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Italia pioniera del trading online: un sistema all’avanguardia in Europa. L’intervista

“Il nostro modello è il più evoluto d’Europa, con le commissioni più vantaggiose e le piattaforme online più avanzate tecnologicamente”. Parola di Gabriele Villa, responsabile investitori privati di Borsa italiana, in occasione del Trading online Expo in Piazza Affari. Un fenomeno tipicamente italiano, dunque, e in crescita nonostante la crisi dei mercati

Italia pioniera del trading online: un sistema all’avanguardia in Europa. L’intervista

Il modello italiano di trading online è il più trasparente, efficace e evoluto a livello internazionale”. Parola del responsabile Investitori Privati per i mercati azionari e derivati di Borsa Italiana e del London Stock Exchange, Gabriele Villa, che aggiunge: “Persino Regno Unito e Germania, che pure hanno sistemi finanziari molto avanzati, guardano con interesse positivo al fenomeno italiano”. Insomma, per una volta siamo un esempio da seguire.

Ma come e quando nasce questa nuova formula, così agile e fruibile a tutti ma allo stesso tempo sicura e professionale? Lo spiega sempre Villa: “Le origini del trading online risalgono all’inizio degli anni 2000, con la bolla della new economy, dando la possibilità a chiunque, in modo rapido ed efficace, di gestire i propri investimenti su una piattaforma online. Lo hanno capito subito le banche e i broker, che hanno creato piattaforme sempre più pratiche ed evolute, e lo hanno capito subito gli investitori, professionali e non, che hanno iniziato ad usufruire di questo servizio grazie anche al vantaggio economico di commissioni molto basse”.

E’ questo il segreto del successo italiano?  “Anche. In Italia le commissioni sono le più basse d’Europa, per due motivi: uno, perchè Borsa italiana applica già di suo costi bassissimi per gli intermediari. Due, perchè gli intermediari stessi, cioè le banche in particolare,  stabiliscono a loro volta commissioni molto vantaggiose”.

Per esempio? “In Inghilterra un cliente può pagare fino a 20-30 pounds (22-34 euro) per la trasmissione di un ordine, in Germania siamo anche sui 20-25 euro. In Italia invece, grazie alla politica di Borsa italiana e dei principali gruppi bancari, si va in media da un minimo di 3 euro a un massimo di 7”.

Risultato: massimo vantaggio per l’investitore, soprattutto privato. Infatti le statistiche dicono che in Italia la percentuale di operazioni retail sul totale è altissima: il 30%, di cui buona parte tramite trading online.

E gli altri motivi del successo? “Come dicevamo, la grande attenzione delle banche, che hanno investito molto per creare piattaforme di trading estremamente evolute, che non hanno nulla da invidiare a quelle degli operatori professionali”.

Ma che conseguenze ha sul mercato questa invasione del retail? “In realtà nulla di negativo, anzi ha favorito una diversificazione del mercato tra investitori istituzionali, desk di proprietà e appunto privati. Il flusso è diventato certamente molto complesso, ma questi fattori interagiscono bene l’un con l’altro, bilanciandosi a vicenda”.

Dunque la presenza di molti privati, molti dei quali giovani, che grazie alle nuove tecnologie si stanno avvicinando al trading online, non rischia di rendere il mercato troppo oscillante ed “emotivo”? “Confermo che l’età media del trader online si sta effettivamente abbassando: inizialmente si andava dai 35-40 anni in su, ora invece i più giovani, grazie all’agilità di strumenti come gli smartphones, si stanno incuriosendo. Ma tra i tanti aspetti positivi e d’avanguardia del sistema italiano c’è la grande attenzione data all’education da Borsa italiana e dalle banche: il cliente è informato in modo molto chiaro sui rischi”.

Un sistema aperto a tutti, ma allo stesso tempo sicuro e trasparente. E già perfettamente regolamentato. “ Proprio così: gli intermediari applicano tutti i filtri richiesti e si attengono in maniera rigorosa alla direttiva comuntiaria sui servizi finanziari”.

E l’evento, il Trading online Expo 2011, è stato un successo? “Sinceramente visti i tempi di crisi mi aspettavo un calo rispetto al 2010. Invece abbiamo confermato lo stesso numero di partecipanti il primo giorno (3mila) e anche oggi siamo in linea col pienone dell’anno scorso (5mila). Gli espositori sono 40, con due gradite new entry: Mediobanca e Poste italiane. La presenza di Poste italiane, che storicamente hanno una clientela di risparmiatori,  può essere letta in modo significativo: sta entrando il concetto che il trading online è un nuovo modo di comunicare, sempre più diffuso anche presso i clienti per così dire più tradizionalisti”.

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