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Intelligenza Artificiale in Borsa: è bolla o non bolla? Fugnoli (Kairos) spiega che fare

Nell’ultima puntata del podcast “Al 4° piano”, lo strategist di Kairos Alessandro Fugnoli spiega che “nei prossimi mesi vivremo tutti in una situazione di bolla”. Come comportarsi?

Intelligenza Artificiale in Borsa: è bolla o non bolla? Fugnoli (Kairos) spiega che fare

L’Intelligenza Artificiale si avvia a passi veloci verso una situazione di bolla. È su questa considerazione che si basa l’ultima puntata del podcast “Al 4° piano” con Alessandro Fugnoli. Un episodio in cui lo strategist di Kairos Partners Sgr spiega come comportarsi per “investire in modo accorto”, utilizzando “scienza e coscienza”. 

Il consiglio generale, di fronte a situazioni come questa rimane sempre lo stesso: “bisogna studiare molto e non dimenticare mai, soprattutto quando si gestiscono i soldi di altre persone, i sani principi della prudenza e della responsabilità”, afferma Fugnoli. Il problema è che è più facile a dirsi che a farsi in un momento in cui la temperatura sui mercati sale e i freni inibitori si allentano. Ma occorre tenere sempre presente che, senza le dovute accortezze, nessuno riuscirà mai a cavalcare una bolla senza farsi travolgere quando questa, inevitabilmente, scoppia.

Nei prossimi mesi vivremo tutti in una situazione di bolla”, afferma Fugnoli. Cosa fare, dunque? Prima bisogna riconoscerla e poi comparsi di conseguenza

Come nasce una bolla azionaria?

“Ogni bolla azionaria che si rispetti ha bisogno di due cose”, spiega lo strategist. Condizione numero uno: un quadro macro-favorevole. 

Questo quadro al momento c’è ed è dato dall’economia globale che, nonostante tutte le difficoltà, continua a mantenere buoni ritmi di crescita e dell’attesa per la fine del ciclo rialzista dei tassi d’interesse. “Economia che cresce e tassi che scendono (anche se meno di quanto il mercato non si aspetti) significano, in generale, luce verde per i mercati azionari”, afferma Fugnoli.

Poi arriva la seconda condizione: una storia affascinante, che faccia sognare “qualcosa di incommensurabile e di mai visto, di fronte alla quale il mondo si dividerà” tra scettici e credenti. L’Intelligenza Artificiale si presta perfettamente a questo tipo di narrazione.

“Ora non importa che l’Intelligenza Artificiale generativa, quella di cui stiamo parlando, non sia in realtà per nulla intelligente. Quello che importa è che sarà comunque molto utile su vasta scala e che verrà richiesta da tutti. Importa ancora di più che sia vista come trampolino di lancio verso forme di intelligenza autentica, vero o non vero che sia”, commenta l’economista.

La bolla dell’Intelligenza Artificiale 

“La bolla non sarà eterna e verrà bucata il giorno in cui verrà annunciato l’inizio di un ciclo di rialzo dei tassi”, prevede Fugnoli. Ma nel frattempo, cosa succederà? “Alcune società che si saranno troppo indebitate nella smania di crescere finiranno in bancarotta – spiega –  Molte altre subiranno severe decurtazioni di prezzo ma sopravviveranno e si riprenderanno nel tempo”.

Al momento il settore si sta concentrando sulle big tech i cui multipli, seppur generosi, non sono folli.  Molte delle società più piccole sono ancora private. Passano da una mano all’altra, ma non sono listate, anche perché il Venture Capital che le segue guadagna di più con le transazioni private di quanto non guadagnerebbero, una sola volta, con un collocamento in borsa. “Questo arriverà, non dubitiamone, ma sarà il segnale che la bolla è ormai matura e diventa più rischiosa”, avverte lo strategist.

Bolla dell’Intelligenza Artificiale: come comportarsi?

“Rispetto alla bolla di Internet siamo per ora in una situazione migliore”, dice Fugnoli. Il motivo è presto detto: la concentrazione in poche grandissime società, finanziariamente solide, rende meno pericoloso il contesto. 

Da qui, il consiglio: “Crediamo che un’esposizione anche modesta al settore possa produrre nei prossimi 12-18 mesi dei buoni miglioramenti di performance sull’insieme del portafoglio. Il segreto sarà di non cedere assolutamente all’avidità e di non dimenticarsi mai che tutte le bolle finiscono”, conclude Fugnoli.

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