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Iran: funerali di Soleimani fra minacce e annunci sul nucleare

Folle oceaniche a Teheran per le esequie del generale – Bandiere Usa bruciate, Trump risponde con nuove minacce – L’Iraq vuole cacciare tutti i soldati stranieri – L’Iran (dopo gli Usa) esce dall’accordo sul nucleare – Appello di Merkel, Macron e Johnson

Iran: funerali di Soleimani fra minacce e annunci sul nucleare

Centinaia di migliaia di iraniani – milioni, secondo i media locali – si sono riversati in strada lunedì a Teheran per i funerali di Qassem Soleimani, il generale ucciso venerdì scorso da un drone americano all’aeroporto di Bagdad, su ordine diretto di Donald Trump. Durante la processione sono state bruciate bandiere statunitensi e israeliane ed è stata esposta un’immagine del presidente americano con un cappio al collo.

IRAN-USA: LA SPIRALE DELLE MINACCE

Le minacce di vendetta contro gli Stati Uniti si moltiplicano. “Non credere che questa storia finisca con il martirio di mio padre”, ha detto alla televisione pubblica Zeinab Soleimani, figlio del generale, rivolgendosi direttamente a Trump.

A sua volta, il numero uno della Casa Bianca ha detto che – in caso di rappresaglia iraniana – le forze statunitensi sono pronte a distruggere 52 luoghi storici iraniani. Non obiettivi militari, quindi, ma bersagli che potrebbero comportare anche l’uccisione di civili.

IRAQ: IL PARLAMENTO CHIEDE L’ESPULSIONE DELLE TRUPPE STRANIERE

Intanto, sempre in risposta all’assassinio di Soleimani, il parlamento iracheno ha approvato una risoluzione che chiede l’espulsione delle truppe straniere dall’Iraq: non solo i 5.200 soldati americani presenti nel Paese, ma anche gli altri contingenti stranieri, tra cui gli oltre 900 italiani.

Il voto di Bagdad rafforza la posizione iraniana. “Se gli Stati Uniti non ritirano le forze dalla regione, affronteranno un altro Vietnam – ha detto Ali Akbar Velayati, consigliere dell’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema del Paese – Nonostante le vanterie dell’ignorante presidente degli Stati Uniti, l’Iran intraprenderà un’azione di ritorsione contro la stupida mossa degli americani che li farà pentire”.

TEHERAN (DOPO GLI USA) ESCE DALL’ACCORDO SUL NUCLEARE

La prima mossa concreta arrivata da Teheran è la decisione di non rispettare più l’accordo del 2015 sullo sviluppo del nucleare per quanto riguarda il numero di centrifughe impiegate per l’arricchimento dell’uranio, ma resta la disponibilità a ricevere le ispezioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Occorre precisare tuttavia che anche in questo caso si tratta di una rappresaglia contro Washington, visto che il primo a rinnegare l’accordo di cinque anni fa era stato proprio Trump.

L’APPELLO DI MERKEL, MACRON E JOHNSON

La decisione iraniana ha destato allarme in Europa, che però non è stata in grado di rispondere a livello di Unione europea. La replica è arrivata dai leader delle tre principali economie – Angela Merkel, Emmanuel Macron e Boris Johnson – che in una dichiarazione congiunta chiedono “all’Iran di ritirare tutte le misure che non sono in linea con l’intesa sul nucleare”. Inoltre, Germania, Francia e Gran Bretagna ribadiscono che la stabilizzazione dell’Iraq e la lotta contro lo Stato islamico devono rimanere una “priorità”, e perciò chiedendo alle autorità irachene di continuare a fornire assistenza all’alleanza internazionale guidata dagli Usa. Sulla dichiarazione non compare la firma di Giuseppe Conte.

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