Sul più bello. Il sogno di Jannik Sinner di riportare il trofeo degli Internazionali d’Italia in patria dopo 49 anni si è infranto in finale contro un Carlos Alcaraz in stato di grazia. Lo spagnolo ha conquistato il suo primo titolo al Foro Italico superando l’azzurro 7-6, 6-1, in una sfida che ha visto equilibrio solo nel primo set, giocato punto a punto fino al tie-break. Nel secondo, Alcaraz ha imposto il suo ritmo e chiuso la partita con autorità, mostrando una superiorità netta anche grazie alla condizione fisica ancora non ottimale di Sinner, reduce da uno stop di tre mesi.
Sfuma così un’occasione storica per il numero uno italiano, che puntava a diventare il primo azzurro a vincere il Masters 1000 romano dopo Adriano Panatta nel 1976. Resta comunque un traguardo importante: Sinner è il primo italiano a raggiungere la finale del torneo dal 1978. Il pubblico del Foro Italico, che lo ha sostenuto con passione per tutta la durata della manifestazione, ha salutato la sua impresa con una standing ovation.
Con questa sconfitta, Sinner interrompe anche una striscia di 26 vittorie consecutive. Alcaraz, invece, si prepara a diventare da lunedì il numero 2 del ranking ATP, consolidando il vantaggio nei precedenti contro l’azzurro (7 successi in 12 incontri).
Il tennis italiano brilla comunque: Paolini regina del Foro
Nonostante la delusione in finale maschile, il bilancio azzurro resta trionfale, soprattutto grazie all’impresa di Jasmine Paolini. L’azzurra ha scritto una pagina storica del tennis femminile conquistando sabato il titolo del singolare – prima italiana a farlo dal 1979 – e domenica ha completato un incredibile “double” vincendo anche la finale del doppio insieme a Sara Errani. “Due settimane pazzesche e indimenticabili”, hanno commentato le due protagoniste al termine del match. “Oggi abbiamo giocato in tre contro due”, ha scherzato Paolini riferendosi all’energia del pubblico romano.
Internazionali d’Italia: numeri record
L’edizione 2025 degli Internazionali BNL d’Italia si chiude con risultati eccezionali anche fuori dal campo: oltre 390mila spettatori paganti, incassi superiori a 35 milioni di euro (+20% rispetto al 2024) e un impatto economico sul territorio stimato in 895 milioni di euro. Di questi, 410 milioni provengono da impatto diretto, 332 da quello indiretto e 153 milioni di indotto. Il torneo ha generato o mantenuto oltre 7.100 posti di lavoro, con 179 milioni di euro in redditi da lavoro e 147 milioni in entrate fiscali.
Dal 2005 a oggi, il pubblico è cresciuto del 469%, mentre gli incassi sono aumentati di quasi 18 volte. Roma si conferma così uno dei poli sportivi più attrattivi d’Europa. Il montepremi complessivo ha superato gli 8 milioni di euro per il torneo maschile (quasi un milione al vincitore, per Sinner come finalista in tasca 523.870 euro) e i 2 milioni per quello femminile. A sostenere l’evento, sponsor storici come BNL BNP Paribas, BMW, Reale Mutua ed EA7 Emporio Armani.
Per Roma il sogno del “quinto Slam”
Il successo degli Internazionali passa anche dalle infrastrutture. L’area del Foro Italico è stata ampliata da 10 a 20 ettari, la capienza dello Stadio Centrale è salita da 33mila a 55mila spettatori, e le aree food & beverage sono cresciute del 30%. A questo si aggiungono nuovi campi, un Fan Village completamente rinnovato e un’area lungo il Tevere dedicata agli allenamenti.
Il prossimo grande passo sarà la copertura dello Stadio Centrale: i lavori inizieranno dopo l’edizione 2026 e dureranno 18 mesi, con un investimento previsto di 60 milioni di euro. L’obiettivo è rendere l’impianto utilizzabile per 150 giorni l’anno, ospitare fino a 18 discipline sportive e raggiungere 1,5 milioni di spettatori annuali.
Numeri e interventi che vanno nella direzione di un traguardo ambizioso: trasformare gli Internazionali di Roma nel “quinto Slam” del circuito. Un’aspirazione ribadita dal presidente della Fitp, Angelo Binaghi, che punta a consolidare il torneo tra gli eventi tennistici di massima rilevanza mondiale, mantenendolo nel cuore della Capitale – elemento chiave del suo fascino e della sua identità.