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Imu, torna il fantasma della seconda rata

“L’impegno del Governo è di non farla pagare”, ha detto oggi il ministro D’Alia, ma ieri Saccomanni aveva avvertito che trovare le coperture per abolire il pagamento sulla prima casa non sarà semplice – E se alla fine dovessimo pagare, ci ritroveremmo a sborsare circa 100 euro in più di quanto versato nel 2012 per l’intera imposta.

Imu, torna il fantasma della seconda rata

Manca poco più d’un mese alla scadenza della seconda rata Imu sulla prima casa e la domanda che più angoscia i contribuenti italiani rimane ancora senza risposta: dovremo pagarla oppure no? “Trovare le risorse non è semplice”, ha avvertito ieri il numero uno del Tesoro, Fabrizio Saccomanni. 

“L’impegno del Governo è di non farla pagare”, ha precisato oggi Gianpiero D’Alia, ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, sottolineando però che il problema delle coperture è di difficile soluzione: “Bisogna intervenire con ulteriori tagli di spesa e quindi ognuno dovrà assumersi la responsabilità di individuare quali siano le priorità in questo campo. E` un lavoro complesso, che va svolto con serietà e senza annunci che non hanno significato. E` facile fare rivendicazioni di principio, poi bisogna tradurre tutto in fatti concreti che hanno delle conseguenze”. 

Già, le conseguenze. Quali sarebbero se alla fine dovessimo pagare? Con ogni probabilità, ci ritroveremmo a sborsare circa 100 euro in più di quanto versato nel 2012 per l’intera imposta. Un rincaro paradossale che diventerebbe realtà se i Comuni decidessero di aumentare le aliquote rispetto a due anni fa. E per farlo hanno tempo  fino al 30 novembre. 

A Milano, secondo i calcoli del Corriere della Sera, l’aliquota sull’abitazione principale è già passata dallo 0,4% del 2012 allo 0,6%, il massimo consentito dalla legge. In questo caso l’aumento medio sarebbe proprio di 100 euro, ma naturalmente il discorso non vale per tutti i Comuni. A Bologna, ad esempio, è stato deciso un aumento dallo 0,4% allo 0,5%, che comporterebbe una riduzione della spesa complessiva media da 468 a 404 euro.

Com’è possibile che il conto sia così salato? La seconda rata dell’Imu corrisponde al totale dovuto per l’anno meno l’importo pagato per la prima rata. Quest’anno l’acconto non è stato pagato, ma secondo le disposizioni doveva essere la metà dell’importo versato lo scorso anno e non il 50% dell’importo dovuto per il 2013, impossibile da determinare per la mancanza delle delibere. Risultato: se i Comuni decidessero di aumentare l’aliquota, l’importo dovuto per il 2013 non sarebbe la metà dell’intera imposta, ma una cifra più alta. Certo, a meno che non si trovino le coperture.

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