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Investimenti diretti esteri: più della metà ai Paesi emergenti

Gli investimenti diretti esteri sono aumentati del 5% a livello globale e più della metà dei capitali sono stati indirizzati ai Paesi in via di sviluppo. Nell’Asia occidentale si è osservato una diminuzione del 15% dei flussi di capitali in entrata: secondo le nazioni uniti è il segnale di una crisi economica globale che ancora non accenna a finire.

Investimenti diretti esteri: più della metà ai Paesi emergenti

Secondo l’ultimo report annuale della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, il flusso di investimenti esteri diretti (Ide) è aumentato del 5% a livello globale, raggiungendo 1.240 miliardi di dollari. E’ la prima volta che i Paesi emergenti e quelli in via di sviluppo ricevono più della metà dei capitali diretti all’estero. Il dato tuttavia è ancora ben sotto il record del 37% raggiunto nel 2007. Secondo le stime delle Nazioni Unite il flusso globale si attesterà quest’anno tra 1,4 e 1,6 trilioni di dollari, raggiungendo 1,7 trilioni nel 2012 e 1,9 nel 2013.

La Commissione per l’Asia occidentale (Escwa) ha fatto osservare che nell’area medio orientale il flusso di Ide è diminuito del 15%, passando da 67 miliardi di dollari nel 2009 a 57 miliardi nel 2010. Questo calo sarebbe una ripercussione della crisi economica globale. Solo Giordania e Libano hanno mantenuto stabili i loro valori, mentre gli altri Paesi segnano una frenata all’entrata di capitali esteri. Tuttavia l’Arabia Saudita mantiene il primato avendo ricevuto dall’estero, nel 2010, 28 miliardi di dollari. Segue il Qatar con 5,5 miliardi di dollari, mentre gli Emirati arabi uniti (Eau) mantengono un flusso stabile di una media di 4 miliardi piazzandosi in quinta posizione.

Il declino era già iniziato lo scorso anno. All’inizio del 2010 circa 12,5 miliardi di dollari di investimenti esteri erano stati liquidati, il che corrisponde a una riduzione del 51%.

Fonte: aljazeera 

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