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Italcementi cade a Piazza Affari (-5,6%) sulla revisione al ribasso dei risultati dell’intero 2012

Il gruppo prevede un risultato 2012 in calo sul 2011 per l’andamento dei primi nove mesi -I conti diffusi ieri hanno evidenziato un fatturato in calo del 4,4% per colpa del calo delle vendite e “nonostante un effetto complessivamente positivo legato all’andamento dei ricavi unitari” – Il margine operativo del quarto trimestre è atteso stabile sul 2011

Italcementi cade a Piazza Affari (-5,6%) sulla revisione al ribasso dei risultati dell’intero 2012

Il titolo di Italcementi crolla a Piazza Affari del 5,66% a 3,70 euro. Le vendite sono scattate sulle revisioni al ribasso per le attese sul 2012 da parte del management che ieri ha approvato i conti dei primi nove mesi dell’anno.

“In alcuni dei mercati in cui opera il gruppo – si legge nella notya sui conti – si è accentuata nel terzo trimestre la flessione della domanda, inducendo così una maggior prudenza nella previsione dei risultati per l’esercizio in corso. Grazie alle azioni intraprese dal Gruppo a sostegno dei ricavi di vendita e di riduzione costi, il margine operativo generato nel quarto trimestre dovrebbe risultare allineato, a meno di eventi ad oggi non prevedibili, a quello dell’analogo periodo dell’anno precedente. Tuttavia, per effetto dell’andamento dei primi nove mesi, il risultato complessivo annuo sarà in riduzione rispetto al 2011”.

Nella trimestrale il fatturato è sceso del 3,3% a 1,096 miliardi e l’ebitda ricorrente è diminuito dell’11% a 172 milioni. Sui nove mesi il calo dei ricavi è stato invece del 4,4% a 3.395,7 milioni causato dal calo delle vendite “nonostante un effetto complessivamente positivo legato all’andamento dei ricavi unitari”.Un significativo incremento del fatturato è stato però registrato in India, Tailandia, Nord America e nel settore del trading, mentre la diminuzione ha interessato principalmente Italia, Francia-Belgio, Spagna ed Egitto. Sui risultati operativi hanno gravato, oltre al fattore volumi, l’incremento dei costi energetici in alcuni Paesi e minori proventi realizzati dalla gestione di quote di CO2.

L’utile del periodo è stato di 17,1 milioni (che si confronta con i 105 milioni registrati al 30 settembre 2011, al netto della plusvalenza dalla vendita di attività in Turchia) con una perdita attribuibile al gruppo di 39,7 milioni (utile di 123,2 milioni) e un utile attribuibile a
terzi di 56,8 milioni (89,6 milioni).

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