittorioso in goleada contro il malcapitato Spezia di Thiago Motta. Il 6-1 finale però rispecchia esattamente quanto visto in campo, con una Lazio capace di dominare in lungo e in largo nonostante una partenza da brividi, culminata con il gol del momentaneo vantaggio ligure di Verde (4’). Ma i biancocelesti, a differenza della Juve, non si fatti prendere dal panico, anzi hanno immediatamente reagito trovando il pareggio con Immobile (5’), protagonista assoluto di giornata. Ciro infatti ha poi raddoppiato (15’) e triplicato (45’), cancellando il dispiacere per aver sbagliato un rigore, ma soprattutto ritrovando il sorriso dopo un Europeo paradossale, nel quale è stato indubbiamente il più criticato della rosa.

Nella ripresa poi la Lazio ha letteralmente dilagato: i gol di Felipe Anderson (47’), Hysaj (70’) e Luis Alberto (85’) hanno mandato in visibilio l’Olimpico, sempre più innamorato del suo nuovo Comandante. “In queste esperienze nuove il percorso di crescita non è quasi mai lineare, sappiamo di dover lavorare ancora molto per crescere – ha glissato Sarri -. I presupposti per far bene ci sono, ma non ci dobbiamo illudere per due partite”. Di certo non lo farà l’Atalanta di Gasperini, fermata sullo 0-0 da un Bologna insolitamente efficace in fase difensiva. I nerazzurri hanno mostrato gambe pesanti e un gioco abbastanza prevedibile, un po’ come una settimana fa a Torino, dove solo un episodio in pieno recupero aveva permesso la vittoria. Ieri invece non è andata così, perché i rossoblù di Mihajlovic hanno retto bene l’urto iniziale, finendo poi, col passare dei minuti, a gestire la partita senza particolari affanni.

Questo inizio un po’ stentato non toglie nulla all’Atalanta, ma certo riporta un po’ coi piedi per terra chi la immaginava pronta per vincere lo scudetto: il finale di mercato, oltre che un’inevitabile crescita fisica, potrà dare una mano, a patto che fame e spirito tornino a essere quelli di prima. “Ci è mancata un po’ di qualità nei passaggi e nei tiri, anche nel secondo tempo, nonostante sia stato un assedio, siamo arrivati al tiro in modo non molto efficace pur giocando molto vicino alla porta avversaria. Le condizioni del campo, inoltre, non ci hanno aiutato…”. La domenica della Dea, ma soprattutto della Juventus, sarà così all’insegna della speranza: che Cagliari, Genoa e Salernitana, o almeno una di loro, riescano a fermare Milan, Napoli e Roma, altrimenti la classifica prenderà una fisionomia decisamente poco allettante.

Commenta