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Inter in fuga: stende la Lazio e va a +4 sulla Juve. Il Milan si rialza ma la novità è il Bologna in zona Champions

Domenica amarissima per le romane: la Lazio perde in casa con l’Inter che consolida il primato allungando il vantaggio sulla Juve mentre la Roma scivola a Bologna, che è la vera sorpresa di questo campionato – Al Milan il derby lombardo con il Monza

Inter in fuga: stende la Lazio e va a +4 sulla Juve. Il Milan si rialza ma la novità è il Bologna in zona Champions

L’Inter scappa. La fuga dei nerazzurri, già nell’aria da venerdì dopo il pareggio tra Genoa e Juventus, è diventata ufficiale ieri sera al termine della vittoria sulla Lazio, un 2-0 cinico e feroce che dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, tutta la fame di scudetto della banda Inzaghi. La domenica appena trascorsa, poi, si segnala per il successo del Milan sul Monza (3-0) e del Bologna contro la Roma (2-0), che delineano il clamoroso quarto posto della squadra di Thiago Motta.

Lazio – Inter 0-2, Lautaro e Thuram portano Inzaghi a + 4 sulla Juve

Fermatela, se ci riuscite! Questa Inter non conosce pause, nemmeno nelle serate più complesse in cui le altre, probabilmente, si fermerebbero. Non lei però, perché la squadra di Inzaghi ha imparato ad alternare partite di dominio assoluto ad altre di sofferenza, riuscendo comunque a venirne a capo con il bottino pieno. E così, dopo la vittoria di Napoli, ecco quella di Roma sponda Lazio, figlia di un primo tempo difficile, eppure portato a casa con l’unico tiro in porta effettuato, peraltro su “gentile” assist di Marusic: Lautaro ha raccolto l’incredibile svarione e lo ha concretizzato al massimo, portando in vantaggio i suoi poco prima dell’intervallo (40’).

Nella ripresa i biancocelesti hanno provato ad alzare i giri del motore, sfiorando il pareggio (Rovella) senza però trovarlo e permettendo all’Inter di agire negli spazi. Proprio così è nato lo 0-2 sull’asse Barella-Thuram, con il primo a inventare e il secondo a trasformare in gol a tu per tu con Provedel (66’). La partita, di fatto, è finita lì, tanto che l’unica cosa da segnalare è l’espulsione di Lazzari per proteste (87’), oltre a un’occasione di Mkhitaryan (in contropiede, ça va sans dire) parata dal portiere laziale.

Inzaghi: “Per la seconda stella mancano ancora 22 partite. Champions? Prendiamo il City”

“Sono le classiche partite che fanno felici noi allenatori, abbiamo sofferto tutti insieme senza concedere tanto alla Lazio, in un campo sul quale sarà dura per tutte vincere – il pensiero di Inzaghi -. Gli ostacoli verso la seconda stella? Le ventidue partite che mancano di campionato, più tutte quelle delle altre competizioni… Sappiamo di dover essere bravi, abbiamo fatto un ottimo percorso fin qui, ma sono passati quattro mesi e ancora ne mancano tanti. Dobbiamo continuare così, in un’unica direzione, tutti insieme, da squadra e da gruppo: si gioca ogni tre giorni, cambio i giocatori e tutti mi danno garanzie”.

Infine una battuta sul sorteggio di Champions di oggi (ore 12, Canale 20, Sky, Prime Video), che potrebbe ‘regalargli’ un ottavo di ferro. “Secondo me prendiamo il Manchester City, ma vediamo che succede. Vendicare la finale di Istanbul? Tutte le squadre sono fortissime, sappiamo che qualsiasi squadra uscirà fuori sarà un grandissimo banco di prova”.

Sarri: “Noi bene fino al secondo gol. I fischi? Non sono per questa partita…”

“La partita non è stata buona fino al primo gol, ma fino al secondo – l’analisi di Sarri -. Nei primi venti minuti del secondo tempo non abbiamo fatto entrare l’Inter nella nostra area, poi il 2-0 ci ha tagliato le gambe ma la prestazione è stata di livello per sessanta minuti. Siamo stati condizionati da un errore e mezzo, il pubblico penso ci fischi per errori passati e non per questa gara, che secondo me può essere una buona base da cui ripartire. Noi prevedibili? Se bastasse conoscere le squadre avversarie per annientarle sarebbe semplice. La verità è che creiamo tanto e fatichiamo a segnare: l’anno scorso eravamo primi nel rapporto azioni/gol, ora mi sembra che siamo sedicesimi. Dobbiamo migliorare in area di rigore, siamo andati tre volte in maniera indegna al tiro dalla distanza. L’errore di Marusic? Gioco la palla dove vedo, non dove mi segnalano gli altri…”.

Milan – Monza 3-0, Pioli si rialza: “Non guardiamo la classifica, facciamo corsa su noi stessi”

Il Milan aveva bisogno di tornare a vincere, sia per questioni di classifica che di morale, decisamente sottotono dopo l’eliminazione dalla Champions. Missione compiuta, oltretutto con ottimi segnali di risveglio, ma anche con i soliti problemi di infortuni che non accennano a diminuire. I rossoneri hanno letteralmente aggredito il Monza sin dalle prime battute di gioco, tanto da trovare l’1-0 già al 3’ con Reijnders, bravissimo a dribblare Gagliardini, Pessina e Caldirola e battere Di Gregorio con un tiro in mezzo alle gambe. La partita s’è messa così in discesa, anche perché la reazione dei brianzoli, a dire il vero abbastanza sterile, è stata troncata dal tap-in di Simic, subentrato da poco al posto dell’infortunato Pobega e in gol al debutto in Serie A (41’). Diavolo all’intervallo con due reti di vantaggio, il che, di fatto, ha reso ininfluente il secondo tempo, tanto più che Maignan ha sbarrato la porta a Colpani con una gran parata. Nel finale c’è stato spazio anche per il gol di Okafor (76’), un attimo prima che lo stesso si fermasse per un problema muscolare: lui e Pobega confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, il bug-infortuni di Pioli e del suo staff.

“Era una partita particolarmente impegnativa, sia per gli avversari, sia per le nostre defezioni – l’analisi di Pioli -. Venivamo da una gara in cui avevamo speso tanto e i ragazzi l’hanno interpretata bene, ma dobbiamo fare sempre il massimo in ogni gara. La corsa dobbiamo farla su noi stessi, l’obiettivo minimo è arrivare nei primi quattro e dobbiamo continuare a vincere e fare punti. Gli infortuni? Si gioca troppo, anche il Newcastle ha avuto due problemi muscolari nel primo tempo…”.

Bologna – Roma 2-0, Mourinho scopre le carte: “Se andrò via non sarà per mia scelta”

Lo spareggio-quarto posto se lo è preso il Bologna dell’allievo Thiago Motta, vittorioso sul maestro Mourinho con un 2-0 più che meritato. I rossoblu, infatti, hanno offerto una grande prova di maturità, mettendo sotto i giallorossi sia dal punto di vista del gioco che del risultato, anche se è giusto sottolineare come la Roma fosse priva di giocatori fondamentali come Dybala e Lukaku. Belotti, sciagurato per ben due volte solo davanti a Ravaglia, non ha fatto niente per sopperire all’assenza dei titolari, ricordando a tutti, se ancora ce ne fosse bisogno, che la rincorsa Champions di Mourinho dipende anzitutto da quei due.

Thiago Motta però non ha certo stelle da copertina, eppure riesce a far giocare i suoi in modo stupendo, meritando al 100% l’attuale quarto posto: delle squadre in corsa per la Champions, infatti, il suo Bologna è stato sin qui la più convincente, tanto da recriminare per qualche punto perso qua e là che avrebbe reso la classifica addirittura migliore.

Sulla Roma, alibi-assenze a parte, c’è poco da aggiungere: la squadra vive di individualità e se queste vengono mancare, ecco che vengono fuori i limiti di Mourinho, bravissimo a gestire gli aspetti mediatici e di leadership, un po’ meno quelli tecnici. Il gol di Moro (37’) e l’autorete dí Kristensen (49’) hanno certificato il 2-0 finale, che retrocede lo Special One al settimo posto, addirittura all’ottavo se l’Atalanta dovesse battere la Salernitana nel posticipo odierno (ore 20.45).

“Senza Dybala e Lukaku sapevo che sarebbe stata dura – la sua analisi a fine partita -. I ragazzi volevano sicuramente fare meglio, ma abbiamo avuto problemi a livello tattico e a livello fisico: Mancini, per esempio, è in grande difficoltà e gioca con la pubalgia perché la squadra ha bisogno. La dimensione della squadra la conosciamo, ma quando ho tutti i ragazzi a disposizione possiamo lottare per il quarto posto e fare risultato contro chiunque. Il mio futuro? Con i Friedkin non ho parlato di contratto, ma questa società ha dei tifosi unici: se la separazione dovesse accadere, non sarà per volontà mia, io voglio continuare nella Roma”.

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