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Italiani all’estero, 285 mila all’anno se ne vanno e solo 1 su 3 ritorna

FOCUS BNL – Sul portale europeo della mobilità professionale (Eures) gli italiani soprattutto ben istruiti, in cerca di impiego sono in cima alla classifica davanti a spagnoli, romeni e portoghesi – Le mete più ambite sono il Regno Unito, la Germania, la Svizzera e la Svezia- Ogni tre italiani che lasciano il Paese solo uno di solito ritorna

Italiani all’estero, 285 mila all’anno se ne vanno e solo 1 su 3 ritorna

Secondo i dati Ocse, il numero di migranti a livello internazionale è aumentato dagli anni ’90 al 2015 di circa 90 milioni di persone (+58%) e le migrazioni permanenti dal resto del mondo verso i paesi Ocse nel 2016 hanno superato il picco degli anni pre-crisi con 5 milioni di immigrati stranieri. I protagonisti di questi spostamenti sono soprattutto giovani ben istruiti: nel 2015 uno su quattro dei migranti nell’area del G20 aveva un livello di istruzione elevato.

Le candidature sul portale europeo della mobilità professionale (Eures) vedono gli italiani alla ricerca di un impiego in cima alla classifica, seguiti dagli spagnoli, dai romeni e dai portoghesi. Le mete preferite dai jobseekers sono nell’ordine: Regno Unito, Germania, Svizzera e Svezia. Secondo i dati Eurostat, nel 2016 i paesi Ue con la più elevata quota di immigrati altamente qualificati di età compresa tra i 30 e i 34 anni sono Danimarca (59,8%), Irlanda (58,4%) e Regno Unito (54,7%), al contrario, Spagna, Italia e Grecia occupano le ultime posizioni, ospitando rispettivamente solo il 22,4%, il 13,4% e il 12,3% di giovani stranieri laureati.

L’Italia negli ultimi anni si caratterizza per un crescente flusso netto in uscita: secondo i dati Istat, nel 2016 ogni tre residenti che hanno lasciato il paese (114.512) solo uno è tornato (37.894) per un saldo complessivo negativo di 76.618 unità. Il numero degli italiani che lascia il paese arriva a circa 285mila persone l’anno, poco meno di quello che ha caratterizzato il dopoguerra (300mila l’anno).

Anche nel caso dell’Italia, a migrare sono soprattutto i giovani ben istruiti. Nel 2002 la quota di laureati con più di 25 anni diretti all’estero era pari solo all’11,9% mentre nel 2013 ha raggiunto il 30% e nel 2016 i cosiddetti “cervelli in fuga” sono stati circa 34mila. Dal rapporto Almalaurea 2017 sul profilo occupazionale dei laureati emerge che su 262.347 studenti che hanno ottenuto il titolo nel 2015, a un anno dal conseguimento, 12.068 hanno un’occupazione all’estero (il 4,6%) e dei restanti la maggior parte ha trovato un lavoro al Nord Italia (53%), il 21% al Centro e solo il 14,7% al Sud.

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