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Imprese straniere: nel 95% dei Comuni italiani ce n’è almeno una

Secondo un’indagine Unioncamere-InfoCamere, dei 7.900 Comuni italiani solo 400 almeno un’azienda guidata da un cittadino straniero

Imprese straniere: nel 95% dei Comuni italiani ce n’è almeno una

L’Italia ha 7.900 Comuni: di questi, appena 400 (il 5%) non hanno al proprio interno almeno un’azienda guidata da un cittadino straniero. In tutto, nel nostro Paese le aziende a guida non italiana sono più di 60mila (poco meno di una su 10: il 9,9%). Di queste, 470mila (l’80% circa) è costituito da micro-imprese individuali. I numeri sono stati elaborati da Unioncamere-InfoCamere sulla base dei registri delle Camere di Commercio.

All’estremo opposto della classifica territoriale, nei restanti 7.500 Comuni sono 107 quelli in cui si possono contare almeno 500 attività economiche di immigrati: poco meno di 220mila imprese che rappresentano il 46% di tutto l’universo delle aziende individuali di immigrati.

Dal registro delle imprese emerge che, tra questi 107 Comuni, la graduatoria per peso percentuale pone sul podio più alto Casandrino (in provincia di Napoli), con il 58,3% di imprese straniere sul totale delle imprese individuali del territorio. Seguono Castel Volturno (Caserta) con il 54,7% e Sesto Fiorentino (Firenze) dove si sfiora il rapporto uno a due (49,7%). Subito dopo, con percentuali superiori al 40% di rappresentatività dell’imprenditoria straniera rispetto a quella locale, seguono i Comuni di San Nicola La Strada (Caserta) con il 43,5%, Montemurlo (Prato) e Pioltello (Milano), ambedue con il 41,8%.

La forte concentrazione di imprese straniere si accompagna alla prevalenza di una specifica nazionalità di nascita degli imprenditori. A San Nicola La strada, l’81,6% dei titolari di impresa di immigrati viene dal Senegal, a Sesto Fiorentino il 77,1% degli stranieri sono cinesi, a Castel Volturno ha origini nigeriane il 54,1% degli imprenditori nati fuori dai confini italiani e a Casandrino la comunità più rappresentata è quella del Bangladesh (41,7%).

Incrociando i paesi di nascita dei titolari con quelli delle province in cui hanno sede le imprese,  emerge poi   una mappa delle province che di fatto sono state elette a “patrie” imprenditoriali di alcune nazionalità: è il caso dell’Egitto che concentra in provincia di Milano quasi la metà (il 43,5%) di tutte le sue imprese in Italia; o del Bangladesh che ha il suo “quartier generale” a Roma, dove ha sede il 42,7% di tutte le sue imprese.

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